Presentata oggi alla stampa la mostra Visions in motion – Graffiti and echoes of Futurism. L’esposizione, che aprirà domani al pubblico (sabato 30) alla Fabbrica del Vapore di Milano, presenta un inedito percorso che vede, in dialogo tra loro, i due movimenti artistici di inizio e di fine ‘900: Futurismo e Graffitismo.
La mostra, mai realizzata in Italia, è prodotta da Navigare srl, in coproduzione con Fabbrica del Vapore – Comune di Milano, ed è affidata al critico e curatore d’arte americano Carlo McCormick, in collaborazione con Edoardo Falcioni e Maria Gregotti, con i testi critici di Elena Pontiggia e Angela Madesani. “La mission della nostra società – ha detto Fabiola Lacagnina, della società produttrice Navigare – è di portare la bellezza al cuore delle persone, creando anche ponti di dialogo e di confronto tra epoche cosa che, in questa mostra e in questo progetto innovativo, si realizza in modo particolare.
Il progetto, che presenta 150 opere di 39 artisti (16 futuristi e 23 writer) evidenzia una apparentemente insospettabile continuità tra l’arte del Futurismo italiano, nato agli inizi del 1900 e quella del Graffitismo americano, risalente agli anni ’70. “Siamo riusciti a costruire ed evidenziare il dialogo tra i due movimenti artistici ed è stato difficile, – ha affermato Edoardo Falcioni, co-curatore della mostra -, perché è una mostra audace, ma gli stessi artisti del Graffitismo riconoscono l’influenza dell’estetica futurista sulla loro arte, del concetto del dinamismo e della velocità che accomuna i due movimenti”.
Una continuità che i curatori della mostra rintracciano non solo nella comune ossessione delle due correnti artistiche per il movimento, ma anche nella sfida di entrambe lanciata alle rigide definizioni e ai tradizionali spazi dell’arte. In particolare, il dinamismo inteso dai futuristi trovava alta espressione con Boccioni, che immortalava la metamorfosi del corpo in movimento mentre, tra i graffitisti, Basquiat esplorava la metamorfosi culturale e sociale e la forza del cambiamento di un mondo in continua trasformazione rappresentato nella sua tag SAMO.
“I graffiti hanno rappresentato sicuramente una rottura – dichiara il curatore americano Carlo McCormick -, ma in questa visione è stato un errore non aver osservato come questo movimento poteva affiancarsi a diversi dialoghi inediti, cosa che accade in questa mostra, che mette in evidenza la vicinanza degli stessi artisti graffitisti al futurismo. Artisti che si sono dichiarati o scoperti vicini al movimento futurista, per il dinamismo e per il concetto della velocità in particolar modo”.
In entrambi i movimenti, inoltre, anche il colore riveste un ruolo fondamentale, assurgendo a strumento di rottura e trasformazione. Da un lato, le cromie vibranti in sintonia con le sensazioni futuriste della velocità e, dall’altro, le tonalità accese dei graffitisti rappresentativi di una lotta vitale nel grigiore della giungla metropolitana e di una protesta sociale e politica. “Abbiamo trattato il Futurismo come un motore, qualcosa che può essere interpretato dagli artisti contemporanei in modi diversi e si tratta di un modo diverso di guardare al futurismo che, in genere, viene trattato in modo accademico”. Maria Gregotti, co-curatrice della mostra, ha poi sottolineato che: “Questo progetto, inoltre, dà anche molta importanza alle donne che già hanno avuto un ruolo importante anche nell’arte futurista”.
Pieno consenso anche da parte di Maria Fratelli, direttrice della Fabbrica del Vapore che co-organizza la rassegna: “C’è tra i due movimenti una continuità molto forte, ma il graffitismo ha preteso con forza di attraversare la città, ed è bello che oggi gli artisti graffitisti siano studiati, valorizzati e accolti. Non è una mostra cronologica, ma è costruita su confronti, abbinamenti e accostamenti che possono essere sì estetici ma non solo”.
Distribuite nelle 5 sezioni: Dinamismo; Colore; Città; Ribellione; Eco, e la sezione documentale Ephemeras, le opere sono poste in continuo confronto, sottolineando il debito di continuità e ispirazione che i writer americani come, tra gli altri, Basquiat, Haring, Zephyr, Blade, A-One, Scharf, Futura 2000, Kool Koor, Sonic Bad, Cutrone, Rammellzee, presentano nei confronti degli artisti futuristi, tra i quali Balla, Boccioni, Sironi, Dudreville, Depero, Dottori, Prampolini.
In mostra, si segnala, inoltre, la presenza dell’opera inedita di John “Crash” Matos, Visions in motion, realizzata appositamente per l’esposizione di Milano, e le opere di due artiste donne, la futurista Adriana Bisi Fabbri e la writer Lady Pink, capaci di distinguersi in un campo, a inizio ‘900 come alla fine del secolo, dominato dalla presenza maschile. Chiude il percorso espositivo la piccola sezione documentale, Ephemeras, con documenti relativi al Futurismo e al Graffitismo e ai loro protagonisti. Visions in motion – Graffiti and echoes of Futurism sarà aperta dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:30 alle ore 19:30, e sabato, domenica e festivi dalle ore 9:30 alle ore 20:30. Biglietti in sede e online su ticketone.it. Sito web: www.navigaresrl.com