Inaugurazione Anno Giudiziario, protesta magistrati Anm

Toga, coccarda tricolore ben in vista e Costituzione, anche i giudici di Milano, tra cui il presidente del Tribunale Fabio Roia, si mettono in fila uscendo dalle porta centrale, dall’aula al primo piano del Palazzo di giustizia nel momento in cui prende la parola Monica Sarti, capo dell’ispettorato generale del ministero della Giustizia. Si tratta del gesto che si sta ripetendo, identico in tutte le corti d’Appello, per “esprimere – da parte dell’Anm – il comune pensiero della magistratura di contrarietà alle riforme costituzionali in corso di approvazione”.

Nel contesto attuale, caratterizzato da “un clima di tensione” tra magistratura e politica, afferma Giuseppe Ondei, presidente della corte d’Appello di Milano, “vi è il reale rischio che si vulnerino due principi costituzionali inderogabili quali l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e sottolineo di tutta la magistratura e non dei soli giudici. L’autonomia e l’indipendenza sono due cardini invalicabili della tenuta democratica dello Stato dal quali non è immaginabile separarsi proprio a tutela della libertà di ciascuno, e soprattutto dei più deboli”.

Lo nell’intervento pronunciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “La magistratura – pur sempre mantenendo un doveroso e corretto senso dei propri limiti – non potrà mai tacere laddove dovessero manifestarsi evidenti intenzioni di limitarne in svariati modi il raggio d’azione. Teniamocela cara questa giustizia resa da uomini indipendenti secondo un percorso cognitivo disegnato dalla legge perché le alternative sono drammaticamente peggiori”.

Ondei sottolinea come oggi l’imparzialità sia intesa “in modo distorto come fondata sull’esclusivo parametro del gradimento dell’atto emesso” e come invece solo la vera indipendenza e autonomia, cioè l’assenza di un interesse proprio, “può dare prestigio e credibilità alla giurisdizione e riporre nei cittadini quel senso di fiducia nell’operato della magistratura che purtroppo da anni va decrescendo, nonostante la magistratura nel suo complesso sia un ordine sano dello Stato. A tutti coloro che in modo indiscriminato e generico gettano fango sull’intero ordine giudiziario dico, parafrasando Bertold Brecht, che è proprio sventurata quella nazione i cui magistrati non godono della fiducia dei cittadini”, conclude.