Borsa, avvio positivo, Milano +2%, spread scende sotto 200.

(FILES) In this file photo traders work during the opening bell at the New York Stock Exchange (NYSE) on March 19, 2020, at Wall Street in New York City. - Beaten-down US stocks opened solidly higher on March 24, 2020 on hopes that Washington lawmakers will agree on a massive stimulus package, while the G7 pledged to "do whatever is necessary" to restore growth.About five minutes into trading, the Dow Jones Industrial Average was up 7.0 percent, or 1,300 points, at 19,890.77. (Photo by Johannes EISELE / AFP)

Lo spread fra Btp e Bund rallenta e scende a 191 punti base dai 199 segnati in avvio di giornata. Il rendimento del decennale italiano è calato all’1,44%.

Avvio di giornata ampiamente positivo per le Borse europee, che allargano i loro rialzi della partenza: Londra cresce oltre il 2%, Parigi dell’1,9% mentre Francoforte è la più ottimista con un rialzo del 2,3%. Sempre bene Milano (Ftse Mib +2% a un massimo di seduta per ora di 17.292 punti), con Madrid che cresce sulla stessa linea. Il clima sui listini del Vecchio continente resta comunque molto nervoso e con forti sbalzi, comunque in Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto Fca (+3%), seguita da Banca Mediolanum, Exor e Cnh in aumento del 2,8%. Molto bene anche Generali e Unicredit che salgono di due punti percentuali e mezzo, in aumento dell’1,8% Intesa. Piatte Moncler, Pirelli e Diasorin, mentre è in calo del 2% Recordati dopo la corsa della vigilia.

I prezzi del petrolio rimbalzano in Asia all’indomani dei minimi degli ultimi 18 anni toccati, sulla fiducia delle misure per rilanciare l’economia a livello globale e con l’inatteso rimbalzo del Pmi manifatturiero cinese, salito a marzo a 52: il West Texas Intermediate (Wti) balza del 7,3%, a 21,5 dollari al barile, mentre il Brent guadagna il 3,3%, a 23,5 dollari. Lunedì, a New York, il Wti ha raggiunto i valori più bassi dal 2002, scivolando sia pur brevemente sotto quota 20 dollari.

Mercati azionari asiatici e dell’area del Pacifico in direzioni diverse dopo l’indice Pmi manifatturiero di marzo della Cina passato a 52 dai minimi storici segnati a gennaio-febbraio per il blocco anti Covid-19. Tokyo segna infatti un calo di un punto percentuale con il Nikkei 225 ma del doppio con indici diversi, mentre le altre Borse si sono mosse in ordine sparso. Il Pmi cinese, molto atteso per valutare l’uscita dall’emergenza sul piano economico, ha battuto le attese degli analisti, ma è stato spinto delle misure straordinarie di sostegno lanciate da Pechino e ‘raffreddato’ dall’ufficio statistico cinese che ha spiegato come testimoni solo la ripresa del lavoro e non il ritorno all’attività normale. Così Shanghai e Shenzhen si avviano alla chiusura in frazionale rialzo, mentre Sidney ha segnato un calo finale del 2% e Seul un aumento dell’1,8% con un buon andamento dell’hi tech. In deciso rialzo Singapore e Mumbai nel finale, incerti i futures sull’avvio dei listini europei. (ANSA)