Tableau de Bord, un viaggio nei luoghi del fare, il report Ambrosetti per Confartigianato Varese.

È stato presentato venerdì 22 luglio, alle Ville Ponti di Varese, il Tableau de bord strategico della competitività della provincia di Varese, lo studio di The European House Ambrosetti, commissionato da Confartigianato Imprese Varese, che restituisce la fotografia sullo stato di salute del territorio della provincia di Varese nel nuovo contesto di riferimento, post-pandemia Covid e alla luce delle conseguenze del conflitto in Ucraina.

Si tratta del secondo step di un percorso iniziato nel 2018-2019, con l’iniziativa “La Provincia di Varese: scenari di futuro” che a partire dall’analisi della situazione territoriale prefigurò la proposta di una visione di medio-lungo periodo, centrata sull’ipotesi di diventare un hub della mobilità avanzata, affermandosi come area di riferimento per le tecnologie green e la transizione verso l’economia circolare. Una prospettiva che si è concretizzata nel progetto di un centro di ricerca e di formazione per l’industria automotive avanzata da realizzare in provincia di Varese per intercettare i fondi del PNRR: progetto che il Comune di Varese ha accolto e portato avanti con la fattibilità tecnica del centro InnoVA nel quartiere di Valle Olona.

L’aggiornamento 2022 del Tableau de bord strategico del territorio si pone l’obiettivo di interpretare le dinamiche congiunturali, attivare un dibattito sui temi centrali per il futuro e porre le basi per la prosecuzione del progetto di visione strategica per l’evoluzione del territorio della provincia di Varese.

Tra i dieci messaggi chiave che emergono dallo studio appaiono più ombre che luci: se da un lato la crisi pandemica ha contribuito ad enfatizzare alcuni dei punti di debolezza strutturale del territorio provinciale, allo stesso tempo nella fase post-Covid emergono segnali di ripresa grazie ad alcuni dei punti di forza del territorio.

Il territorio della provincia di Varese, in particolare è in fondo alla classifica regionale sui tre macro-obiettivi di sistema del Tableau de Bord strategico (nona su 12 province lombarde per capacità di generare ricchezza e percentuale della popolazione giovane e penultima per densità dell’imprenditoria industriale), mentre nell’ultimo decennio sta assistendo sia ad una contrazione demografica che riduce la quota di popolazione disponibile per il mercato del lavoro (due punti percentuali in meno tra il 2012 e il 2021) sia ad una riduzione della dinamicità economica, con un ampliamento del gap del PIL pro capite rispetto alla media lombarda e un calo del peso della manifattura (dal 33,9% al 32,7%).

D’altra parte, Varese è la terza Provincia lombarda per densità di imprese manifatturiere (6,8 per chilometro quadrato, il doppio della media regionale) e di imprese artigiane (16,1 per chilometro quadrato rispetto a una media regionale di 10,1), ma vede in diminuzione la propensione all’imprenditorialità, con l’area a Sud della Provincia (Busto Arsizio, Gallarate e Saronno) che è quella che cresce di più oltre ad avere la maggior concentrazione di imprese manifatturiere. E l’export, che contribuisce per il 40% al PIL provinciale, ha recuperato terreno rispetto ai livelli pre-pandemia meglio del resto della Lombardia (pù 10% sul 2019) ed è tornato ai livelli del 2019 in quati tutti i settori manifatturieri. Luci e ombre anche sul fronte del mercato del lavoro del Varesotto: da un lato, è stato tra i meno colpiti dalla pandemia (quinta provincia per capacità di tenuta nell’annus horribilis del 2020, con la disoccupazione al 5,3%), ma dall’altro, le condizioni lavorative sono peggiorate sia per i giovani (tasso di disoccupazione al 25,3%, con un aumento del 2,7% rispetto al 2019) sia per le donne (più 0,8% pur essendo la terza provincia per tasso di occupazione femminile). Soffre il turismo, con Varese ultima provincia per permanenza media (1,81 giorni), ma i segmenti sport e outdoor promettono bene. Così come su mobilità a impatto zero (più 143% di autovetture a basse emissioni nel capoluogo Varese tra il 2015 e il 2020) e sensibilità ambientale, con la provincia che è quarta per tasso di raccolta differenziata urbana e terza per qualità dell’aria, con soli 25 giorni di superamento del limite di emissioni di PM10 (nel 2020) contro i 44 della media regionale. E se la situazione provocata dal conflitto russo-ucraino ha indotto il 19% delle imprese manifatturiere varesine a ridurre la produzione, una su cinque dichiara di guardare a nuovi mercati di approvvigionamento.

Per quanto riguarda i 31 Key Performance Indicator Export, in quattro casi Varese è sul “podio”: export extra UE post-Brexit (50,8% sul totale delle esportazioni), tasso di occupazione femminile (60% sulla fascia di popolazione 15-64 anni), copertura della banda ultra larga FTTC (fibra fino alla “cabina” al 98,9% delle famiglie) e qualità dell’aria. Ma in otto casi la provincia è nelle ultime tre posizioni. Il trend vede un miglioramento nel 32,3% dei KPI (dieci su 31) e una performance negativa nel 29% degli indicatori (nove su 31), stabili il 38,7% (12 su 31).