Mi va stretto lo stivale, domenica 16 a La Creta

Domenica 16 marzo a Milano, presso il cineteatro “La Creta”, si terrà lo spettacolo “Mi va stretto lo stivale”, di e con Walter Di Gemma. Si tratta di uno sguardo tagliente, ma mai volgare, sull’Italia di oggi. Un Paese che conosciamo fin troppo bene, forse al punto da non sorprenderci più. Un Paese che si guarda allo specchio e finge di non vedere le rughe, che si racconta sempre la stessa storia con la speranza che, ripetendola abbastanza volte, finisca per diventare vera. Un Paese fatto di contraddizioni, di slanci e frenate, di illusioni collettive e risvegli bruschi.

Siamo parte di una società che corre, ma non si sa bene verso dove. Le città brulicano di vita, eppure c’è un senso di vuoto, un silenzio che si insinua tra i clacson, gli schermi sempre accesi, le vetrine scintillanti.

Un’energia sospesa, un’attesa che sembra non finire mai. Un limbo, perfettamente oliato, in cui ogni meccanismo funziona senza intoppi: il ritmo è scandito da chi decide, la direzione già tracciata da mani invisibili, mentre gli italiani si lasciano trasportare, oscillando tra indignazione e rassegnazione.

La cura per l’inerzia e la rassegnazione: la satira

Ma c’è un antidoto a questa inerzia, un’arma sottile e affilata come una lama nascosta nel velluto: la satira. Non quella gridata, aggressiva, fatta di volgarità e parole forti per sopperire alla mancanza di argomenti, ma quella vera, elegante, capace di colpire con intelligenza.

L’ironia diventa l’ultimo baluardo della coscienza, la voce fuori dal coro che sussurra verità scomode tra una risata e l’altra. Perché ridere è ancora un atto di resistenza, ma farlo con garbo e profondità è un’arte rara, che illumina senza ferire gratuitamente.

E mentre tutto scorre, il grande intrattenimento continua. Basta poco infatti per anestetizzare le coscienze: un campionato da seguire con il fiato sospeso, un nuovo tormentone televisivo, una polemica da consumare in pochi giorni, prima che venga sostituita dalla successiva.

Perché, in fondo, è sempre stato così: l’importante è che gli stadi siano pieni, che la televisione resti accesa, che il brusio di fondo copra qualsiasi pensiero più profondo.

Ma c’è qualcosa che resiste, che si insinua tra le crepe del sistema: la musica. La musica non è solo sottofondo, non è solo evasione. È memoria, è denuncia, è un filo sottile che collega il passato al presente e ci obbliga a fermarci, ad ascoltare, a sentire.

Può essere una carezza o un colpo ben assestato, può farsi beffa del potere o cantarne le contraddizioni, ma non ha bisogno di gridare per farsi ascoltare. È un’arte che parla con forza senza bisogno di cadere nella volgarità, che colpisce con la precisione di un bisturi, non con la pesantezza di un martello.

E voi? Non sentite anche voi che questo stivale sta diventando sempre più stretto? Che il margine per muoversi si restringe, che il fiato si fa corto, che qualcosa preme contro il petto? Forse è ora di allentare i lacci, di provare a cambiare rotta. O almeno di iniziare a chiederci dove stiamo andando.

L’appuntamento con lo spettacolo “Mi va stretto lo stivale” è per Domenica 16 marzo, alle ore 16 presso il Teatro La Creta (Via dell’Allodola, 5) a Milano.

Per informazioni e prenotazioni basta contattare i numeri 392 387 6894 – 348 7600429 o la mail milanoteca@gmail.com.

DOMENICA 16 MARZO – ORE 16
TEATRO LA CRETA
Via dell’Allodola 5 – MILANO
Info e prenotazioni: 392 387 6894 – 348 7600429
Posto unico € 20
Email: milanoteca@gmail.com