Le impietose condizioni di lavoro dei portalettere precari di Poste Italiane.

riceviamo e pubblichiamo

Gentili Redazioni,

sono Carmine, ex dipendente di Poste italiane. La mia triste esperienza lavorativa come portalettere, nei mesi di marzo e aprile 2022, ampiamente divulgata sui social media, ha suscitato sgomento e totale indignazione da parte di migliaia di precari in tutta Italia alle dipendenze del colosso giallo-blu che hanno riscontrato le medesime impietose condizioni lavorative, apertamente denunciate fin da subito. Si veda lettera in allegato 1.

Allegato 1 – Poste Italiane Lettera aperta – Pistoia 13.5.2022

Fermo restando che sia intollerabile che un’azienda alle dipendenze dello Stato si trasformi in una fabbrica di precariato, tale modo di fare per quanto eticamente deplorevole, non infrange alcuna norma. C’è però una condotta dell’Azienda strettamente connessa all’utilizzo dei contratti a tempo determinato (solitamente di pochi mesi e prorogabili di volta in volta) che costituisce a tutti gli effetti un illecito: questi tantissimi ragazzi/e – sotto la pressione del rinnovo del contratto – lavorano ben oltre l’orario ordinario senza essere pagati. Proprio così, in Poste Italiane si lavora facendo straordinari non pagati!

Questa situazione è ben nota ai sindacati, ai politici e a buona parte della stampa, ma nessuno ne parla.

Con le dovute proporzioni quello che ha fatto Poste Italiane negli ultimi anni e continua fare, con migliaia e migliaia di precari, non è poi così distante da fenomeni di caporalato. Ma non scandalizza e a nessuno importa. Siamo in Italia dove tutto è concesso e a rimetterci è sempre il più debole.

Queste tantissime ore di lavoro non sono retribuite perché non vengono formalmente autorizzate dai responsabili. Naturalmente questa condotta non trova alcun fondamento giuridico.

Rivolgendomi a un avvocato e all’Ispettorato del lavoro, ho richiesto l’accertamento e la retribuzione delle ore in più. E ho condiviso la vicenda sui social, visto che i giornali ci ignoravano, affinché potesse essere da esempio per i tanti precari sfruttati da Poste Italiane.

Le denunce sono molto rare perché la maggior parte mira ad essere assunto in pianta stabile e chi denuncia non lavora più! Inoltre, denunciare richiede coraggio e richiede fatica. Caratteristiche che, a quanto pare, in Italia sono andate via via scemando.

Tuttavia, in privato, un’infinità di lavoratori ed ex lavoratori delle Poste mi contattava per sapere come richiedere gli straordinari non pagati. Ho avviato così un silenzioso lavoro di reportage,  per documentare attraverso la “voce” dei lavoratori lo sfruttamento – di cui nessuno parla – dell’esercito di precari di Poste Italiane.

Per un senso di giustizia e di dignità di migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici che, troppo spesso inermi, hanno quotidianamente visto i propri diritti violati da Poste Italiane, si vorrebbe portare a conoscenza dell’opinione pubblica tutto ciò.

Premetto, che la seguente documentazione (in costante aggiornamento), è stata più volte inoltrata alle Istituzioni politiche, in primis al Ministero del Lavoro, all’Ispettorato Nazionale del Lavoro e agli uffici Territoriali, nonché a numerose trasmissioni televisive e a note testate giornalistiche italiane. Ma a nessuno importa.

Cosa bisogna fare per farsi ascoltare in Italia?

Si ringrazia anticipatamente per ogni eventuale attenzione.

Distinti saluti.

Carmine Pascale, a nome di migliaia di portalettere precari di Poste Italiane

Gazzetta di Milano, nello spirito che da sempre la contraddistingue, è pronta a pubblicare l’eventuale replica da parte di Poste Italiane in merito alla vicenda.