Complottismo, fake news e trappole mentali: la nuova mostra del Museo di Filosofia della Statale di Milano

Il Museo della Filosofia dell’Università degli Studi di Milano apre al pubblico una nuova mostra interattiva dal titolo “Complottismo, fake news e altre trappole mentali”, che si propone di rendere accessibili a tutti, soprattutto ai non esperti, i meccanismi cognitivi, sociali e culturali alla base della diffusione di teorie del complotto e fake-news, con l’obiettivo di aiutare a riconoscerli e a combatterli efficacemente.

 

La presentazione, avvenuta questa mattina nella sala di Rappresentanza della Statale di Milano, è stata aperta dai saluti istituzionali del Rettore Elio Franzini, dell’Assessore al Bilancio e al Patrimonio Immobiliare del Comune di Milano Emmanuel Conte, e del vicedirettore del Dipartimento di Filosofia Stefano Bacin.

A quasi quattro anni dall’avvio del progetto ““Il Museo della Filosofia: le prime stanze”, patrocinato dal Comune di Milano, il Dipartimento di Filosofia della Statale di Milano ripropone quindi un percorso interattivo e interdisciplinare a cavallo tra filosofia, psicologia, scienze sociali, storia e letteratura.

“È stato proprio il successo della ‘fase pilota’ a consolidare in noi la convinzione che il progetto meriti di essere perseguito fino in fondo, dando al Museo della Filosofia una veste e una sede permanenti. Purtroppo sulla nostra strada si è frapposta la pandemia, ma ora che finalmente sembra di intravederne la fine, ci siamo rimessi all’opera, se possibile con ancora più entusiasmo di prima”, spiegano i curatori della mostra Paolo Spinicci e Anna Ichino, docenti di Filosofia Teoretica, e Clotilde Calabi, docente di Filosofia dei linguaggi, tutti della Statale di Milano.

 

“L’origine del Museo della Filosofia affonda le sue radici in una disciplina che da sempre ha a che fare con il fare domande e trovare delle risposte e che non è legata allo scorrere del tempo: una buona filosofia si interessa di temi attuali e offre gli strumenti per interpretarli. Da questo spunto sono nate le nuove stanze, dedicate alla filosofia dell’informazione (e della disinformazione), che vede convergere sul binomio di domande e risposte anche la natura stessa dell’informazione, concetto alla base della ricerca rigorosa e scientifica che contraddistingue il nostro ateneo e al giorno d’oggi reso ancora più necessario e attuale per poter difendere la democrazia e la libertà di pensiero”, ha spiegato Elio Franzini.

 

“Il Museo della Filosofia è un progetto unico al mondo nato da un’intuizione altrettanto unica, applicare gli strumenti dell’esposizione e della divulgazione tecnico scientifica alla riflessione filosofica. È un’iniziativa che ben rappresenta Milano, la città di Leonardo, la sua capacità di integrare mondi diversi e di associare alla cultura un valore sociale e una dimensione civica. Le due sale che aprono oggi non ospitano ciò che ha smesso di vivere nel mondo, ma temi attualissimi e strumenti preziosi per comprendere fenomeni che insidiano il sapere scientifico e critico, la convivenza civile, la buona politica”, ha continuato Emmanuel Conte.

 

“La mostra Complottismo, fake news e altre trappole mentali mette in primo piano un compito cruciale della filosofia, che spesso ora è troppo poco considerato nel dibattito pubblico: la demistificazione. Per amore della verità la filosofia deve anzitutto fornirci tecniche con cui evitare di cadere nell’errore, in particolare nell’errore malizioso”, ha concluso Stefano Bacin.

 

Durante la presentazione è stata annunciata anche la prossima apertura del Museo della Filosofia della Statale, una struttura permanente che sarà localizzata nel nuovo campus umanistico di Città Studi, attualmente in via di realizzazione.

