Donna bielorussa ucccisa, fermato il compagno

Svolta nelle indagini sulla morte di Hanna Herasimchyk, la 46enne bielorussa, trovata morta lo scorso 13 giugno nel suo appartamento a Pozzuolo Martesana, nel Milanese. A sei mesi esatti dal ritrovamento del corpo senza vita, i carabinieri del comando provinciale di Milano hanno arrestato per omicidio aggravato il compagno della donna, un 43enne polacco.

Il corpo Herasimchyk – ricordano i carabinieri in una nota – presentava “vistose ecchimosi provocate in periodo prossimo alla morte e segni di asfissia meccanica provocata da terzi”.
Secondo gli inquirenti è stato il compagno a soffocare la donna, nella notte tra l’11 e il 12 giugno, al culmine di una violenta lite. Poi avrebbe simulato di ritrovare il corpo senza vita solo la mattina del 13 giugno.

 

Durante i sei mesi di indagini, i carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dai magistrati del VII dipartimento della procura di Milano, hanno incrociato i dati raccolti da intercettazioni e copie forensi dei telefoni con gli esiti dell’autopsia e con le tracce biologiche trovate sulla scena del crimine, raccogliendo “gravissimi indizi” di colpevolezza a carico del 43enne.

Il rapporto tra i due – viene evidenziato nella nota dei carabinieri – sarebbe stato “burrascoso e ormai logoro”, con “frequenti litigi e aggressioni reciproche”. L’ultima, la notte tra l’11 e il 12 giugno, ha portato alla morte di Hanna Herasimchyk.

Telefonate senza risposta e messaggi inviati alla compagna, ormai morta. Così Konrad Daniec, il 43enne polacco arrestato oggi per l’omicidio della compagna Hanna Herasimchyk, avrebbe tentato di “precostituirsi un alibi”, secondo la gip del tribunale di Milano, Anna Magelli, che ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere. L’uomo, accusato di aver strangolato a morte la compagna nella notte tra l’11 e il 12 giugno scorsi nel loro appartamento a Pozzuolo Martesana (Milano), avrebbe trascorso poi oltre 24 ore fuori casa, dormendo a bordo del camion che guidava per lavoro. Un’assenza giustificata agli inquirenti con la voglia di “evitare altri litigi”, dopo l’ennesima lite con Hanna.

All’alba del 13 mattina, però, a suo dire preoccupato dalle mancate risposte della donna (era già morta), rientra nell’appartamento, dove lei giace sul pavimento tra il soggiorno-cucina e il corridoio, senza vita e con lividi sul corpo. Nella mano destra, chiusa a pugno, una ciocca di capelli. E’ lo stesso Daniec a dare l’allarme. Ai carabinieri l’uomo “visibilmente provato e in lacrime” riferisce sin da subito di una discussione tra la vittima e un suo ex fidanzato, che le aveva inviato messaggi minatori. Per la gip un tentativo di “sviare le indagini”, che tuttavia non convince gli inquirenti. Passa poco tempo e Daniec diventa “il primo sospettato della morte della compagna convivente”.

Gli amici di Hanna raccontano di frequenti liti nella coppia, che sfociavano in aggressioni fisiche da parte del compagno. E “vista la mole fisica” dell’uomo, lei “non poteva fare altro che subire”. In un’occasione – sempre stando a quanto raccontato dalla vittima a un amico – Daniec l’avrebbe picchiata fino a farle perdere conoscenza. Anche i vicini di casa hanno riferito agli investigatori di continue e violente discussioni. L’ultima appena un mese prima della morte di Hanna, quando dall’appartamento accanto si era sentita la donna gridare aiuto.

Un rapporto così burrascoso che la stessa madre dell’indagato fin da subito sospetta del figlio, e non glielo nasconde. Mentre ne discutono, a fine luglio, la donna provoca il figlio: “E cosa fai, mi ammazzi come hai fatto con Hanna?”. Lui risponde: “Io non ho fatto niente di male, non sono un assassino”. La dimostrazione sarebbe proprio il fatto che, se fosse stato lui a uccidere la compagna, “sarebbe già in galera”.

Da oggi ci si trova. Il gip, su richiesta della procura, ha disposto la custodia in carcere per omicidio aggravato dal rapporto di convivenza (esclusa invece dal giudice la crudeltà). Un’esigenza cautelare data dalla “allarmante pericolosità sociale” e dalla “mancata capacità di controllo degli istinti più aggressivi” da parte del 43enne. (AdnKronos)