Bach e il premio per i talenti del Barocco: un fine settimana con La Risonanza di Fabio Bonizzoni, sabato 13 e domenica 14.

Prosegue il ciclo concertistico dedicato a Bach con i Solisti de La Risonanza: sabato 13
aprile saranno Caterina Dell’Agnello violoncello, Carlo Lazzaroni violino e Marco Brolli flauto a presentare al pubblico della Palazzina Liberty pagine bachiane per i rispettivi strumenti.

Domenica 14 aprile invece, per il ciclo concertistico che vede protagonisti i giovani che crescono alla “scuola” della formazione guidata da Fabio Bonizzoni, si esibiranno i vincitori della prima edizione del Premio Sul palco de La Risonanza dedicato ai “talenti del Barocco”.

Sabato 13 aprile

Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame ore 18.00

J.S. Bach – A SOLO

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Suite in re maggiore BWV 1012 per violoncello solo

Partita in mi maggiore BWV 1006 per violino solo

Partita in la minore BWV 1013 per flauto solo

Caterina Dell’Agnello violoncello piccolo

Carlo Lazzaroni violino

Marco Brolli flauto traverso

Nella Suite in re maggiore, l’ultima delle Suites per violoncello, è inequivocabile la richiesta dell’accordatura e del numero di corde: si specifica infatti che lo strumento deve essere “a cinque corde” e che queste devono essere accordate per quinte, do, sol, re, la, mi. Si tratta di una Suite in cui la ricchezza timbrica dello strumento è uniformemente esplorata e in cui danze melodiche ricche di contrappunto (Preludio, Courante, Gigue) si alternano a danze in cui la scrittura si fa più polifonica e densa di accordi, ricordando le belle atmosfere sonore tipiche della viola da gamba (Allemande, Gavotte e Sarabande).
(Caterina Dell’Agnello)

La terza è l’unica dell tre Partite a essere stata scritta in tonalità maggiore, e questo le dona una certa gaiezza e levità. Questo clima festoso è introdotto da un Preludio, una sorta di “moto perpetuo” fra arpeggi e giochi di equilibrismi tra le corde con uno straordinario effetto polifonico, e prosegue con danze dal carattere squisitamente francese, Loure, Gavotte en Rondeau, Menuet I e II, Bourrée, e termina con una danza d’origine britannica, la Gigue, una palpitante danza popolare. (Carlo Lazzaroni)

Il Solo pour la Flûte Traversière di Johann Sebastian Bach, comunemente chiamato Partita, è uno dei pochi brani per flauto traverso solo del periodo barocco. Composta tra il 1718 e il 1735 si articola in quattro movimenti in forma di danza, come di consueto per le Suites dell’epoca. Lo stile di scrittura poco flautistico e simile alla letteratura ‘gemella’ per violino e
violoncello soli lo rende un brano di una certa difficoltà ma di rara bellezza e di indubbia perfezione compositiva. (Marco Brolli)

Gli artisti

Fra i primi musicisti in Italia a dedicarsi al violoncello barocco, Caterina Dell’Agnello ha iniziato la sua carriera a sedici anni. Si è esibita in Europa, Stati Uniti, Canada, America del Sud, Giappone e Corea suonando come prima parte in orchestre, in quartetto con Le Ricordanze e con molti fra i più importanti ensemble di musica antica. È primo violoncello de La Risonanza.
Affianca all’attività di violoncellista quella di violista da gamba e ha inciso per svariate case discografiche un repertorio che spazia da Monteverdi a Bartók.

Milanese, Carlo Lazzaroni divide la sua attività tra l’insegnamento presso l’Istituto “J. Peri” di Reggio Emilia e l’Accademia Ambrosiana di Milano e il concertismo. È primo violino dell’Ensemble La Risonanza e dell’Accademia dell’Annunciata, giovane compagine orchestrale con cui ha tenuto concerti in Italia e all’estero e che ha già al suo attivo registrazioni con G. Carmignola e M. Brunello.
Collabora inoltre con Il Giardino Armonic, Accademia Bizantina, I Barocchisti.

Marco Brolli collabora stabilmente come solista e prima parte con i più prestigiosi ensemble
di musica barocca, tra cui Il Giardino Armonico, Accademia Bizantina, La Risonanza,
Imaginarium, ecc., con i quali si esibisce per i più importanti festival e le maggiori stagioni concertistiche internazionali. Ha al suo attivo più di 50 registrazioni discografiche. È docente di Flauto traversiere presso la Civica Scuola di Musica “C. Abbado” di Milano, il Conservatorio di Parma e il Conservatorio di Cosenza.

