Urbanistica, Decreto Salva Milano rinviato in CdM ma non si fermano le polemiche

Sul decreto cosiddetto ‘Salva Milano’, in riferimento alle inchieste urbanistiche, “non è per noi un condono, immaginare che possa essere un condono sarebbe veramente un po’ svilire il nostro lavoro. Noi non riteniamo di dovere essere condonati ma che deve essere riconosciuto il nostro lavoro e non solo nel mio mandato ma fa riferimento agli ultimi venti anni di Milano”. Così il sindaco Giuseppe Sala, a margine dell’incontro per il 50esimo anniversario del Consorzio Cooperative Lavoratori, in corso in Sala Alessi a Palazzo Marino, ha risposto a chi gli domandava se il decreto ‘Salva Casa’ con il ‘Salva Milano’ proponga un condono e di conseguenza un’ammissione di colpa per il Comune.

“Non è una questione di condono – ha evidenziato il sindaco – io continuo a difendere quello che abbiamo fatto. Non sta a me giudicare l’opinione dei pm, io dico, da gestore della città, se ho un immobile che di fatto è in disuso e l’accusa è che da quello sia stato tirato su un grattacielo, quindi non è una ristrutturazione ma un progetto nuovo, io posso capire; ma se l’operatore immobiliare aveva la volontà di costruire una torre residenziale e l’avesse costruita di fianco, Milano si sarebbe trovata comunque con la torre e con il rudere che permaneva. Quindi, dal punto di vista ambientale e di occupazione del suolo, sarebbe stato peggio. Poi l’accusa è che in alcuni casi noi siamo passati attraverso un’autorizzazione direttamente dagli uffici, e non da Giunta e Consiglio: anche questo è voluto, siamo in un Paese in cui ci lamentiamo che la burocrazia rallenta i processi. Noi, ritenendo allora e oggi di esser nella legittimità, abbiamo fatto qualcosa per essere più rapidi”, ha detto.
Sui progetti già approvati, “sono la cosa più delicata”, ha sottolineato Sala. “È chiaro che c’è incertezza e che su altri progetti io dovrò arrivare a dire alla città se si faranno o no”.

“Ad esempio piazzale Loreto – ha continuato Sala – sarà soggetto ad un iter diverso? Non lo so, ma se così fosse coloro che lo propongono continueranno a proporlo o no? Per me l’importante è essere chiaro con i cittadini e dire come stanno le cose. Piazzale Loreto è sospeso perché chi lo propone teme di rientrare in queste casistiche e si è fermato”, ha aggiunto.

“Non sono deluso” dallo slittamento del decreto in Cdm “a parte questa odiosa definizione di Salva Milano, Milano non ha bisogno di essere salvata, ha bisogno di essere aiutata”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala, a margine dell’incontro per il 50esimo anniversario del Consorzio Cooperative Lavoratori, in corso in Sala Alessi a Palazzo Marino parlando della calendarizzazione del decreto Salva Casa, con la cosiddetta norma ‘salva Milano’ che dovrebbe arrivare venerdì in Cdm. “Vediamo cosa succederà in Parlamento – ha aggiunto il sindaco parlando dell’iter del provvedimento – Milano va aiutata, perché, in caso contrario, questa stasi immobiliare ci porta a una riduzione consistente degli oneri di urbanizzazione e come sempre se queste cose le si sapessero nel momento in cui si costruisce un bilancio ci si pensa, ora l’anno è in corso e io non so da che parte iniziare per ridurre il budget che non ha tutte queste aree di flessibilità. Stiamo a vedere”.

A chi gli domandava tema un’allungamento dei tempi, il sindaco ha risposto: “I tempi non è detto che si allunghino, dipende dalla volontà del Parlamento, questo io non lo posso sapere”. Infine, a chi gli chiedeva se soluzione proposta permetterà di risolvere la questione urbanistica a Milano, Sala ha risposto: “Nell’oggettiva confusione delle norme, perché ci sono regionali e nazionali, la soluzione cercherà di mettere un punto di chiarimento. Da quello che ho capito è sanare il passato”.

