Casa, incontro a Palazzo Marino con studenti e rettori, presidio in Piazza della Scala

Striscioni e cartelli appesi in piazza Scala (Foto Mianews)

“Oggi pomeriggio riceviamo gli studenti che in questi giorni stanno protestando contro il caro affitti e spiegheremo loro cosa stiamo facendo. Siamo un po’ delusi da quello che sembra essere deciso dal Governo, perché ormai c’è un decreto legge in preparazione sugli affitti brevi. Lo dico arrivando da New York, dove si può affittare il proprio appartamento solo se ci si vive e lo si affitta nei tempi liberi, qui siamo esattamente al contrario. Ora, ci sarà una via di mezzo, però evidentemente non c’è la volontà di identificarla”: lo ha detto il sindaco Sala a margine della presentazione della nuova maglia dell’Olimpia Milano, tenutasi questa mattina a Palazzo Marino, a proposito dell’incontro che si terrà oggi pomeriggio tra il sindaco, i rettori delle università milanesi, le associazioni studentesche, i rappresentanti di Regione Lombardia e Città Metropolitana per affrontare il tema della residenzialità studentesca e illustrare le iniziative intraprese dall’amministrazione comunale. “A Milano abbiamo ad oggi, da quello che capiamo, circa 23mila appartamenti in affitto breve – ha poi aggiunto, spiegando che “se gli appartamenti in affitto generale, come ci risulta, sono intorno ai 100mila, è una percentuale che non esiste”. “Adesso, realtà liberiste come quella americana e come quella newyorkese hanno la forza di imporre dei vincoli, quindi non credo che sia scorretta la nostra richiesta di una regolamentazione che vada a tutelare gli affitti a lungo termine” ha poi concluso.

Ho detto al ministro Bernini che sono un po’ deluso da quello che, come Paese, stiamo facendo sugli affitti brevi. Il punto non è essere liberisti, ma è avere buon senso. A Milano su 100 mila appartamenti in affitto, 23 mila sono per affitti brevi. C’è una sproporzione che non regge. Bisogna affrontare questo problema sennò è difficile mantenere la spinta che abbiamo”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala, durante la cerimonia di posa della prima pietra per il Parco dei Gasometri Area “Bovisa-Goccia” per il nuovo campus del Politecnico. Presente alla presentazione anche il ministro dell’ Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

Un presidio organizzato dai ragazzi dell’associazione di Tende in Piazza si è svolto davanti a Palazzo Marino in concomitanza con l’incontro tra il sindaco Giuseppe Sala, i rettori delle università milanesi, le associazioni studentesche, i rappresentati di Regione Lombardia e Città Metropolitana di Milano che ha l’obiettivo di affrontare il tema della residenzialità studentesca e per illustrare le iniziative intraprese dall’Amministrazione comunale.

In piazza della Scala sono state montate due tende e sono stati appesi striscioni e cartelli che rivendicano il diritto all’abitare per tutti. “Siamo le tende e ci prendiamo un tetto”, “basta casa senza persone, basta persone senza casa”, “casa diritti e dignità”: sono solo alcuni degli slogan che compaiono su cartelli e striscioni esposti in piazza. “Io pago 550 euro per una stanza, che sono la fascia bassa di quelli che sono i prezzi attualmente, mi ritengo fortunato – ha spiegato Giovanni, studente bolognese di ingegneria al politecnico di Milano e membro dell’associazione Tende in Piazza. “Oggi vogliamo chiedere al Comune che ci siano oneri di urbanizzazione in linea con le altre città europee, quindi che si chieda a chi costruisce a Milano di dare di più alla cittadinanza; chiediamo poi che il patrimonio pubblico invece che essere svenduto venga messo a disposizione per utilizzi sociali, quindi anche per creare case, vogliamo comunque che ci siano dei canoni da rispettare e che siano più vincoli per chi utilizza anche i fondi del Pnrr per costruire, come a esempio gli studentati: deve essere fatta chiarezza su come si stanno spendendo questi fondi, i soldi non possono andare più a studentati privati che non garantiscono posti per il diritto allo studio, ci devono essere dei vincoli”, ha poi aggiunto.

