Pagamenti elettronici obbligatori: ecco come è messa l’Italia

Gli ultimi mesi hanno visto vari cambiamenti a livello legislativo, tra cui l’entrata in vigore dei pagamenti elettronici obbligatori per la maggior parte dei commercianti e studi professionali. Infatti, dal 30 giugno tutti i soggetti indicati dallo stato dovranno disporre di un Pos e accettare i pagamenti con moneta elettronica ritenuti obbligatori, ovvero la carta di credito e di debito.

 

In questo articolo andremo ad analizzare le ultime notizie in riferimento all’obbligo dei Pos, a chi è riferita la legge e quali sono le sanzioni e multe per chi non le rispetta.

 

Cosa si intende con pagamenti elettronici?

 

Secondo la definizione, un pagamento elettronico è una transazione digitale tra due parti. In poche parole, i pagamenti elettronici consentono ai clienti di pagare beni e servizi per via elettronica, quindi senza l’uso di assegni o contanti. Normalmente i pagamenti elettronici vengono effettuati tramite carte di debito, carte di credito o depositi bancari diretti. Ma esistono anche altri metodi di pagamento alternativi: ACH, bonifici bancari, carte, portafogli digitali, mobile pay e altro ancora.

 

Siccome con pagamenti elettronici ci si può riferire a una vasta gamma di transazioni, è utile fare un ulteriore chiarimento tra “pagamenti con carta” e “transazioni elettroniche”. Quest’ultima espressione viene utilizzata in un discorso più generico e prende in considerazione opzioni molto più estese rispetto alla prima, poiché si riferisce alla totalità dei metodi di pagamento elettronici, tra cui le app e i pagamenti con codice QR.

 

Di conseguenza, quali sono i metodi di pagamento per cui vige l’obbligo in vigore dal 30 giugno? Al momento, la legge include le sole carte di pagamento, vale a dire carte di debito (bancomat), carte di credito e carte prepagate. Se un cliente chiede di pagare con codice QR, il titolare dell’attività non è obbligato ad accettare quel tipo di pagamento. Al contrario, se il cliente richiede di pagare con carta, il commerciante non può rifiutare.

 

Ultime novità sull’obbligo del Pos

Come anticipato sopra, dal 30 giugno scorso sono entrate in vigore le nuove regole previste sull’obbligo dei pagamenti elettronici. Infatti, la dichiarazione da parte dello stato è stata quella di potenziare gli strumenti dedicati al credito d’imposta e rendere gratuiti anche i piccoli pagamenti elettronici.

 

E’ importante ricordare che l’obbligo di accettazione dei pagamenti con moneta elettronica è in realtà già in vigore dal 2014, tuttavia non ha mai avuto l’effetto desiderato da parte dello stato e non ci sono mai state sanzioni nel caso del non adempimento, dunque molti commercianti rifiutavano le richieste dei clienti.

Il Bonus POS e lo sconto sulle commissioni

Con lo scopo di avere più successo rispetto alla prima volta in cui è entrata in vigore la legge sui pagamenti elettronici obbligatori, il governo ha messo a disposizione un piano d’incentivi per rendere più accessibili le spese legate all’uso di un terminale di pagamento. Pertanto, le imprese, gli artigiani e i professionisti possono usufruire di uno scontro del 30% sulle commissioni dei Pos, che si verifica come credito d’imposta.

 

Verso chi sono indirizzati gli obblighi

Fino a ora abbiamo elencato gli obblighi della legge, ma quali sono i soggetti che dovranno necessariamente accettare i pagamenti con carte o bancomat? Di seguito la lista:

 

  • commercianti
  • artigiani: come falegnami, fabbri e idraulici
  • liberi professionisti: ad esempio negozianti, notai, avvocati, ingegneri, geometri, commercialisti, medici, etc
  • tabaccai
  • venditori ambulanti
  • attività ricettive: come alberghi, ristoratori e baristi
  • tassisti

 

Per riassumere, l’obbligo di avere un terminale per la ricezione di pagamenti elettronici riguarda qualsiasi attività commerciale, dai negozi, ai supermercati fino ai centri estetici. Ad esempio, tutti i casinò dovranno permette ai loro clienti di giocare utilizzando il proprio bancomat, così come già lo rendono possibile nelle loro versioni digitali, ovvero attraverso paysafecard per i casinò online. Allo stesso modo, anche tutte le attività itineranti, ovvero i venditori ambulanti e liberi professionisti che offrono beni nei mercati, oppure nelle fiere, dovranno sempre garantire un metodo di pagamento elettronico ai propri clienti.

 

L’obiettivo del governo è quello di ridurre e agire contro l’evasione fiscale, agevolando l’utilizzo di pagamenti tracciabili e sicuri per i negozianti e gli artigiani, ma anche per i professionisti e le ditte individuali che operano sotto regime forfettario.

 

Cosa succede a chi non rispetta le direttive?

La grande novità rispetto alla legge del 2014 è proprio l’integrazione delle sanzioni per chi non rispetta la legge sui Pos, ma quali sono le sanzioni e come vengono attuate?

Il cliente a cui è stato negato il pagamento con carta di debito o carta di credito ha la possibilità di segnalare la violazione chiamando il numero gratuito della Guardia di Finanza (117). Dopo la segnalazione, avviene l’accertamento da parte delle autorità e se si tratta di una violazione la legge prevede una doppia penalità:

  • 30 euro di multa
  • un aumento della multa del 4% del valore della transazione negata. Ad esempio rispetto a una spesa negata dal commerciante di 50,00 euro la sanzione sarà di 32,00 euro.

 

E’ importante fare una precisazione: non tutti i terminali sono in grado di accettare qualsiasi circuito di pagamento. Infatti, i servizi di Pos possono accettare solo alcuni dei seguenti pagamenti: Bancomat, Visa, VPay, Mastercard, Maestro, American Express, JCB, UnionPay, Diners Club. Dunque, si ha l’obbligo di accettare tutti i circuiti? La risposta è no. Le persone possono essere libere di scegliere il fornitore di terminale che più preferiscono e se il proprio gestore accetta solo PagoBancomat, Visa e Mastercard, l’esercente non è tenuto ad accettare un pagamento con American Express o altro circuito.