FNP Cisl: via Dardanoni, inaccettabile lo sfratto di famiglie e di anziani senza offrire soluzioni. Esecuzione rinviata a settembre.

La segreteria del sindacato pensionati della CISL Milanese esprime tutta la sua preoccupazione e indignazione su quanto sta per accadere nello stabile di via Dardanoni 10, nel quartiere di Lambrate. A seguito di un cambio di proprietà dopo un fallimento, a dieci famiglie di anziani – alcuni molto anziani – è stato intimato lo sfratto che potrebbe realizzarsi già domani.
Nessuna alternativa proposta dalla società Open che ha rilevato lo stabile e, per il momento, nemmeno da parte del comune. Sono famiglie che vivevano in quegli appartamenti da oltre vent’anni, che hanno pagato gli affitti e che si trovavano lì anche perché vi era stata una convenzione tra il Comune e la precedente società per affitti calmierati. Gli anziani, come conferma il sindacato inquilini Sicet, sono pensionati che non potrebbero mai accollarsi il prezzo di mercato degli affitti.

 

Non si dica che si tratta della legge del mercato. Un mercato regolato richiede anche una responsabilità sociale d’impresa, ogni decisione va valutata anche in base all’impatto sociale che determina, altrimenti il mercato diventa un inferno. Il sindacato dei pensionati chiede all’amministrazione comunale un intervento d’emergenza verso la proprietà e il prefetto, per scongiurare lo sgombero e l’avvio di un tavolo per individuare soluzioni alternative per tutti gli inquilini da trovare nel quartiere.
“Il Comune può tollerare che domani degli anziani finiscano in strada a Milano? Vogliamo che prosegua l’espulsione delle famiglie meno facoltose da sempre più quartieri della città a favore di altre speculazioni edilizie? Dov’è finita la Milano sociale, la Milano delle opportunità per tutti?”  Queste le domande che la segretaria generale della FNP Gabriella Tonello volge al sindaco Sala e alla sua giunta. “Sappiamo bene che il comune non ha il potere di fermare uno sfratto, ma può prendere una posizione chiara di condanna, può convocare un tavolo per ricercare altre soluzioni, può schierarsi.”
Il sindacato dei pensionati della CISL è dalla parte degli anziani sfrattati e del loro sindacato inquilini e ribadisce tutto il suo impegno affinché nessun anziano sia sfrattato senza un’adeguata alternativa.

Sospiro di sollievo per i dieci anziani sotto sfratto dello stabile di via Dardanoni 10, nella zona della vecchia Lambrate a Milano. L’ordine di sgombero con la forza pubblica, previsto per oggi, è stato rinviato dal curatore fallimentare al prossimo 13 settembre. Nel frattempo si cercherà una soluzione abitativa alternativa per ognuno di loro.

L’immobile è stato acquistato ad un’asta giudiziaria da una società che ora vuole mettere a frutto l’investimento. Oggi, durante un presidio promosso dal Sicet, si è tenuto un incontro fra i legali delle parti. “Lo sgombero – ha spiegato Marco Bistolfi, operatore del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl – non è stato eseguito solo grazie alla mobilitazione del sindacato e di alcuni abitanti del quartiere. Adesso bisogna trovare una sistemazione dignitosa agli inquilini, tutte persone anziane e fragili, ma serve l’aiuto fattivo del Comune, che non può fare finta di nulla. La narrazione della Milano dinamica, attrattiva e internazionale va bene, ma abbiamo un problema se la città espelle chi non può permettersi una casa di proprietà o un affitto da almeno 800 euro al mese. Quella di via Dardanoni 10 è una pura e semplice speculazione immobiliare: gli inquilini si erano detti disponibili a rivedere i canoni, ma è stato del tutto inutile”.

Per metà degli alcuni inquilini una soluzione sarebbe in vista (uno ha avuto l’assegnazione di un alloggio popolare, che però non è ancora agibile; due sono in lista d’attesa; altri due hanno trovato un affitto privato), per l’altra metà ancora no. Un caso significativo è quello di un pensionato di 71 anni (il più “giovane” del gruppo) che vive in via Dardanoni dal 2001 ed è troppo “ricco” per accedere ad un alloggio dell’Aler, ma troppo povero per permettersi un canone da mercato.

L’immobile, che ha radici nel XVIII secolo, è composto da una serie di appartamenti per una superficie complessiva di circa 1.300 metri quadrati calpestabili, che si affacciano su un ampio giardino interno. La nuova proprietà lo ha rilevato nel 2021 ad un’asta giudiziaria del Tribunale di Monza (la precedente proprietà è fallita), con l’intento di metterlo successivamente in vendita, mandando via tutti gli affittuari. Il rinvio dello sgombero ha, quantomeno, evitato che i dieci inquilini finissero in mezzo alla strada nel pieno dell’estate più calda di sempre.