UniMi Connect Poesia – Grande poesia a Milano Tensione lirica tra sperimentazione e ideologia, 4 incontri a maggio.

Franco Fortini, Giancarlo Majorino, Alda Merini e Antonio Porta sono i protagonisti degli incontri sulla “Grande poesia a Milano” che si terranno nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, con cadenza settimanale, a partire dal 2 al 23 maggio, alle 18,30.

 

A cura di Maurizio Cucchi, con la partecipazione degli attori Paolo Bessegato ed Elena Sardi, questo secondo ciclo proporrà quattro autori imprescindibili, di tendenze e orientamenti diversi e compresi in un arco generazionale che va dal 1917 al 1935. Si tratta di Franco Fortini, con il quale si aprirà questa nuova serie, seguito poi da Giancarlo Majorino, da Alda Merini e infine da Antonio Porta. Di ogni autore verrà illustrata la figura letteraria e intellettuale, il personaggio, mentre il percorso della loro opera nel corso tempo sarà proposto anche nella scelta di loro versi, letti dagli attori Sardi e Bessegato.

 

Questi gli appuntamenti – registrazione con QR code nella locandina

  • Franco Fortini – Una volta per sempre (2 maggio)
  • Giancarlo Majorino – Gli alleati viaggiatori (9 maggio)
  • Alda Merini – La presenza di Orfeo (16 maggio)
  • Antonio Porta – I rapporti umani (23 maggio)

 

Il primo incontro: Franco Fortini, 2 maggio 2023 “Una volta per sempre”

 

Figura di intellettuale d’amplissimo respiro, poeta e narratore, critico e saggista, Franco Fortini ha avuto un ruolo centrale nella nostra cultura di secondo Novecento. Nato a Firenze nel 1917, vissuto a Milano (dove si è spento nel 1994), riesce, nei suoi versi, inizialmente a coinvolgere elementi stilistici di nobile tradizione con elementi tematici impostati secondo una tensione moralistica e ideologica, verso l’engagement. In Poesia e errore troviamo passaggi da una tessitura in cui prevale l’io lirico a soluzioni di tipo allegorico o brechtiano. In ogni caso il suo cammino complesso varia, nelle varie raccolte da Lospite ingrato a Questo muro a Composita solvantur fino alla scelta dell’epigramma (in L’ospite ingrato) e al senso di una soggettività lacerata. Molto importante è stata la sua posizione di acuto testimone e attento promotore della poesia italiana del tempo, anche rivolta alle nuove generazioni.