Sul decreto ‘Salva Casa’ e sul ‘Salva Milano’, “c’è un percorso parlamentare, il Parlamento è sovrano, l’auspicio è che si possa trovare una soluzione equilibrata per il passato prevedendo anche dei chiarimenti per quanto riguarda il futuro”. Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alessandro Morelli, a margine dell’incontro per il 50esimo anniversario del Consorzio Cooperative Lavoratori, in corso in Sala Alessi a Palazzo Marino. In riferimento al decreto proposto dal ministro Matteo Salvini sulle irregolarità edilizie,

“No – non è corretto parlare di sanatoria per il pregresso, ha chiarito Morelli – Bisogna trovare una soluzione per salvare il signor Mario Rossi che oggi abita in una residenza che potenzialmente potrebbe essere riconosciuta come abuso edilizio quindi il nostro interesse è salvaguardare Mario Rossi che ha fatto un mutuo per comprare una casa e anche salvare i grandi cantieri di Milano perché oggi purtroppo a causa della gestione eccessivamente creativa il settore urbanistica di Milano è completamente bloccato e quindi non solo c’è il problema dei grandi investimenti immobiliari ma anche il problema della signora Maria che deve mettere semplicemente a posto un balcone ed oggi è tutto fermo”. Sulla norma ‘Salva Milano’ in particolare, Morelli ha poi aggiunto: “molto probabilmente ci sarà un percorso parlamentare – ha ricordato Morelli – sarà delineato nei prossimi giorni, l’auspicio è che avvenga nel più breve tempo possibile. Comunque è un decreto quindi i decreti devono passare in sede parlamentare ed essere approvati entro 60 giorni in Parlamento quindi è una normale gestione di una norma che è così complicata”. Quanto alla Procura “ognuno ha proprio il ruolo – ha chiarito Morelli – la Procura ha legittimamente esposto alcune criticità, la politica sta osservando queste segnalazioni e chiaramente farà le sue scelte. La Procura applica le leggi che il legislatore mette in campo”. Il Comune di Milano, con le interlocuzioni avute “ha fatto già il suo lavoro – ha concluso Morelli in merito al decreto- ora tocca alla sede parlamentare chiudere la partita”.

Sull’urbanistica “si è generato in un tema di interpretazione normativa, nasce da lì l’incidente di percorso. È un incidente di percorso che può dare l’occasione, il lavoro che sta facendo la magistratura è anche positivo da questo punto di vista perché sta generando un’emergenza. Ma il punto che dico non è la soluzione di breve termine ma una soluzione strutturale”. Lo ha detto l’ad di Coima SGR Manfredi Catella, a margine dell’incontro per il 50esimo anniversario del Consorzio Cooperative Lavoratori, in Sala Alessi a Palazzo Marino parlando delle inchieste che riguardano Milano. “Il fatto però é che va gestita non in quanto emergenza ma in quanto strategia – ha continuato Catella – Perché l’emergenza la risolvi con una soluzione contingente che sicuramente andrà trovata altrimenti la città si ferma”. Sull’urbanistica, “Ci vuole una visione che non può che venire dal pubblico – ha affermato Catella – dal Governo di un Paese che esprima qual è la transizione che vogliamo, quali sono gli obiettivi quantitativi che vogliamo raggiungere e di conseguenza fissare delle regole certe che consentano al mercato di potere operare. L’auspicio che faccio è questo”. Quanto all’inchiesta della Procura di Milano “La magistratura ha la sua competenza – ha affermato Catella – io mi riferisco a una competenza di visione nazionale. Sto sollevando il tema di che tipo di Italia vogliamo e di che tipo di transizione vogliamo nelle nostre città, definita questa visione si può pianificare attraverso regole certe, chiare, non interpretabili come bisogna attuarle ed eseguire”. Infine, a chi gli domandava se il Governo dovrebbe riscrivere le norme urbanistiche “credo che il Governo abbia l’opportunità di affrontare il tema di una infrastruttura strategica sociale e ambientale – ha concluso Catella – affrontando quello che è l’obiettivo che vogliamo per il nostro territorio. Non lo affronti se non hai regole chiare”.