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Domenica 14 aprile

Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame ore 11.00

Sul palco de La Risonanza. Sino alla morte

Concerto dei vincitori del premio Sul Palco de La Risonanza 2018

Giulio Caccini (1551-1618), Vedrò il mio sol

Luigi Rossi (1598-1653), Mio ben

Giulio Caccini, Dalla porta d’Oriente

Nicola Porpora (1686-1768), Occuli mei

Giulio Caccini, Amor ch’attendi

Tarquinio Merula (1595-1665), Folle è ben

Georg Friedrich Händel (1685-1759), Credete al mio dolore dall’opera Alcina HWV 34

Barbara Strozzi (1619-1677), Sino alla morte

Carly Power soprano

Hye Jin Jang violoncello

Tobias Tietze arciliuto

Fernando Olivas tiorba, chitarra barocca

Il programma presenta brani di musica italiana del XVII secolo, che affrontano l’argomento più ricorrente della storia umana: l’amore coi suoi piaceri e le sue pene. La tematica amorosa è approcciata con variopinte tonalità di emozioni e affetti; per questo motivo si è deciso di
suddividere idealmente il concerto in quattro sezioni. La prima e la terza presentano brevi canzoni e arie, mentre il cuore della serata è rappresentato dalle cantate di Porpora e Strozzi, la cui ampiezza permette un dispiegarsi maggiore di espressioni e sentimenti.

Dalla porta d’Oriente, il cui testo di Maurizia Barazzoni dipinge con parole luminescenti un affresco di favolosa bellezza naturale e femminea, ci guida verso Occuli mei, in cui la ricerca
dell’amore è punteggiata dal continuo richiamo a restare vigili. Sono declamati i poteri dell’aria, della terra, dell’acqua e delle stelle che col loro esempio ci mostrano come essere attenti per trovare ciò che desideriamo. Così predisposti potremo rivolgerci al figlio di Venere con le parole di Rinuccini «Amor ch’attendi, amor che fai?».

Con Händel iniziano le pene d’amore: Credete al mio dolore (aria tratta dall’opera Alcina) ci ricorda che questo bene, una volta trovato, può essere perduto. La voce di un violoncello accompagna le parole dell’amante Morgana mentre supplica il ritroso fidanzato Oronte di credere alla sua afflizione: a lei non resta che affidarsi alla sua pietà per uscire dalla spirale
dell’affetto non più ricambiato.

Sino alla morte di Barbara Strozzi chiude il nostro viaggio: il protagonista omaggia la sua amata con parole di assoluta fedeltà, assicurandole una passione eterna e totale. Perché dopotutto sappiamo che per spegnere «le faville degl’amanti, tutti i mari alla fin non son bastanti». (Tobias Tietze)

Gli artisti

Carly Power, soprano australiano specializzato in musica antica, dopo la laurea in canto
classico alla Western Australian Academy of Performing Arts, sta completando un
Master in musica antica alla Bremen Hochschule für Künste. ha collaborato con
numerosi gruppi quali Lark Chamber Opera, Perfectonica, The Fine Knacks
Ensemble e Bremer Barock Consort. È stata anche Principal Cantor alla St Mary’s
Cathedral di Perth per molti anni. Ultimi progetti in ordine di tempo i prossimi: Die Zauberflöte di Mozart e San Casimiro, re di Polonia di Scarlatti.

Tobias Tietze,
chitarrista e liutista, nel 2017 ha conseguito la laurea in Musica all’HfMT di Amburgo. Parallelamente alla chitarra ha iniziato a suonare strumenti a corde pizzicate d‘epoca rinascimentale e barocca. Ha partecipato a produzioni liriche e sacre con Symphoniker Hamburg, HansePhilharmonie e altri gruppi. Ha inoltre arrangiato composizioni di musica barocca per chitarra moderna: alcune di queste trascrizioni sono state pubblicate da Joachim Trekel Musikverlag Hamburg. Dall’ottobre 2017 Tobias studia liuto con Joachim Held alla Hochschule für Künste Bremen e suona con gli ensemble I Zefirelli e La Protezione della Musica.

Hye Jin Jang si laurea nel 2014 alla Seoul Arts High School in Corea. Studia violoncello
barocco con Olaf Reimers dall’aprile del 2015 al maggio del 2016 e dall’ottobre 2016 è iscritta nella classe di violoncello barocco di Viola de Hoog alla Hochschule für Künste di Brema.

Nato in Messico, Fernando Olivas ha iniziato gli studi musicali a 22 anni nella sua città natale.
Attualmente si sta specializzando in strumenti antichi a pizzico presso l’Università delle Arti di Brema, avendo come insegnante di riferimento Joachim Held. Prediligendo un tipo di approccio performativo, che include una presenza scenica energica e imprevedibile, Fernando è stato invitato a prendere parte a numerosi progetti in tutta Europa (concerti in Italia, Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra, Repubblica Ceca, Lituania, Austria, Scozia, Danimarca etc.).

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BIGLIETTI

Palazzina Liberty Dario Fo e Franca Rame

intero: € 7.00

under 18: € 1.00

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