We Are The World, le foto di Elisa Fossati protagoniste su TgCom24.

Giovane, genuina. Elisa Fossati, astro nascente ‒ di origini milanesi ‒ della fotografia è la protagonista della puntata di oggi del nuovo programma lanciato da Paolo Liguori, direttore di Tgcom24. Per sopperire all’impossibilità di recarsi a visitare mostre e musei a causa del Coronavirus, si portano arte e artisti direttamente nelle case degli italiani. Ospite di questa finestra sarà appunto la fotografa Elisa Fossati.

Focus del servizio la mostra itinerante We Are The World, presentata a Milano lo scorso anno e portata poi a Bassano del Grappa (VI), Roma e in Cervinia. Alcuni di questi scatti sono stati esposti anche a Spoleto e a Venezia durante la Pro Biennale presentata da Vittorio Sgarbi. Mentore un parterre di grandi personalità: il sociologo Francesco Alberoni, il manager Stefano Renga, il direttore di Ansa Lombardia Vincenzo Di Vincenzo, il fotografo internazionale Roberto Villa, il direttore della Triennale della Fotografia Italiana Luigi Gattinara e il curatore di mostre e grandi eventi Salvo Nugnes. «È qualcosa che va oltre la semplice fotografia» commenta Villa. «La fotografia – spiega Renga – è vero che è emozione, ma soprattutto credo che abbia una funzione evocativa: non richiama necessariamente dei ricordi, ma delle rielaborazioni che noi manifestiamo come emozioni, ma che in realtà sono il frutto di quella che è la maturazione della persona».

Una maturazione raggiunta attraverso viaggi ed esperienze da chi ha visitato gran parte del mondo e ha voluto mostrarne unicamente la parte migliore, quella che conta. Perché è vero che esistono culture, realtà diverse, ma è ancor più vero che tutto il mondo è paese e che per questo esiste la rassegna We Are The World: per testimoniare che alla fine siamo tutti uguali. Questa è la conclusione a cui è giunta Elisa Fossati nel suo incessante errare. Un po’ cittadina cosmopolita, un po’ curiosa esploratrice, dapprima con le macchinette usa e getta, poi con quelle digitali, la fotografa immortala paesaggi, monumenti e scorci. L’immagine viene poi rielaborata, fusa con pensieri e parole. Una contaminazione necessaria e naturale, spontanea e sorprendente come un aforisma, quello che sigilla e impreziosisce ciascuno scatto.