Università Statale di Milano: Voto per il Contratto con Lendlease per la costruzione di MIND solleva preoccupazioni critiche

Martedì 27 giugno si terranno delle sedute straordinarie del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Università Statale di Milano per votare l’approvazione del Contratto di concessione con Lendlease per la gestione dei servizi collegati al futuro polo scientifico MIND (Milano Innovation District), sorgono serie preoccupazioni e critiche da parte dell’Unione degli Universitari (SU-UDU) Statale.

 

SU-UDU Statale ha sempre espresso il suo dissenso riguardo al trasferimento delle Facoltà Scientifiche al campus MIND, presentando una serie di ragioni valide che richiedono un’attenta valutazione. Tuttavia, ciò che destava maggiormente l’attenzione era il destino degli edifici a Città Studi che non sarebbero stati venduti, e la inesistente sostenibilità economica del progetto.

 

Il piano triennale per l’edilizia, pur prevedendo la destinazione di alcuni edifici demaniali a un presunto “Nuovo Campus Umanistico”, manca di chiarezza sui dipartimenti che vi si trasferiranno e su quali saranno i servizi offerti. La mancanza di un approccio organico e completo solleva interrogativi sul mantenimento di strutture multiple e sulla possibilità di aumentare effettivamente la capacità degli insegnamenti nell’area umanistica, che attualmente è limitata da criteri numerici.

 

Inoltre, non sono state fornite informazioni chiare sui servizi previsti negli edifici di via Golgi 19 e Celoria 26, né sulle tempistiche, i finanziamenti o la proprietà della futura residenza universitaria nel Dipartimento di Bioscienze. Questa mancanza di dettagli fondamentali getta ancora più incertezza su questi progetti.

 

La questione dell’alienazione degli edifici è altrettanto preoccupante. Mentre si prevede di vendere una grande quantità di edifici, tra cui quelli utilizzati per le lezioni di Corsi di Laurea legati a Dipartimenti come Informatica, Matematica e Medicina Legale, non è stato fornito alcun piano chiaro per garantire un’istruzione di qualità in questi settori. Ciò solleva seri dubbi sulla volontà dell’Ateneo di preservare l’ambiente di apprendimento e la continuità degli studi in questi Dipartimenti.

 

La mancanza di trasparenza e l’assenza di una strategia chiara per affrontare queste questioni sono ulteriormente evidenziate dalla carenza di informazioni riguardo a diverse iniziative, come la riqualificazione dell’ex Obitorio Policlinico in Via Francesco Sforza per i servizi studenteschi e il mantenimento di uno dei due Palazzi storici di Gargnano del Garda.

 

Inoltre, sorgono preoccupazioni sulla sostenibilità economica del progetto, forse il lato più drammatico dell’intera vicenda. La definizione stessa di sostenibilità viene messa in discussione, poiché sembra che il piano attuale sia tutto tranne che sostenibile. Il progetto Mind, come ricordato a più riprese dalla governance d’Ateneo, è strettamente collegato alla rifunzionalizzazione di Città Studi. Dalla vendita di cospicuo numero di immobili, la Statale punta a ricavare 200 milioni di euro, che andranno a sommarsi ai 140 milioni di fondi pubblici (Regione Lombardia in primis) ed ai vari fondi accantonati negli anni. Tuttavia, anche a causa dell’aumento dei costi dovuto al conflitto bellico tra Russia e Ucraina e da richieste di migliorie da parte dell’Ateneo, risulta un buco che si aggira tra i 90 e i 130 milioni di euro. Buco che potrebbe aumentare, nel caso in cui la vendita degli immobili di Città Studi non dovesse fruttare quanto stimato.

 

Dichiara il Senatore Accademico per SU-UDU Statale, Ivan Zeduri, “Non è chiaro come l’Università Statale di Milano intenda affrontare i debiti contratti, considerando lo scarso interesse delle istituzioni nell’aumentare le risorse destinate al finanziamento dell’Ateneo. Il piano di sostenibilità è tutto tranne che sostenibile: la Statale come intende ripianare i debiti contratti, alla luce dello scarso interesse delle istituzioni ad aumentare le risorse destinate al finanziamento dell’Università? Diminuendo i posti disponibili per immatricolarsi nei corsi ad accesso programmato o introducendo il numero chiuso in corsi ad accesso libero? Con un aumento fuorilegge della tassazione? Non è accettabile che il carattere pubblico dell’Università più grande della Lombardia venga snaturato, sottomettendosi agli interessi di imprese private, che hanno come unico obiettivo il profitto e non la libera ricerca. A MIND assisteremo proprio a questo.”

 

È inoltre allarmante l’ipotesi di alienare ulteriori patrimoni dell’Università, mettendo così a repentaglio la sua missione primaria, ovvero la didattica. Questa strategia potrebbe portare l’Ateneo in una situazione in cui non sarebbe in grado di svolgere il suo ruolo fondamentale nell’offrire un’istruzione di qualità ai suoi studenti.

 

“È preoccupante constatare che il piano di sostenibilità finanziaria dell’Università Statale di Milano fa gravare sulle spalle degli studenti e delle studentesse, in particolare su quelli fuoricorso, le responsabilità di uno Stato incapace di finanziare adeguatamente l’alta formazione”, afferma Camilla Piredda, Coordinatrice Nazionale dell’Unione degli Universitari.

 

SU-UDU Statale esorta l’Università Statale di Milano a prendere seriamente in considerazione queste preoccupazioni e a impegnarsi a una maggiore trasparenza, al coinvolgimento degli studenti e del personale accademico (personale tecnico-amministrativo in primis) nelle decisioni e a una revisione completa delle strategie in modo da salvaguardare gli interessi e la qualità dell’istruzione all’interno dell’Ateneo, non snaturando il suo carattere pubblico e la sua missione all’interno della società.

 

SU-UDU Statale rimarrà vigile e continuerà a sollevare queste criticità, al fine di proteggere gli interessi degli studenti e promuovere un’alta formazione equa, accessibile ed indipendente presso l’Università Statale di Milano.