UIL Pensionati Lombardia: pronti alla battaglia contro il taglio della rivalutazione delle pensioni

Il governo potrebbe rimettere mano al provvedimento di mancata rivalutazione delle pensioni oltre quattro volte il minimo sempre con un meccanismo a fasce e non a scaglioni, sistema più equo previsto dal governo precedente.

E davanti a questo timore la Uil pensionati Lombardia (come quella nazionale) è pronta a dare battaglia per tutti i pensionati, contro una manovra che impoverisce il ceto medio pensionato, vittima impotente di una inflazione che diminuisce ma non molla.

Una lotta iniziata a luglio, quando la UILP nazionale ha presentato 5 cause pilota in nome e per conto di 5 pensionate e pensionati iscritti, contro il taglio della rivalutazione delle loro pensioni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps (pari a 2.101,52 euro mensili lordi) disposto dalla Legge di Bilancio 2023.

Per sgombrare il campo dalla retorica si parla di anziani con pensioni nette intorno a 1500 euro, che rimarranno così per sempre. Non si sta parlando di ricchi (che però, se hanno versato i contributi hanno diritto come gli altri a vedere rivalutata la propria pensione).

E l’azione dovrà essere ancora più incisiva, perché se la norma non viene abolita varrà uguale identica anche per il 2024, perché la legge di bilancio si redige sia per l’anno successivo ma anche in proiezione sugli anni seguenti!

Il timore è ancora più elevato come spiega la segretaria Generale Uil Pensionati Lombardia Serena Bontempelli. <<Ci sorge il dubbio che, poichè quest’anno l’inflazione è minore e la rivalutazione sará comunque inferiore rispetto alle previsioni di cassa del Governo (che su questo andrà a risparmiare), è logico aspettarsi dunque un conseguente minor introito derivante dai tagli alle pensioni oltre 4 volte il minimo. Non vorremmo, così, che venisse ritoccata in “pejus” la norma dell’anno scorso, arrivando ad effettuare un taglio maggiore sulla rivalutazione delle pensioni per fare ulteriore cassa>>.

Bontempelli rincara la dose: <<Ci troviamo di fronte a un Governo che non solo non pare intenzionato
ad eliminare la norma dell’anno scorso ma addirittura ventila l’intenzione di peggiorare la situazione dei nostri pensionati. Ci teniamo a ribadirlo: è il ceto medio, il più bistrattato, quello sempre nel mirino. Sarebbe molto più equo ed accettabile tornare ad un meccanismo che distribuisca i sacrifici con una proporzionalità vera rispetto ai redditi. Noi saremmo disponibili cioè a ritornare alle norme che aveva ripristinato il governo Draghi. Ricordiamoci inoltre che quando si effettua un taglio di questa natura il pensionato se lo porta dietro per sempre, per tutta la vita. Si tratta di un danno permanente. Siamo pronti a ogni forma di mobilitazione per impedire che ciò avvenga. Rappresentiamo gente tranquilla, che ha lavorato tutta la vita, che garantisce il welfare di milioni di famiglie, non vorremmo doverci arrabbiare
>>.