Movida, linee di indirizzo del Comune

Via libera dalla giunta comunale alla delibera con le linee di indirizzo per arrivare a un ‘regolamento’ della movida in città: dal tema della somministrazione delle bevande alla licenze per l’apertura di nuovi locali, da azioni di sensibilizzazione fra i giovani alla formazione specifica per la polizia locale, sono dieci i punti del documento che dovrà ora passare all’esame del Consiglio comunale e arriverà in aula probabilmente in autunno. Le 15 zone più frequentate saranno mappate – e tenute monitorate da un apposito organismo – in base al grado di criticità per declinare gli interventi in modo quanto più mirato. I punti principali della delibera sono stati presentati dagli assessori alla Sicurezza, Marco Granelli, a Commercio e Attività Produttive, Alessia Cappello e alle Politiche Giovanili, Martina Riva in una conferenza stampa stamane dopo la riunione di Giunta.”E’ una delibera che nasce da un percorso avviato all’interno dell’amministrazione in questi mesi per provare a leggere la situazione, notevolmente cambiata in questi anni – ha spiegato Granelli – la movida è un segnale positivo per la città, indica capacità di attrarre, ma ci sono a anche alcune situazioni di criticità. L’obiettivo è trovare l’equilibrio non sempre facile tra le esigenze della vita sociale delle persone, delle attività imprenditoriali e dei residenti”.

Tra gli obiettivi, come ha spiegato Granelli, c’è ad esempio quello di arrivare a una stabilizzazione delle ordinanze per sull’uso del vetro. “Per legge possono essere solo di 30 giorni e non immediatamente replicabili, mentre con il regolamento potrebbero diventare strutturali e quindi diminuire l’uso del vetro che è un elemento che porta insicurezza e criticità”, ha detto. Nelle zone a più alta concentrazione di locali inoltre le autorizzazioni per nuove aperture potrebbero essere ‘contingentate’. “Abbiamo elencato tutte le azioni che vogliamo fare per regolare – ha spiegato ancora l’assessore – cioè un regolamento per contingentare le nuove aperture di esercizi nelle zone fortemente concentrate, ma anche il lavoro sulle sanzioni accessorie che permettono di essere più efficaci nei confronti di quelli che non rispettano le regole, oppure la regolamentazione sugli orari, soprattutto all’esterno, in modo non generalizzato, ma mirato sulle situazioni che creano maggiori criticità”. Anche l’assessore a Commercio e Attività Produttive, Alessia Cappello ha spiegato: “Ci sono delle aree più fuori controllo dove la movida diventa ‘mala movida’ e bisogna tenere conto della quiete cittadini. Bisogna coniugare esigenze di tutti, giovani, residenti e commercianti. Avvieremo un percorso breve di studio di tutte le aree della città in modo da dividerla nelle varie zone e vedere dove sono più critiche. Questo porterà a costruire un regolamento dei pubblici esercizi che faremo queste settimane con le categorie dei pubblici esercizi, i comitati dei cittadini e i Municipi. Ci auguriamo di arrivare a una mappatura dove si individuano zone più critiche” e “le varie misure saranno una conseguenza di quelle zone”.

Il tema della movida va affrontato in modo strutturale, e l’idea di portare un regolamento che disciplini le autorizzazioni andava fatto 15 anni fa. È da apprezzare il fatto che si voglia disciplinare questa cosa per il futuro”. Lo ha detto Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, a margine della presentazione della delibera di Giunta sulla movida, tenutasi questa mattina a Palazzo Marino. “ll tema serio – ha poi aggiunto – non è tanto che in via Lecco e via Lazzaretto ci sono 5mila persone in mezzo alla strada il venerdì, quella è una conseguenza purtroppo di un processo di liberalizzazione delle autorizzazioni per cui in via Lecco non ci devono essere 80 locali, ce ne devono esser 30.” “E da qui – ha spiegato – di conseguenza, la necessità di avviare subito un iter procedurale affinché si arrivi in Consiglio comunale con una proposta per dividere, come noi abbiamo detto, la città in tre zone: una zona rossa in cui si dica “lì non si possono più aprire attività di somministrazione”, una gialla con una percentuale di attività che possono essere aperte e una zona verde ‘free’. Questo consente anche di valorizzare una città dove non si concentri tutto al centro, in una zona 1, creando poi un problema di concentrazione di attività rispetto ai residenti”. In merito al tema dei dehor Barbieri ha chiarito che questi rappresentano “un valore aggiunto” perché “il fatto di avere un dehor permette di controllare meglio gli avventori, diversamente da come accade se c’è tutta la gente in piedi”. “Quindi – ha poi spiegato – bisognerebbe agevolare le occupazioni di questo tipo, agevolare la possibilità di avere un controllo degli avventori. Deve esserci un regolamento a disciplinare la città, non bastano le ordinanze, che vengono impugnate con ricorsi su ricorsi”. “Forse – ha aggiunto – si dovrebbero anche eliminare alcuni aspetti (sull’occupazione del suolo pubblico): se io agevolo un’occupazione del suolo pubblico che “si allunga” si estende, evito che vada sulla carreggiata della strada. Se il regolamento prevedeva la distanza di un metro e venti da un albero e ora si è allungata a due metri, rimettiamola a uno e venti, perché permette di estendere l’occupazione di suolo pubblico lungo la carreggiata e non sulla strada”.