Solo un milanese su tre pensa che l’azienda in cui lavora si preoccupi della sua salute

Ormai da anni il welfare aziendale è diventato un tema centrale per tutte le imprese, che sempre più spesso lanciano iniziative per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, con l’offerta di varie tipologie di benefit. Nonostante ciò, ancora oggi a Milano soltanto una minoranza dei lavoratori ritiene che la propria azienda si prenda veramente cura del suo benessere: a rilevarlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute[1], che ha interrogato gli abitanti del capoluogo lombardo sulle misure di welfare aziendale, in particolare per quanto riguarda l’ambito della salute e dei servizi ad essa dedicati.

 

Secondo quanto emerso dal sondaggio, solo il 34% degli intervistati è d’accordo con l’affermare che l’azienda in cui lavora ha a cuore il suo benessere e la sua salute. Malgrado il tanto parlare di ambienti di lavoro più vicini ai bisogni delle persone, dunque, a Milano circa due intervistati su tre non sembrano percepire un reale impegno della propria azienda in questo senso.

 

Ma quanto sono realmente diffuse allora le misure di welfare aziendale? Dalla ricerca risulta come il servizio offerto più spesso sia quello dei buoni pasto o della mensa, fornito da circa sei aziende milanesi su dieci (61%). Al secondo posto ci sono i servizi di sanità integrativa (45%), seguiti dai fondi pensione (42%), dai percorsi di formazione (41%) e dai buoni spesa/gift card (33%). Ma c’è anche chi lavora in aziende che non hanno alcun piano di welfare aziendale: il 79% di essi vorrebbe che il proprio datore di lavoro cominciasse a introdurlo, e una percentuale ancora maggiore desidererebbe che la propria azienda offrisse misure di sanità integrativa (82%).

 

UniSalute ha allora indagato quali servizi relativi alla salute fossero più popolari, tra i milanesi che hanno la possibilità di accedervi. Il rimborso delle spese per visite ed esami (svolti privatamente o tramite il SSN) e i pacchetti di prevenzione e check-up sono al primo posto, sfruttati dal 67% dei dipendenti. Seguono, al 64%, le prestazioni mediche in convenzione a prezzi agevolati. Ancora poco diffusi invece benefit come i pacchetti maternità (21%), la copertura per lo psicologo/psicoterapeuta (18%) o i servizi di telemedicina (15%).

 

Indipendentemente dalle specifiche misure, circa un lavoratore milanese su tre (32%) dice che l’opinione che ha dell’azienda è cambiata in meglio dopo l’introduzione di benefit relativi alla salute. Sembrano però esserci ancora margini di miglioramento: solo uno su due (50%), infatti, si dice soddisfatto dell’offerta di sanità integrativa attualmente a sua disposizione. Più di uno su quattro (27%) ritiene probabile che nei prossimi mesi la integrerà con un’assicurazione sanitaria individuale, come già fatto dal 13% degli intervistati.

 

[1] Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2023 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli