BCC Triuggio-Valle del Lambro: presidio di prossimità e motore di sviluppo nel cuore della Brianza

Dott. Marco Rho - Direttore Generale del BCC di Triuggio e della Valle del Lambro
Dott. Marco Rho - Direttore Generale del BCC di Triuggio e della Valle del Lambro

In un momento storico in cui il radicamento territoriale delle istituzioni bancarie sembra vacillare, la Gazzetta di Milano ha incontrato il dott. Marco Rho, Direttore Generale del BCC di Triuggio e della Valle del Lambro, per approfondire il ruolo della banca nel tessuto economico e sociale della Brianza. Con una rete di 12 filiali e una nuova apertura prevista a breve, l’Istituto si conferma presidio attivo contro la desertificazione bancaria, operando lungo l’asse della statale 36 da Lecco a Monza. Il dott. Marco Rho, oggi alla guida dell’Istituto, ci racconta la missione della banca e le sfide di un territorio in evoluzione.

Benvenuto al dottore Marco Rho, Direttore Generale della BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI TRIUGGIO E DELLA VALLE DEL LAMBRO. Direttore, da quanto tempo ricopre un ruolo all’interno dell’Istituto e come si è evoluto il suo percorso professionale al suo interno?

Sono presente nell’Istituto da tre anni: inizialmente ho ricoperto il ruolo di Direttore Commerciale e, successivamente, dopo un anno, sono stato nominato Direttore Generale. La nostra è una Banca di Credito Cooperativo, coadiuvata da Iccrea, che rappresenta la nostra casa madre. La nostra zona territoriale si estende da Lecco fino a Monza, seguendo l’asse geografico della Statale 36. Tutte le nostre filiali sono nella Brianza Monzese e nella Brianza Lecchese; attualmente ne contiamo 12. È prevista l’apertura di una nuova filiale il mese prossimo, la nostra risposta concreta al fenomeno della desertificazione bancaria sul territorio.

In un periodo in cui molte realtà bancarie scelgono di ridurre la propria presenza fisica sul territorio, chiudendo sportelli e puntando tutto sulla digitalizzazione, la vostra banca sembra andare in controtendenza, investendo nell’apertura di nuove filiali.

Si, noi stiamo aprendo. Il mese prossimo apriremo una nuova Filiale a Monza in piazza Garibaldi al numero 7, nei pressi del Tribunale, in pieno centro cittadino.  Abbiamo scelto di aprire in un luogo di valore per dare un segno tangibile dell’importanza che per noi riveste una piazza importante come Monza. Per la realizzazione di questa nuova filiale ci siamo avvalsi di una società dell’Alto Adige specializzata nel layout bancario, con un’impostazione direi “razionale ma calda”, nel senso che c’è molta attenzione al benessere del cliente e di chi ci lavora. Abbiamo seguito criteri ESG a tutto tondo, rispetto per l’ambiente, ma soprattutto per la persona. Siamo molto orgogliosi delle scelte fatte e crediamo che i clienti che ci sceglieranno troveranno un ambiente molto accogliente.

Oggi si assiste a una crescente esigenza, soprattutto da parte degli imprenditori, di instaurare un dialogo diretto e umano con la banca, esigenza che spesso si scontra con la distanza e l’impersonalità dei grandi istituti, dove persino una telefonata può diventare complicata. In un territorio come il vostro, caratterizzato da un’imprenditoria vivace e radicata, quanto è importante il ruolo della banca di prossimità? Ritiene che questo modello generi benefici non solo economici, ma anche relazionali e di benessere nel rapporto con il cliente?

Assolutamente, le Banche di Credito Cooperativo hanno anche uno statuto che segna in positivo il loro modo di porsi verso il cliente. Il nostro obiettivo primario non è il profitto, ma il benessere della comunità. Quello che facciamo è restituire, al territorio, agli stakeholders, quanto la banca riesce economicamente a produrre. Pur non avendo il lucro come obiettivo principale, dobbiamo comunque essere in piena efficienza.  Essere redditizi significa dare più servizi e aiuti al territorio e al cliente.  Si instaura così un circolo virtuoso per tutti.

Ritornando al tema della vicinanza: abbiamo la fortuna di operare in una delle zone più ricche d’Europa; quindi, sicuramente la clientela è una clientela che è esigente sotto questo aspetto. La BCC è molto vicina, è settata proprio per dare questa assistenza di vicinanza al territorio.

