Zonin ultimo atto?

a cura dell’Avv. Gaetano Laghi

Colpo di scena, il processo per il Crac della banca Popolare di Vicenza non è ancora terminato nonostante sia stato celebrato il terzo grado innanzi alla Corte di cassazione, ieri sera intorno alle 22,30  la quinta sezione  ha informato con una nota che , all’esito della Camera di Consiglio seguita alle discussione del Procuratore generale, delle parti civili e delle difese degli imputati ha sollevato questione di illegittimità costituzionale dell’art. 2641 del codice civile che prevede la confisca obbligatoria per equivalente dei beni utilizzati per commettere un reato, tale norma apparirebbe in contrasto con il principio costituzionale di proporzionalità.

Ricordiamo che in appello Zonin era stato condannato a 3 anni ed 11 mesi di reclusione e con lui erano stati dichiarati colpevoli anche i vertici dell’allora Banca Popolare di Vicenza. Una eventuale conferma della sentenza in Cassazione ieri avrebbe rischiato di aprire le porte del carcere per Zonin, ieri presente in aula.

“una decisione che non ci coglie impreparati, anche il Procuratore generale nel corso della Sua requisitoria aveva sollevato il dubbio della compatibilità della norma sulla confisca obbligatoria per equivalente con la nostra Costituzione e le normative Europee. Prima di esprimere un parere attendiamo di leggere l’ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale” a parlare così a noi della Gazzettadimilano.it è stato l’avv. Gaetano Laghi che insieme ai colleghi Bertelle, Cincotto e Vettore si è da sempre battuto in questo lungo processo per la tutela delle parti civili ovvero i risparmiatori truffati.

Gli imputati, intanto, tirano un respiro di sollievo, per loro la prospettiva del carcere si allontana. Incombe infatti il pericolo che i reati si prescrivano prima della sentenza definitiva che molti dei risparmiatori danneggiati speravano che arrivasse già ieri.