Il National Biodiversity Future Center studia la biodiversità urbana attraverso le piattaforme digitali

Tra le ricerche del National Biodiversity Future Center (NBFC), primo centro di ricerca italiano sulla biodiversità istituito e finanziato dal PNRR – Next Generation EU, segnaliamo il progetto Api, Glicini, Cemento. Otto dibattiti sulla biodiversità urbana visti attraverso il web di DensityDesign Lab del Politecnico di Milano. Facebook, Instagram, YouTube e TikTok: ciascuna piattaforma funge da lente attraverso la quale è possibile esaminare ciò che le persone pensano della biodiversità a Milano. Ogni dibattito si focalizza su una specifica rete di scambi avvenuti sul web, relativi a politiche urbanistiche incentrate sulla tutela dell’ambiente o che lo mettono a repentaglio. I parchi, le piazze, le vie della città meneghina sono protagonisti indiscussi degli otto dibattiti, come si evince anche dai titoli: la costruzione del villaggio olimpico; la riqualificazione della Goccia, ex-area industriale a nord di Milano; il futuro di Piazza d’Armi, quartiere di Baggio; la manutenzione dei parchi Milano; il progetto di riforestazione Forestami; la rigenerazione di via Pacini; il glicine di Piazza Baiamonti; il bosco di via Falck.

La ricerca analizza il ruolo delle piattaforme digitali nel veicolare le diverse posizioni degli utenti, dai commenti su Facebook e Instagram alle visualizzazioni su YouTube. Le narrazioni emerse permettono di riflettere su come viene percepita generalmente la biodiversità, attestando il ruolo ormai imprescindibile che internet esercita nel mediare le discussioni attorno a essa.

I risultati ottenuti sono approdati in una mostra, appena conclusasi al MEET di Milano, in cui oltre 50 studenti del corso di Design della Comunicazione del Politecnico di Milano, coordinati dal DensityDesign Lab, hanno restituito al pubblico sotto forma di installazioni multimediali una rappresentazione delle parti più rilevanti del progetto di ricerca.

Alcune delle discussioni presentano un quadro interessante per quanto riguarda il linguaggio utilizzato sui social media da diversi attori in relazione alla biodiversità. Per esempio, è stata notata una discrepanza espressiva tra cittadini da una parte e politici e istituzioni dall’altra. Per esempio, nel dibattito sulla costruzione del villaggio olimpico, i primi utilizzano più di frequente parole come “verde” e “parco”, i secondi si concentrano maggiormente sulle infrastrutture da edificare, usando termini come “rigenerazione”, “trasformazione” e “futuro”. Per quanto riguarda le politiche a salvaguardia della biodiversità, le persone comuni mostrano in larga parte diffidenza nei confronti delle intenzioni dell’Amministrazione Pubblica, criticandone la superficialità. Il tema più discusso è legato alla responsabilità del verde urbano: è un bene comune di cui i cittadini si prendono cura o un servizio che le istituzioni devono garantire? Più in generale la biodiversità urbana nella percezione collettiva viene relegata al ruolo di servizio usufruibile e non compresa come articolazione di un sistema ecologico al quale partecipano tutti gli esseri, viventi e non.

Il binomio biodiversità e piattaforme digitali sarà ancora al centro dei progetti futuri del laboratorio DensityDesign, che sta ora lavorando alla creazione di un osservatorio sulla biodiversità digitale. Continueranno le ricerche su varie piattaforme, tra cui YouTube, che sarà utilizzato per studiare i pregiudizi tassonomici che a volte escono allo scoperto quando si parla di biodiversità. Non mancherà TikTok: attraverso la scelta di termini che associano animale e città (per esempio, “ape” + “Milano”) saranno analizzati i video pubblicati per vedere quali aggettivi, parole, verbi sono più usati nel descrivere gli animali in questione. Il fine dello studio sarà di realizzare un bestiario della fauna urbana.

Info: https://agc-exhibition.densitydesign.org/