Inizialmente la nostra banca operava principalmente sulla piccola e media impresa.  Oggi invece, anche per il grosso supporto che il Gruppo Iccrea ci dà, riusciamo a dare una proposizione a 360 gradi. Con professionalità e cura dei dettagli.

Riusciamo a cogliere tutte le opportunità del territorio.

Le Banche di Credito Cooperativo si distinguono da sempre per la loro forte presenza sul territorio, anche attraverso iniziative che coinvolgono famiglie, imprese e comunità locali. Nel vostro caso, quanto è importante mantenere vivo questo legame con il tessuto sociale ed economico del territorio? E in che modo supportate concretamente le iniziative locali?

La nostra è una clientela estremamente fidelizzata, perché esiste un rapporto che si è consolidato negli anni e tramandato anche alle generazioni successive. La nostra banca, ovviamente, per il territorio promuove molte iniziative.  Ad esempio, tra le altre, offriamo  borse di studio per gli studenti meritevoli oppure contributi per le varie associazioni, sportive o assistenziali.. Sicuramente siamo presenti molto anche per quanto riguarda iniziative culturali o artistiche.  Questo aspetto è veramente per una BCC molto importante.

Ad oggi la nostra banca ha numerose iniziative; operiamo i nostri interventi per cercare di soddisfare maggiormente le richieste. In questi termini, oggi, in virtù dell’apertura della filiale saremo anche maggiormente presenti sulla piazza di Monza. Una  realtà sicuramente importante che ci permetterà di ampliare la nostra zona territoriale in un bacino confinante che lambisce poi l’intera area milanese. Per la nostra banca sarà sicuramente una scelta epocale e motivo di orgoglio  quella di aprire lo sportello. Anche perché la banca arriva da un percorso sicuramente virtuoso e quindi è stato  quasi naturale pensare di fare alla crescita.

Parlando di crescita, quali sono oggi i numeri che meglio rappresentano l’evoluzione e la solidità della vostra banca?

La nostra banca è una banca, come dicevo prima, con 12 filiali, i dipendenti ad oggi sono 80, il prodotto bancario lordo che noi sviluppiamo è poco meno di un miliardo e 700 milioni. Sicuramente la nostra banca, nella classificazione di Iccrea, in un cluster di quattro dimensioni, si colloca nella seconda , quella delle banche grandi. Iccrea supervisiona 112 banche sul territorio nazionale, alcune banche hanno più filiali, però disseminate in zone d’Italia magari meno fiorenti rispetto alle nostre.

La banca ha avuto una crescita, a mio avviso, esponenziale negli ultimi cinque anni: ha raddoppiato i volumi e, come dicevo prima, ha fatto in modo di crescere — e lo sta facendo tutt’ora.

Professionalmente stiamo ricostituendo un vivaio di brillanti promesse: abbiamo assunto quasi una decina di giovani appena usciti dal percorso universitario. Ci siamo accorti che le ultime assunzioni erano un po’ datate, non erano proprio fresche. Vista la velocità del cambiamento, anche un giovane di oggi è diverso da un giovane di 10-15 anni fa: vuoi per l’informatica, vuoi per le nuove tecnologie. Sicuramente avevamo bisogno di questo, anche per dare un segnale forte al territorio, al mercato. Ci crediamo, e forse è stata una mossa estremamente tangibile.

Economicamente, l’anno scorso è stato estremamente favorevole, come lo è stato per tutte le banche a livello di margini finanziari. Sicuramente il 2024 ha dato una mano agli istituti, un po’ meno il 2025, perché — come ben sappiamo — i tassi si sono un po’ ridotti. Comunque stiamo continuando a percorrere un sentiero di crescita che ci permetterà di mantenere  ancora una marginalità elevata. Questa redditività strutturale  ci ha permesso di avviare una serie  di assunzioni, ma anche un percorso di aggiornamento a tutti i livelli: aggiornamento delle risorse umane, ma anche delle risorse fisiche e tecnologiche, apertura di nuove filiali, efficientamenti energetici sugli edifici.

Quindi tutto è vocato a dare un miglioramento continuo a tutta la struttura. Rafforzandola.

Sotto la sua guida sembra emergere con forza la capacità della banca di coniugare innovazione tecnologica e rapporto umano, due elementi oggi fondamentali. Possiamo dire che siete riusciti a trovare un equilibrio tra digitalizzazione, radicamento territoriale e attenzione alle sfide economiche attuali? Quanto è strategico questo approccio nel vostro modello operativo?

