Nuovo stadio, Politecnico: CO2 per più del 5% delle emissioni dell’intera città.

“La demolizione dello stadio di San Siro e la sua ricostruzione implicano circa 210 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica, causate solo dal cemento armato”. Lo ha detto Paolo Pileri, professore di Pianificazione e Progettazione urbanistica al Politecnico, ospite della Commissione consiliare congiunta Sport e Olimpiadi.

“Anche altri tipi di interventi che non ho contabilizzato nel mio studio comporteranno ulteriori emissioni di CO2”, ha spiegato Pileri, “il costo per le future generazioni sarà molto alto in termini climatici”. Secondo i calcoli del professore del Politecnico il peso solo degli interventi di demolizione e di ricostruzione dello stadio “saranno pari a più del 5 per cento di emissioni di anidride carbonica dell’intera città. Ovvero ci farebbero perdere in un solo colpo tutto quello che è stato guadagnato dal 2005 al 2020 in termini di emissioni. Il Piano aria clima ne avrebbe uno sgambetto, perché se abbiamo ottenuto una riduzione del 4.5 di emissioni in quindici anni, con una sola opera pubblica ti mangi tutto quel 4.5 e non ho calcolato tutte le altre voci a cui competono un’enormità di emissioni”.

La compensazione del progetto Cattedrale del nuovo stadio che prevede un parco di 11 ettari di alberi, secondo Pileri “andrebbe a compensare solo il 5 per cento della sola quota cemento armato. Questa operazione verde è irrisoria”. Mentre il “74 per cento del progetto ‘Forestami’ servirebbe a compensare solo le emissioni figurative del cemento armato in gioco nel progetto San Siro”.

“Se l’approccio con cui furono pensate le riqualificazioni urbane di Porta Nuova, CityLife, Cascina Merlata, fosse stato quello proposto dal prof Pileri ora avremo ruderi e degrado in pieno centro – ha commentato Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia – . Invece, i quartieri sopra citati sono all’avanguardia e apprezzati non solo dai milanesi, ma anche dai tanti turisti che dopo l’emergenza pandemica stanno scegliendo di tornare nella nostra città perché bella e moderna. Un buon amministratore pubblico deve pensare a cosa lascerà in eredità alla propria città e ciò fu alla base delle scelte del centrodestra. Detto ciò, temo che il nuovo stadio rischi di non farsi più, almeno per il momento, a causa del contesto geopolitico e delle ripercussioni sul costo delle materie prime che condizionano pesantemente il settore edile e per cui Forza Italia ha fatto approvare a maggioranza nell’aula di Palazzo Marino un documento che punta a evidenziare il rischio paralisi dei cantieri, pubblici e privati. Attendiamo tutti che ci siano tempi migliori in cui il faro sia lo sviluppo e la crescita di Milano, sicuramente con attenzione all’ambiente, ma senza prevaricarne opportunità”.(MiaNews)