 

 

Le nuove stanze del Museo della Filosofia

Partendo quindi dalla convinzione che, una volta che la disinformazione prende piede è estremamente difficile da sradicare, e dunque prevenirla è più facile che curarla, i curatori hanno organizzato la mostra articolandola in diverse attività:

 

Arte & fake news: un’opera dedicata di Fabrizio Dusi

La prima sala della mostra ospiterà un’opera dell’artista Fabrizio Dusi realizzata appositamente per l’occasione.

 

“Fake Plots!” – Videogioco didattico

“Il gioco che insegna a creare ad arte teorie del complotto e diffonderle con successo, entrando in una ‘bolla complottista’ e diventando un influencer della disinformazione”

Come nascono e si diffondono le teorie del complotto?

Rispondiamo a questa domanda giocando ‘a fare i complottisti’, per capire da dentro i meccanismi coinvolti. Ingredienti del gioco: il «Kit del complottista»; un gemello di Twitter: «Glitter».

Il senso del gioco? Un ‘vaccino cognitivo’ per sviluppare gli anticorpi contro la disinformazione («cognitive inoculation strategy»).

 

La Cucina Complottista

Per fare una teoria del complotto occorrono tre ingredienti di base:

  1. un agente (o meglio, un piccolo gruppo di agenti: non si cospira mai da soli!);
  2. un’azione (che cosa fanno i cospiratori?);
  3. un obiettivo (perché lo fanno?).

Nella “Cucina Complottista” si trovano tutti e tre i tipi di ingredienti: mescolare e sceglierne a caso uno da ogni barattolo, ‘assaggiare’ il risultato, leggerne a voce alta la teoria del complotto cucinata.

Si scopre che non tutte le teorie del complotto vengono altrettanto ‘appetitose’… Alcune suoneranno divertenti, ma non avrebbero successo se si provasse a diffonderle. Altre potrebbero invece spopolare sui social. Perché? Che cosa rende una teoria del complotto appetitosa per il popolo sempre affamato dell’infosfera? Le etichette su ciascun barattolo aiuteranno a rispondere a questa domanda.

 

Il Bosco Complottista – video gallery

Mini serie di cartoni animati per spiegare le radici psicologiche e sociali del complottismo, scritti da studiosi di disinformazione e illustrati dallo studio grafico “Squideo”:

  • Il tarlo della sfiducia – ovvero: come nasce una teoria del complotto
  • Il grillo e la formica – ovvero: come si diffonde una teoria del complotto
  • La volpe e il gufo – ovvero: perché le teorie del complotto vincono su quelle ufficiali?

 

“Quanti esperti ci vogliono per studiare una teoria del complotto?” – video gallery

Video-pillole di novanta secondi in cui studiosi di diverse discipline rispondono a domande scottanti su complottismo e disinformazione.

 

La “Settimana Complottistica”

Una collezione di giochi enigmistici ‘a tema disinformazione’ – tra cui cruciverba, rebus, anagrammi, vero/falso, unisci i puntini… Per testare la comprensione dei visitatori in modo giocoso e coinvolgente e per mettere in luce uno dei motivi inconsapevoli che trainano la mente complottista: il piacere narcisistico di scoprire una realtà nascosta agli occhi dei più, sentendosi per questo un po’ speciali.

 

La Biblioteca Complottista

Da Manzoni a Sciascia a Morante, e oltre: il complottismo nella penna di grandi scrittrici e grandi scrittori.

Potenzialità e limiti di diverse strategie di contenimento di complottismo e fake-news (campagne educative, allenamento del pensiero critico, interventi sociali, ecc.).

 

La mostra interattiva sarà ad accesso libero dal 5 al 22 febbraio 2024 presso le Salette dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono 7, visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 19.00

 

Aperture straordinarie:

Giovedì 8 febbraio la mostra resterà aperta fino alle 21

Lunedì 12 febbraio la mostra resterà aperta fino alle 21

Sabato 10 febbraio la mostra sarà aperta dalle 9 alle 18

 

 

Visite guidate gratuite

a cura di studentesse e studenti di filosofia saranno disponibili tutti i pomeriggi dalle 14 alle 15 e dalle 16.30 alle 19.30 e nei giorni e orari di apertura straordinaria.

 

Info: www.museodellafilosofia.unimi.it