Incidenti stradali, parola all’esperto, Gazzetta di Milano intervista l’Avv. Gaetano Laghi

intervista a cura di Agostino Marotta

Milano è una delle città dove sono più frequenti gli incidenti stradali che coinvolgono persone in bicicletta.

Gazzetta di Milano ha voluto interpellare un professionista come l’Avvocato Penalista Gaetano Laghi per approfondire gli aspetti legali che possono impattare su queste tipologie di sinistri stradali e come ci si deve rapportare con gli altri attori, sia che ci si trovi alla guida di un veicolo, sia che ci si trovi a piedi o su una bicicletta o un monopattino.

“Innanzitutto dobbiamo precisare che quando si parla di incidenti stradali, quando si valutano gli effetti sulla sfera penale ci troviamo sempre di fronte a reati di tipo colposo, quindi si ragiona in termini di colpa e non di dolo, indipendentemente dalla volontà della persona che li commette, quanto piuttosto la negligenza, la superficialità o l’imperizia di chi è alla guida di un mezzo, ed a causa di questi fattori che provoca l’incidente. Purtroppo la cronaca ci porta spesso ad eventi mortali o con feriti gravi, o quantomeno si provocano lesioni. In Tribunale non esiste un codice rosso come per la violenza di genera, anche se purtroppo la frequenza di casi di omicidio stradale è quasi quotidiana. Il carcere per questi tipi di reato è previsto solo se il conducente viene trovato in stato di alterazione, per alcol, sostanze stupefacenti o farmaci che possono alterare le percezioni, oppure in caso di omissione di soccorso. Però non si può assistere alla conta quotidiana dei decessi, dei feriti, degli incidenti gravi. Negli USA ad esempio, è previsto l’arresto in ogni caso. In Italia il reato di omicidio stradale è presente, ma è di introduzione recente e troppo sottovalutato, anche come entità della pena. Inoltre è troppo facile poter evitare le conseguenze giudiziarie. Questo comporta da parte del guidatore una non reale percezione del rischio che si corre mettendosi al volante in stato di alterazione. Si ha paura del ritiro della patente, del sequestro del veicolo ma non che si possa uccidere o fare del male a qualcuno con conseguenze anche penali. Con sanzioni adeguate si avrebbe una percezione adeguata del rischio che si corre. Per quanto riguarda i due incidenti che hanno coinvolto persone su biciclette travolte da camion in manovra a causa del cosiddetto “angolo morto” dovuto alla struttura del mezzo, in questi casi si può intervenire sulla prevenzione”.

D. Milano è una città dove si circola tanto in bicicletta, cosa si può fare per prevenire questo tipo di incidenti? E quali sono le pene previste?

R. Il reato di omicidio stradale prevede una pena massima di 8 anni di reclusione ma di fatto questa entità di pena non viene mai applicata, nella stragrande maggioranza dei casi si chiude con un patteggiamento, ci si accorda per una pena di massimo 2 anni, per la quale non è previsto l’arresto, oltre all’abituale sospensione della pena se chi è condannato è incensurato, ed al risarcimento del danno da parte dell’assicurazione. Quindi per chi commette questo tipo di reato la cosa può risolversi al massimo con una disavventura, mentre dall’altra parte abbiamo persone che hanno perso la vita o che hanno subito danni gravissimi, la sproporzione è evidente anche a chi non è un giurista. Le statistiche sugli incidenti mortali fanno accapponare la pelle, sono veri e propri bollettini di guerra, non a caso nel periodo di lockdown il numero delle vittime era significativamente calato. C’è una sproporzione tra libertà di circolazione e numero di vittime della strada. Faccio una provocazione, se impedissimo la circolazione delle auto dall’una di notte alle cinque del mattino noteremmo un calo significativo degli incidenti stradali mortali, ovviamente questo non è possibile perchè contrasta con la libertà di circolazione delle persone costituzionalmente garantita ma  qualcosa va fatto, abbiamo tante perdite soprattutto di giovani. Io sono un professionista che interviene a cose ahimè già fatte, ma deve intervenire il legislatore, non è possibile che in centro circolino liberamente e contemporaneamente auto, bici e camion. La stessa definizione di “omicidio stradale” è quasi una contraddizione in termini, e dobbiamo intenderla sempre in caso di assunzione di sostanze alteranti, adesso è stata introdotta anche la distrazione causa telefono. Vediamo tante campagne nelle scuole, il fenomeno è stato attenuato ma va certamente fatto di più, ci sono tante famiglie distrutte.”