Mutui salati, come (provare a) difendersi

Quello registrato nelle ultime settimane è un record, purtroppo assolutamente negativo, di dieci aumenti consecutivi dei tassi di interesse e quindi una crescita giunta al 4,5% del costo del denaro. Una enormità. Il massimo dal 2001.
Chi lo ha deciso? La Banca Centrale Europea. Perché? L’obiettivo è di far diminuire i consumi, quindi abbassare l’inflazione per aiutare le fasce più deboli della popolazione. Ma chi è che ne fa le spese? I cittadini e le imprese. Con quali risvolti pratici? Molto semplicemente, il denaro vale meno e quindi qualsiasi operazione va a costare di più. A differenza della maggior parte dei Paesi europei, infatti, il salario minimo non cresce mai ed è sostanzialmente fermo da decenni. Le difficoltà vanno dalla spesa al supermercato dove il prezzo dei prodotti lievita, fino ai mutui che registra impennata dopo impennata.
Relativamente ai mutui, sottolinea Cosimo Cannizzo, founder della società immobiliare milanese Gruppo Galileus, “ovviamente chi ha un tasso variabile sta pagando tantissimo queste scelte più che discutibili della BCE. Il costo del denaro non salirà all’infinito e non dovrebbe salire oltre il 5%, ma intanto cosa fare? Si può optare per una rinegoziazione con la propria banca o fare una surroga con un altro istituto”.
Gli analisti dicono che ormai la stangata sui mutui variabili c’è stata e che a partire dal 2025 dovrebbero scendere. Possiamo fidarci?
“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio – aggiunge Cannizzo – ma qui bisogna autotutelarsi visto che le decisioni piovono dall’alto. La situazione è veramente difficile se si pensa che mediamente i mutui variabili da inizio 2023 sono saliti a +44%, l’Rc auto del +26%, la spesa alimentare del +24%, la benzina del +21%, l’ortofrutta del +20%, i prestiti personali del +19% e i servizi turistici del +9,4%. L’autunno non si preannuncia migliore. Intanto, rispetto ai mutui, ricordo che se si è in estrema difficoltà economica o si è perso il lavoro, si può sempre ricorrere al Fondo Gasparrini grazie al quale sospendere i pagamenti relativi alla prima casa”.
Un’alternativa al Fondo? “Sicuramente la prima cosa da fare è quella di analizzare quanto ci resta di mutuo o, nel caso di un nuovo acquisto, a quante annualità lo vogliamo fare. Da qui, calcolatrice alla mano e, permettetemi un consiglio, che è quello di restare anche un po’ più pessimisti sulle previsioni – conclude il founder di Gruppo Galileus – fare due conti rispetto ai tassi di interesse, calcolando anche di arrivare a un 5% contro il 4,5% attuale, e decidere. Realtà come la nostra mettono a disposizione esperienza ultraventennale e professionisti qualificati per chi ha necessità in tal senso”.