Finale scudetto, continua a dominare il fattore campo, Olimpia va sul 3-2

L’Olimpia si prende Gara 5, rispetta ancora il fattore campo della serie finale, resiste agli assalti della Virtus trovando le risposte giuste in una partita molto fisica, combattuta, durissima, in cui ha bilanciato meglio il gioco dentro-fuori (venti tiri da tre, minimo nella serie, 42 da due), ha avuto grande impatto a rimbalzo, con Nicolò Melli strepitoso autore di 13 punti e 12 rimbalzi. L’Olimpia ha rimescolato un po’ le carte, usando Datome in quintetto da 3, poi anche Ricci per marcare Belinelli, il più pericoloso di Bologna, ma ha avuto tanto anche dalla panchina, con Paul Biligha esemplare nel dare energia alla squadra quando i falli e le condizioni imperfette di Hines avevano messo in difficoltà il quintetto. L’Olimpia ha guidato anche con 13 punti di vantaggio, non è riuscito a chiudere la partita, ma è sempre stata in testa. Adesso conduce 3-2, ma Gara 6 è a Bologna mercoledì sera.

IL PRIMO QUARTO – Al gioco da tre punti iniziale di Cordinier, risponde Datome, in quintetto per la prima volta, con una tripla. L’Olimpia piazza un parziale di 8-0, usando molto il gioco interno dei lunghi, per scappare a più sei. Ma la fuga dura poco, con il bonus bruciato dopo quattro minuti. Belinelli segna sette punti consecutivi e ricuce il disavanzo. L’Olimpia riparte, trova anche un gioco da tre trasformato da Kyle Hines, Billy Baron, aggredito dalla difesa, gioco per i compagni, poi con una tripla allunga ancora a più cinque, ma l’ultimo canestro è una tripla di Pajola per il 26-24 Milano.

IL SECONDO QUARTO – Jaiteh, che usa tutta la sua stazza vicino a canestro, firma il pareggio. Poi l’Olimpia riparte con un tap-in di Melli, poi cinque punti di Baron quando a tratti Ricci gioca da 3 nominale. Il vantaggio raggiunge due volte i nove punti, su una tripla di Baron e poi una di Napier. Bologna risponde con una tripla di Ojeleye e un canestro in entrata di Hackett. La partita, esplosiva nel primo quarto, lo diventa molto meno nel secondo. Si ferma per qualche possesso, Milano ha problemi di falli con i tre di Voigtmann, i due di Melli e Datome, il vantaggio oscilla tra i quattro e i sei punti, poi sono cinque alla fine, 42-37

IL TERZO QUARTO – Dopo due minuti in cui non segna nessuno e tutti sbagliano tutto, Napier risponde ai tiri liberi centrati da Hackett per rimettere in ritmo l’Olimpia. Una tripla di Shields e poi una schiacciata in contropiede di Melli su una stoppata prodigiosa di Biligha apre ancora nove punti per Milano. L’Olimpia per qualche minuto riesce ad erigere il suo muro, così si costruisce in difesa le opportunità di segnare. Con due liberi di Napier e un lay-up di Melli va avanti di 13 dopo sei minuti. Qui per gestire falli ed energie, l’Olimpia si arresta, accumula palle perse in serie. Hackett, in campo tutto il periodo, riporta Bologna a meno sei, assistito da Cordinier. Coach Messina spende il primo time-out del secondo tempo. Al rientro, Milano è ancora ferma in attacco. Belinelli usa la sua malizia per segnare due volte di fila di fatto ricucendo la partita. L’ultima zampata però è un gioco da tre punti completato da Napier così l’Olimpia finisce il periodo con cinque punti di vantaggio, 59-54.

IL QUARTO QUARTO – Due assist consecutivi di Voigtmann, il primo un passaggio a tutto campo per Melli, poi anche due tiri liberi permettono a Milano di mantenere il vantaggio. Ma la difesa soffre, Belinelli ricuce a meno quattro. Poi Shengelia converte il lay-up del meno due. Qui Shields si carica la squadra sulle spalle. Segna un jumper dalla media, poi un’entrata al ferro di prodigiosa energia. La difesa torna ad alzare i toni. Voigtmann manda a schiacciare Biligha per il più otto a 3:19 dalla fine. E’ ancora Belinelli da tre a riportare Bologna a meno quattro. Shields segna un canestro clamoroso, dopo due rimbalzi offensivi consecutivi. Vale il più sei entrano nell’ultimo minuto. Voigtmann con due tiri liberi ricostruisce il più otto. Poi l’Olimpia chiude 79-72.

Così Coach Ettore Messina ha commentato Gara 5 della finale scudetto: “Ovviamente, è stata una vittoria importante, molto sudata, in cui ci ha dato tantissimo la panchina, soprattutto Ricci e Biligha. Credo che aver vinto la battaglia dei rimbalzi sia stata la chiave della vittoria. E’ una serie molto bella, per chi la vede da fuori, tranquillamente, tra due squadre forti, sono partite equilibrate e infine decise come sempre succede dai grandi campioni, Oggi abbiamo mosso meglio la palla, siamo andati spesso sull’altro lato e trovato buoni tiri. Quando non l’abbiamo fatto abbiamo accumulato palle perse e situazioni confuse. L’idea nella scelta di quintetti più alti era quella di gestire meglio i mismatch sia in difesa che in attacco. Aver attaccato di più l’area è stato importante. E’ chiaro che tirando 39 volte da tre, in trasferta contro una squadra forte, diventa difficile vincere. Oggi siamo stati più aggressivi nel dare la palla dentro soprattutto all’inizio. Shields sta giocando una serie finale importante e questo fa ben sperare non solo per il presente ma anche per il futuro, per quello che vogliamo fare. La panchina spero ci dia tanto anche nelle prossime partite. ?e banale dirlo, ma quando ero a San Antonio, Coach Popovich diceva che avevamo molte più chance di vincere se Parker, Ginobili e Duncan giocavano bene e gli altri davano una mano. E’ così, per tutte le squadre, anche per noi. Quando i giocatori di punta fanno bene è più facile per tutti aiutare, se saltano le gerarchie si innescano situazioni più complicate per tutti”.