Milano, dopo il Covid, riparte per la sua reputazione di centro dell’economia e per la qualità dei suoi atenei.

Milano, dopo il Covid, è tra le migliori 20 città al mondo per la reputazione dei suoi laureati, grazie alla qualità delle sue università, accresce la sua notorietà di centro economico e torna ad accogliere 1,2 milioni di turisti tra giugno e agosto 2021 (più del doppio rispetto al 2020). I dati confermano la competitività e il potenziale di attrattività di Milano nel confronto internazionale ma la ripartenza della città, al pari di tutti i grandi centri urbani, è più lenta rispetto al territorio nazionale con un recupero del PIL rimandato al 2023 (vs Italia 2022).

È quanto emerge dall’ultima analisi del Centro Studi di Assolombarda dal titolo Milano Città Globale, realizzata con l’obiettivo di approfondire gli elementi di attrattività e di competitività del territorio.

Lo studio è stato pubblicato oggi su Your Next Milano (www.yournextmilano.it), la piattaforma digitale ideata per ospitare le analisi su Milano e sui principali asset di sviluppo della città, come, ad esempio, internazionalizzazione, smart city e occupazione femminile.

La ripartenza nelle città è in atto, ma più lenta che a livello nazionale

Nel post-Covid, al pari di altre città globali, Milano riparte ma più lentamente rispetto al territorio nazionale. Basti pensare che, lato mobilità della popolazione, nella prima metà di settembre 2021 gli spostamenti verso i luoghi di lavoro registrano ancora una flessione del -27% rispetto ai livelli antecedenti al Covid, mentre in Italia si rileva un più contenuto -14%. E gli spostamenti per tempo libero-shopping-cultura diminuiscono del -9% contro un +4% a livello nazionale. Una dinamica comune alle grandi città globali: si tratta infatti di un delta che, pur variando in ampiezza, separa anche Parigi dalla Francia, Londra dal Regno Unito.

La reputation di Milano cresce nel post Covid

Milano può capitalizzare su uno dei suoi punti di forza: la reputazione come centro economico e di talenti.

Quanto alla reputazione come centro di talenti – secondo il QS Best Cities Ranking, la classifica delle migliori città studentesche al mondo – Milano complessivamente arretra da 40esima nel 2019 a 46esima nel 2021, tuttavia si conferma una riconosciuta città universitaria a livello internazionale, ottenendo il suo miglior risultato nell’indicatore Employer Activity (che si basa sull’opinione che 75mila datori di lavoro internazionali hanno sulla qualità dei laureati delle università locali combinato con gli indicatori occupazionali dei giovani laureati) e posizionandosi diciottesima tra le 164 città incluse. Un risultato in crescita rispetto al 2019 e che vede Milano acquisire 5 punti in più rispetto a Barcellona e Chicago, arrivando a soli 2 punti da Berlino.

Con riferimento alla reputazione come centro economico, da un’analisi delle ricerche di tendenza sul web emerge che, nel confronto con le città europee Londra, Parigi, Berlino e Barcellona, la notorietà di Milano come polo commerciale e industriale nel 2021 cresce e supera i livelli del 2019, dopo Parigi e Londra.

Sul fronte turismo, gli arrivi, diminuiti di quasi il 76% nel 2020 (-70,1% a Barcellona, -71,8% a Parigi, -64,6% a Berlino, -66,5% a New York), sono risaliti rapidamente con le riaperture a partire da marzo 2021 e sono aumentati ulteriormente nei mesi estivi: secondo i dati preliminari della Questura di Milano, sono 1,2 milioni gli arrivi nella Città Metropolitana tra giugno e agosto 2021, più del doppio di quelli accolti nell’estate 2020, seppur ancora la metà rispetto agli stessi mesi nel 2019.

Inclusione, sostenibilità ambientale, rigenerazione, prossimità: le sfide di Milano da portare a termine

Se il recupero è in atto, il punto di arrivo è in potenza: permane una situazione transitoria in cui la pandemia incide ancora su mobilità urbana, spostamenti, economia. Dopo 6 anni di crescita del PIL sostenuta e più che doppia rispetto al dato italiano (nel 2014-2019 complessivamente +11,7% Milano, +5% l’Italia), la pandemia nel 2020 ha inciso con una perdita di quasi un punto più profonda che in Italia (-9,8% vs -8,9%) e un recupero per Milano dei livelli 2019 ritardato al 2023 (e in Italia sostanzialmente anticipato al 2022). Nei piani delle città che immaginano il proprio futuro dopo la pandemia, le parole chiave accanto ad attrattività e ‘recovery’ diventano inclusione, sostenibilità ambientale, rigenerazione, prossimità. Nell’accogliere queste sfide, Milano può giocare un ruolo da protagonista calibrando un ‘mix’ unico di asset: il suo capitale umano, il ricco ecosistema universitario, il vibrante tessuto economico, la forte ispirazione civile e solidale.

L’analisi completa è disponibile al seguente link.