A Milano l’ultima tappa del tour nazionale UGL “La sicurezza è il tuo futuro”.

Si è svolta a Milano l’ultima tappa del tour nazionale UGL “La sicurezza è il tuo futuro”, organizzato dal Sindacato, per presentare i dati emersi dal Report 2022 UGL “La Sicurezza nei e sui luoghi di lavoro”. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di rafforzare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro.

“In valori assoluti, la Lombardia è la Regione nella quale si registra il maggior numero di infortuni mortali. Nel 2022 sono stati, con esclusione di quelli in itinere, 124, pari al 15,7% del totale. Considerando, però, gli occupati, oltre quattro milioni e 300mila unità, l’incidenza è inferiore alla media nazionale, con 28,6 infortuni mortali per milione di occupati a fronte di una incidenza media nazionale di 35. Per incidenza in rapporto agli occupati, la Lombardia è quindi in coda alla graduatoria nazionale”. Ha affermato Paolo Capone, Segretario Generale UGL, durante la conferenza.

“In valori assoluti – ha proseguito Capone – la situazione più critica si registra a Milano, con 40 infortuni mortali; in termini di incidenza, però, in ragione del fatto che la provincia occupa oltre 1,4 milioni di addetti, Milano è, con 27,5 accadimenti per milione di occupati, al 63° posto a livello nazionale. Nell’ordine, l’incidenza maggiore si presenta nelle province di Mantova (10 infortuni mortali per oltre 173mila addetti, con una incidenza pari a 57,5 e 16° posto a livello nazionale), Cremona (8 infortuni mortali per oltre 143mila addetti, con una incidenza pari a 55,8 e 20° posto a livello nazionale) e Brescia (27 infortuni mortali per circa 542mila addetti, con una incidenza pari a 49,8 e 27° posto a livello nazionale). Anche Sondrio (3 infortuni mortali per circa 73mila addetti, con una incidenza pari a 41 e 41° posto a livello nazionale) presenta dati superiori alla media nazionale. Le altre province si posizionano tutte sotto la media nazionale, a iniziare da Bergamo (10 infortuni mortali per oltre 475mila addetti, con una incidenza pari a 21 e 79° posto a livello nazionale). Molto vicine per incidenza Como (6 infortuni mortali per circa 251mila addetti, con una incidenza pari a 23,9 e 74° posto a livello nazionale), Lecco (3 infortuni mortali per circa 140mila addetti, con una incidenza pari a 21,4 e 78° posto a livello nazionale) e Lodi (2 infortuni mortali per oltre 101mila addetti, con una incidenza pari a 19,7 e 81° posto a livello nazionale). In coda alla classifica nazionale, soprattutto per l’alto numero di occupati, le province di Varese (6 infortuni mortali per oltre 372mila addetti, con una incidenza pari a 16,1 e 85° posto a livello nazionale), di Monza e della Brianza (6 infortuni mortali per oltre 382mila addetti, con una incidenza pari a 15,7 e 86° posto a livello nazionale) e di Pavia (3 infortuni mortali per oltre 225mila addetti, con una incidenza pari a 13,3 e 90° posto a livello nazionale).

“Occorre – conclude il sindacalista – un deciso impegno delle Regioni, per quanto di loro competenza, a iniziare da un rafforzamento dei controlli a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali, fondamentali per intercettare il lavoro sommerso nel commercio, nell’edilizia e nell’agricoltura”.