Università, possibile chiusura immatricolazioni per un anno del corso in Mediazione Linguistica, gli studenti non ci stanno.

L'Università statale deserta a causa dell'emergenza Covid e della Dad, 29 Ottobre 2020. ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

Nella seduta del 1 Febbraio della Commissione Didattica del Senato Accademico
l’amministrazione ha proposto la possibilità di non aprire le immatricolazioni del prossimo
anno per il corso di Mediazione Linguistica e di reintrodurre il numero chiuso, a partire dal
2023.

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno visto che solo ieri, e per la primissima volta, è
stata paventata questa possibilità che verrà posta in approvazione già nella prossima seduta
del Senato, in programma martedì 8 febbraio. La motivazione riportata dall’amministrazione
per giustificare questa proposta è l’aumento delle immatricolazioni degli ultimi anni, non più
gestibili in termini di spazio e di didattica. La soluzione, quindi, sarebbe quella di impedire a
migliaia di studenti e studentesse di immatricolarsi nei prossimi anni compromettendo per
sempre la loro carriera universitaria e personale.

«Nel 2019 spiega Niccolò Piras, Coordinatore metropolitano di UDU Milano il Tar del
Lazio, a seguito di un nostro ricorso, ha dichiarato illegale il numero chiuso imposto
dall’Ateneo al corso di Mediazione Linguistica. Questo perché non veniva rispetta la legge
n.264 del 1999 dato che per l’accesso al corso era necessario aver ottenuto un voto del
diploma di maturità non inferiore a OTTANTA/CENTESIMI. L’illecito del bando di
ammissione al corso era quindi palese e non poteva portare ad una sentenza diversa da
questa. Come rappresentanti prosegue Piras abbiamo più e più volte sottolineato
all’amministrazione che ignorare la sentenza non era la soluzione adeguata ma sarebbero
serviti sostanziali investimenti sugli spazi della sede di Sesto San Giovanni. Complice la
situazione emergenziale del Covid il tema non è stato più affrontato fino ad oggi, nonostante
(e aggiungiamo fortunatamente) in questi tre anni moltissimi studenti e moltissime
studentesse che non avrebbero potuto immatricolarsi si sono iscritti e iscritte al corso di
laurea».

Perché l’Ateneo in tre anni non ha studiato soluzioni alternative? «Esistono descrive il
Coordinatore di SUUDU Statale Sebastiano Pala e potrebbero essere percorse solo con
la volontà di accogliere, o quanto meno ascoltare, le istanze di studenti e studentesse che
desiderano solo studiare nel corso di laurea che preferiscono. Tutto questo senza contare
le ricadute anche sugli altri corsi degli atenei. Sono infatti prevedibili e pronosticabili un
aumento sostanziale del numero delle immatricolazioni nei corsi di Lingue, oltre che a quelli
in inglese della Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali; ma anche un possibile
aumento della tassazione annuale ed in generale su tutti gli studenti e le studentesse delle
Statale visto che ad oggi non è dato sapere come i mancati introiti delle tasse di un intero
anno accademico verranno coperti. Non possiamo dunque che essere fortemente contrari
alle proposte di chiusura da parte dell’Università. Serve che tutte le parti in causa, noi
compresi, dialoghino concretamente e apertamente su tutti gli scenari alternativi e possibili
a quello annunciato. Affrontarli potrebbe essere complesso, ma limitare il diritto allo studio
non può essere la soluzione».