Legno e arredo, oggi lo sciopero per il mancato rinnovo del contratto. Punte di adesione al 90%.

A Milano, nel mezzo dell’evento mondiale del design e del mobile, i lavoratori del settore protestano: aumenti salariali ridicoli a fronte di inflazione galoppante e fatturati in crescita. A fronte di 135 euro di aumento salariale richiesti le imprese del comparto propongono 63 euro. Una proposta che comporta una perdita del potere di acquisto del 53% mentre i fatturati sono volati di circa il 30% nell’arco degli ultimi due anni

Uno sciopero unitario nel mezzo dell’evento mondiale del design e del mobile. I lavoratori che costruiscono quei mobili dai prezzi stellari hanno manifestato assediando la Fiera di Milano per rivendicare un rinnovo del contratto che non arriva.

A fronte di aumento di circa 135 euro l’offerta delle imprese del settore è stata di appena 63 euro al mese. Uno schiaffo, visti i prezzi che girano viene proposto dalle imprese una perdita del potere di acquisto di quasi il 53% rispetto a quanto necessario dopo lo tsunami dell’inflazione speculativa

Si parla di salari che in media tra i 298mila addetti non raggiungono i 1300 euro, si parla di 68mila imprese che a colpi di aumenti hanno visto crescere il loro fatturato di circa il 30 40 per cento in due anni, arrivando alla cifra stratosferica di 56,5 miliardi di euro.

La protesta delle lavoratrici e dei lavoratori del legno e arredo è arrivata fino ai cancelli del Salone del Mobile di Milano, dove questa mattina in migliaia da tutta la Lombardia, e anche dal Piemonte, Valle D’Aosta e Toscana hanno sfilato in corteo attorno alla Fiera di Rho con interventi da parte dei delegati e le conclusioni a nome unitario per Feneal Filca e Fillea del segretario generale nazionale Vito Panzarella

Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil sono in lotta dopo il rifiuto di Federlegno di confrontarsi sulla piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto, scaduto lo scorso dicembre.

A fronte di aumenti di 135,45 € mese dal gennaio 2023, Federlegno ha proposto aumenti di soli 63,83 € mese chiedendo la modifica dell’attuale modello contrattuale.

Tutto questo mentre un lavoratore del legno percepisce una busta paga di 1.300 euro medi al mese, uno stipendio che non basta più per vivere.

 

Il settore nel 2021 è cresciuto del 25,5% mentre il 2022 è cresciuto del 12,6%. Sono attive 68mila imprese – pari al 14,9% del totale manifatturiero e 298mila addetti – pari all’8% del totale, un fatturato alla produzione di 56,5 miliardi di euro.

 

A fronte di questi numeri, è inaccettabile il trattamento riservato ai lavoratori da Federlegno.

 

Lo sciopero ha ricevuto altissime adesioni. Ecco alcuni numeri dalle aziende lombarde:

 

Gruppo Saviola di Mortara 95%

Brivio Compensati di Robbio 80%

Boffi Cucine di Lentate sul Seveso 90%

Gruppo Lorandi di Brescia 70%

Icta di Pioltello 50%

Lemamobili 60%

B&B 90%

Gruppo Ferretti Riva di Sarnico 85%

Minelli di Zogno 80%

Technology di Foppapedretti di Bolgare 80%

Plebani Cucine di Romano di Lombardia 50%