“Sala, nonostante le diverse inchieste e sequestri della magistratura che hanno messo in luce un evidente segnale che la stessa non ha più fiducia degli uffici comunali che si occupano di lottizzazioni ed edificazioni, ancora oggi continua a fare ‘orecchie da mercante’. Del resto il tema legato all’Urbanistica, è sempre stato un tallone d’Achille per le Giunte di centrosinistra che, intorno agli anni ’80-’90, subirono altre inchieste giudiziarie che portarono ad alcuni arresti. E’ arrivato il momento di fare ordine e sistemare questo particolare settore”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato.

“Che coraggio che ha il sindaco Sala a dichiarare che Milano non deve essere salvata. Come sempre il Governo corre ai ripari per sanare l’incompetenza della sua Giunta, oggi sul tema dell’Urbanistica come su molti altri”. Lo dichiara Samuele Piscina, consigliere comunale e segretario provinciale della Lega. “Voglio ringraziare sentitamente a nome dei milanesi il ministro Salvini e il sottosegretario Morelli che ancora una volta si stanno spendendo come nessun altro ha mai fatto per la nostra città, salvando una categoria in netta crisi a causa di una gestione fin troppo leggera delle regole. L’abbiamo detto e continuiamo a ripeterlo: se qualcuno ha sbagliato in termini d’urbanistica è solo e unicamente il Comune di Milano che ha portato i costruttori a seguire le norme che il Comune stesso si era autoimposto interpretando troppo imprudentemente le leggi superiori. Se l’iter giudiziario dovesse proseguire e i giudici si pronunciassero negativamente, a farne le spese sarebbero i cittadini che hanno comprato una casa poi dichiarata abusiva e l’intero settore dell’edilizia milanese, già in grande crisi a causa delle folli politiche della sinistra meneghina. Giusto per dare l’ordine delle idee, già quest’anno, infatti, le casse del Comune di Milano saranno in grande difficoltà a causa di centinaia di milioni di euro di mancati oneri urbanistici dovuti al blocco totale del settore dell’edilizia. Ovviamente questa crisi non ricade solo sulla città e sui costruttori, ma in tutto il comparto edile, dagli operai ai rivenditori, ai rappresentanti, ecc.. Grazie alla norma che inizierà l’iter parlamentare, i milanesi potranno ricominciare a respirare, ma non basta. Il Comune deve mettere in campo serie contromisure per velocizzare gli iter di approvazione dei permessi a costruire sulla base delle regole stabilite dalla Legge, senza interpretazioni troppo leggere per sviare i problemi dell’amministrazione. Serve un nuovo PGT che permetta l’incontro più facile tra domanda e offerta delle case al fine di abbassarne i prezzi di mercato, serve assunzione di personale, è fondamentale la sburocratizzazione e soprattutto serve una dirigenza competente. Ora più che mai serve un cambio di passo serio nel settore urbanistica del Comune. Milano ha davvero bisogno di essere salvata dai disastri della sinistra e il Governo, la Lega soprattutto, è sempre presente al fianco dei milanesi”, conclude Piscina.

“Avevo ripetutamente richiesto nei giorni scorsi che il Comune non perorasse al Governo il Condono edilizio per i grattacieli. Stessa cosa farà la rete dei comitati ambientalisti con un presidio davanti al Tribunale domani alle 18. Non si tratta di interpretazioni di norme ma sono state autorizzate come ristrutturazioni veri obbrobri urbanistici e ambientalistici. La destra ci prende in giro, i costruttori ci svillaneggiano chiedendo più visione, il sindaco dopo aver fortemente perorato il condono ‘salva Milano’ ora si turba se i giornali lo chiamano salva Milano. Usciamo dalla malinconia e sia il Comune, attraverso la revisione del Piano di Governo del Territorio, a dettare la nuova visione e le nuove regole dell’urbanistica nella nostra città”. Lo dichiara il consigliere dei Verdi a Palazzo Marino Carlo Monguzzi.(MiaNews)