Sono arrivato in BCC nel momento  giusto. Il momento era topico, nel senso che sia la banca, sia ICCREA, che  il contesto hanno permesso questa crescita.

La nostra crescita è stata veloce perché, partendo comunque  in ritardo rispetto ad altri player, abbiamo evitato di ripetere gli errori commessi dagli altri.

E questo ci consente di  avere un vantaggio, e di questo siamo estremamente soddisfatti. Voglio ribadire il fatto che il percorso è sicuramente lungo e nessuno può considerarsi giunto a compimento.  La banca continuerà ad investire molto e crede fortemente  in questa scelta..

Parliamo di prodotti: secondo lei, qual è oggi il vero fiore all’occhiello della banca? Sotto la sua gestione c’è stato qualche prodotto che ha saputo radicarsi ancora di più nel territorio, rispondendo in modo efficace alle esigenze locali?

Spiego brevemente l’organizzazione. La nostra banca offre soluzioni su misura per il cliente per quanto riguarda il risparmio e il credito. Oltre a questo si avvale della elevata professionalità che  la casa madre ci mette a disposizione in termine di prodotti di risparmio gestito e assicurativo. In questo ambito  noi siamo utilizzatori di prodotti che vengono strutturati a livello centrale , quindi la Banca e Iccrea si muovono sul territorio nazionale con uniformità, e i prodotti vengono messi a disposizione in forma uguale per tutti.

Se mi chiede qual è il prodotto che più eventualmente ha avuto un’espansione sul territorio, sicuramente le BCC hanno un appeal importante sul mutuo ipotecario per la casa,  il segno distintivo  delle banche di credito cooperativo. Il mutuo per l’acquisizione della prima casa piace perché aiuta il cliente nella scelta di formare una nuova famiglia, accompagnandola nella scelta cosi importante come l’acquisto della propria casa.  Infatti,  è un bene in Italia ancora sicuramente molto sentito, a differenza di altri Paesi europei. Quindi piace sicuramente a chi ne usufruisce, ma piace anche alla banca come prodotto: anche per estrazione, negli anni passati è sempre stato un po’ il fiore all’occhiello, molto gettonato.

Devo dire che arrivando da un altro istituto bancario e quindi potendo fare confronti diretti, il fatto di avere Iccrea è sicuramente un vantaggio, perché ci sono delle economie di scala importanti. Quando si struttura un prodotto, non lo si struttura solamente per le 12 filiali della BCC di Triuggio-Valle del Lambro, ma lo si struttura per tutto il territorio nazionale, quindi qualitativamente i prodotti sono sicuramente all’altezza. Iccrea ci dà un supporto fondamentale di vigilanza, ma anche come service: alcune situazioni sono gestite da loro, quindi c’è anche una possibilità modulare di assistenza, per cui ogni singola banca, che è una legal entity autonoma, può scegliere anche al suo interno di avvalersi di determinati servizi in maniera modulare.

In uno scenario nazionale caratterizzato da grandi movimenti e fusioni nel settore bancario, ritiene che Iccrea stia facendo la sua parte? Può essere considerato un grande polo bancario capace di rappresentare i territori, in contrapposizione ai grandi gruppi che si aggregano su logiche più centralizzate?

Si, potrebbe essere considerato un primary player a livello nazionale, adesso senza dare una posizione classica, sta sicuramente ai vertici. Anche Iccrea guarda con attenzione a quello che ovviamente sta succedendo: è una banca che sicuramente può prendere decisioni in tal senso. Adesso, non vorrei sostituirmi, ma anche loro, essendo player sul territorio nazionale, sicuramente potranno valutare le opportunità che il mercato presenta e presenterà. Sicuramente, a cascata, può dare ancora più forza alle banche di territorio, quello è sicuro.

Concludo ringraziandola per le sue riflessioni, da cui emerge chiaramente che gli obiettivi della banca sono ampi e strutturati in una visione di lungo periodo

Gli obiettivi della banca sono ampi. Per il momento vorrei aggiungere che l’apertura di una nuova filiale è un grande passo che fa parte di un percorso: non è l’ultima tappa. Il percorso è ancora lungo. Sicuramente la banca è in piena salute, quindi è giusto anche pensare con un orizzonte più ampio in considerazione del fatto che l’approntamento e il  consolidamento  di punti vendita non è immediato. Bisogna anche pianificare per tempo le mosse successive. La risposta è sì, pensiamo anche ad altro.


Scopri di più da GazzettadiMilano.it

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.