“Il progetto “Casa ai lavoratori” nasce dall’idea di cercare di fare in modo che gli appartamenti pubblici sfitti da ristrutturare trovino dei progetti che coinvolgano le aziende e i singoli lavoratori perché vengano ristrutturati e utilizzati a prezzi convenienti per i lavoratori e che ci portino allo zero sfitti. Oggi abbiamo presentato il progetto per le prime 300 case, si potrà estendere di altre 2mila nel 2024, che però avvia in chiave sperimentale la questione. Devo dire che c’è grande interesse e voglia di approfondire da parte delle aziende, da parte dei sindacati e da parte anche di lavoratori che non sono aggregati in azienda perché c’è spazio per tutti, e speriamo che abbia successo perché può essere una leva anche per indirizzare il mercato futuro e dare una casa a quei lavoratori che oggi hanno sì un lavoro ma fanno fatica con i prezzi di Milano”. Lo ha detto Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa e Piano Quartieri del Comune di Milano, margine della presentazione dell’avviso pubblico “Casa ai lavoratori”, tenutasi oggi a Palazzo Marino. “Abbiamo testato un po’ lo strumento con lavoratori che stanno nel settore pubblico e che sono in difficoltà: dall’azienda dei trasporti, all’Amsa, a tutto il mondo degli infermieri ad esempio, che sono molto sensibili a questo argomento. Però quello è il test iniziale, il progetto può andare ben oltre questi confini e io spero che la risposta sia ampia come lo è la necessità di casa a Milano” ha poi aggiunto. Maran ha spiegato che “ il fatto che non ci siano risorse sufficienti per ristrutturare tutti gli appartamenti sfitti è sempre stato fatto passare in secondo piano con il risultato che quelli che non si è in grado di riassegnare e ristrutturare restano lì vuoti. Si tratta del 20% del patrimonio pubblico; il motivo per cui non ci si riesce è che servirebbe un investimento tra i 200 e i 300 milioni solo per il Comune e probabilmente più del doppio su Aler per arrivarci, allora o si trovano quei soldi, ma in questo momento non vedo nessun ente che riesce a mettere una cifra del genere, oppure inventiamoci delle modalità diverse perché non restino vuoti ma vadano a chi ha comunque bisogno. Questo progetto va in quella direzione”.

Il progetto “Casa ai lavoratori” è inserita come misura di welfare aziendale anche nel “Patto per il Lavoro di Milano”, per affrontare il caro affitti e le crescenti difficoltà per i lavoratori e le lavoratrici, in modo particolare dei servizi pubblici essenziali, a trovare un alloggio in città.
Sono 300 in totale gli appartamenti popolari, attualmente vuoti e da ristrutturare, individuati e messi a disposizione del progetto che può ampliarsi in breve tempo ad altri 2mila alloggi. Questa prima quota di appartamenti sarà suddivisa in nove lotti da 30 unità immobiliari che saranno destinate a specifici progetti di welfare aziendale, mentre un ulteriore lotto da 30 unità sarà destinato ai lavoratori e alle lavoratrici del Comune di Milano.
Sono ammessi a partecipare alla procedura:  enti privati, pubblici e del Terzo Settore;  enti o associazioni, formati anche da lavoratori e lavoratrici appartenenti ad uno stesso ente o categoria, già costituiti o con formale impegno a costituirsi entro la data di stipula dell’atto di assegnazione delle unità abitative; enti, anche non datori di lavoro, che possano dimostrare da statuto di essere riconosciuti e accreditati a rappresentare istituzionalmente lavoratori dipendenti o autonomi (es. collegi e ordini professionali).
Il modello di gestione – spiega palazzo Marino – prevede che l’ente selezionato esegua i lavori di ristrutturazione oppure funga da garante del prestito al dipendente per il riatto dell’immobile che sarà poi parzialmente scomputato dal canone di locazione, stabilito in 72 euro/mq anno. Il contratto avrà una durata massima di 12 anni.
I soggetti proponenti dovranno presentare un progetto di welfare aziendale complessivo dimostrando la sostenibilità economica per tutta la durata della locazione, con indicazione dei costi previsti per il recupero delle unità immobiliari. La valutazione complessiva (100 punti) riguarderà il progetto tecnico (max 60 punti) e la sostenibilità economica (max 40 punti).
Gli alloggi a disposizione, bilocali e trilocali, si trovano negli otto municipi esterni. Gli assegnatari non potranno avere immobili di proprietà in Lombardia e dovranno trasferire la residenza nel nuovo alloggio entro dieci giorni dalla data di fine lavori. Tra i criteri di selezione sarà data priorità ai dipendenti con meno di 35 anni di età, la presenza di figli minori a carico nel nucleo familiare e la presenza di disabilità da parte di un componente del nucleo familiare.

“Il progetto Casa ai Lavoratori permetterà di offrire un alloggio a tanti dipendenti che oggi faticano a trovare un appartamento a prezzi sostenibili. Per farlo mettiamo a disposizione case di proprietà comunale e chiediamo il sostegno delle aziende milanesi pubbliche e private che potranno cogliere quest’occasione per aumentare le occasioni di welfare – dichiara Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa del Comune di Milano -. Allo stesso tempo si tratta di uno strumento che può permetterci in poco tempo di utilizzare le case popolari attualmente sfitte per la mancanza di risorse necessarie per il riatto”.
“Il tema dell’abitare incide con forza non solo su chi sceglie di venire a Milano a lavorare, ma anche per chi già ci vive e rischia di venire escluso dalla città per l’elevato costo della vita e in particolare degli affitti – dichiara Alessia Cappello, assessora alle Politiche del Lavoro e allo Sviluppo Economico -. L’apertura del bando ‘case ai lavoratori’ rappresenta un punto di partenza per rendere la città accogliente e ospitale per tutti e tutte, anche per chi è economicamente vulnerabile, e la realizzazione di uno degli obbiettivi del nostro Patto per il lavoro. Supportare il lavoro attraverso le politiche attive è una priorità e un investimento per il futuro di Milano e dei suoi cittadini e cittadine”.(MiaNews)