La Cassazione ha respinto il ricorso del pm Paolo Storari, segnando una vittoria per Tod’s. La Procura di Milano ora chiede l’oscuramento pubblicitario dell’azienda, mentre il gruppo guidato da Diego Della Valle denuncia un “tempismo sospetto” e ribadisce la propria estraneità alle accuse di caporalato.
La Corte ha stabilito che l’inchiesta non resti a Milano ma venga trasferita a Macerata.
La Procura di Milano: dopo la sconfitta in Cassazione, ha rilanciato chiedendo una misura inedita: l’oscuramento della pubblicità di Tod’s per sei mesi, come sanzione economica indiretta.
Tre manager e la società stessa sono indagati per caporalato, con l’ipotesi di “cecità intenzionale” rispetto alle condizioni di lavoro nella filiera.
Nei sei laboratori ispezionati tra Milano, Vigevano e Macerata sarebbero stati trovati circa 50 dipendenti sottopagati, con stipendi inferiori alla metà del minimo sindacale e alloggi dormitorio a caro prezzo.
Gli audit interni non avrebbero dissipato i sospetti, rafforzando la convinzione della Procura sulla consapevolezza aziendale.
L’azienda in un comunicato ufficiale parla di “sospetto tempismo” e ribadisce la volontà di esaminare con tranquillità il nuovo materiale prodotto dalla Procura.
Il patron Diego Della Valle ha definito le accuse di caporalato “la più grande cavolata che si possa dire”, difendendo la reputazione del gruppo e criticando l’atteggiamento del pm.
Il giudice preliminare Domenico Santoro deciderà il 3 dicembre sulla richiesta di sospensione dal mercato pubblicitario.
L’esito sarà cruciale per capire se la Procura riuscirà a infliggere una sanzione concreta al gruppo, nonostante la battuta d’arresto in Cassazione.
Il caso mette in luce il conflitto tra tutela della reputazione dei grandi marchi e la necessità di garantire condizioni di lavoro dignitose.
La vicenda evidenzia la tensione tra magistratura e grandi aziende, con effetti sulla percezione pubblica della legalità e sulla fiducia nelle istituzioni.
Se la sospensione pubblicitaria venisse confermata, si tratterebbe di un precedente significativo nel rapporto tra giustizia e brand di lusso.
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