Fine Ramadan, il messaggio dell’Arcivescovo Monsignor Delpini ai fedeli musulmani

«Cari fratelli e sorelle musulmani, vi presento i migliori auguri – miei personali e di tutti i cristiani della Chiesa ambrosiana – per la prossima festa di ‘Id al-Fitr»: si apre così il consueto messaggio che l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha inviato ai fedeli e ai responsabili delle circa 150 comunità musulmane presenti a Milano e nel territorio della Diocesi, in occasione della festa di interruzione del digiuno – quest’anno tra martedì 9 e mercoledì 10 aprile -, che segna la fine del Ramadan.

 

Nella lettera, datata 31 marzo, Domenica di Pasqua, l’Arcivescovo ricorda come la Quaresima sia coincisa in buona parte con il mese del digiuno islamico: «Ci siamo allenati insieme a rimettere al centro della storia Dio, ricordandoci che quando l’uomo estromette Dio dalla sua vita finisce per adorare le cose terrene, e che la vera religiosità è quella che adora Dio e ama il prossimo».

 

In un contesto in cui «la pace è insidiata da guerre che sentiamo vicine e la violenza si insinua come un tentatore anche nei rapporti più quotidiani e familiari – scrive ancora mons. Delpini – è compito delle religioni aiutare a discernere il bene e a metterlo in pratica con le opere, con la preghiera e con la fatica del lavoro interiore, per edificare la cultura dell’incontro e della pace».

 

E dopo avere citato papa Francesco, l’Arcivescovo così scrive nella parte finale: «Fratelli universali. Questo è il compito che, come uomini di fede, abbiamo dentro la storia, anche qui a Milano, proprio in questo periodo. Sono sicuro che gli incontri vissuti nelle terre ambrosiane tra le comunità cristiane e le comunità musulmane (…) ci hanno fatto crescere in questa esperienza di dialogo, che è prima di tutto un percorso spirituale, un cammino di conversione a Dio».

 

Nei prossimi giorni diversi parroci della Diocesi si recheranno nei centri islamici vicini alle loro comunità per consegnare personalmente il messaggio di mons. Delpini: un gesto di vicinanza e apertura al dialogo che continua da oltre vent’anni.