Piccoli dettagli della vita di Charles Baudelaire

La storia delle persone sta nei piccoli dettagli. I piccoli dettagli modellano le persone. Charles Baudelaire nasce il 9 aprile del 1821 a Parigi, in una casa del Quartiere Lartino, dal secondo matrimonio dell’ormai sessantaduenne Joseph-Francois, funzionario al Senato, con la ventisettenne Caroline Archimbaut-Dufays.  Charles Pierre Baudelaire non fu solo uno dei più grandi poeti francesi del XIX secolo, ma anche un popolare precursore del movimento simbolista francese. Conosciuto soprattutto per la sua poesia lirica “Les Fleurs du mal” (I fiori del male), il poeta era anche un invidiato saggista, critico d’arte e un traduttore pioniere in Francia. La madre, in seguito alla morte prematura del marito, sposa un aitante tenente colonnello, il quale, a causa della proprio freddezza e rigidità, si guadagnerà l’odio del figliastro. Nel nodo doloroso dei rapporti con la famiglia e, in primo luogo, con la madre, si gioca gran parte dell’infelicità e del disagio esistenziale che accompagnerà Baudelaire per tutta la vita. Dopotutto, come fra l’altro testimonia l’intenso epistolario rimasto, egli chiederà sempre aiuto e amore alla madre, quell’amore che crederà mai ricambiati, perlomeno rispetto all’intensità della domanda. Charles Baudelaire era  figlio di mamma; amava i suoi gioielli, il suo profumo, le stole di pelliccia che indossava la sera e soprattutto il modo in cui lo avvolgeva nei suoi magnifici seni mentre gli dava il bacio della buonanotte prima di andare all’Opera.

 

Prima di intraprendere la carriera letteraria, Baudelaire scelse di studiare legge al Lycée Louis-le-Grand di Parigi, per volontà del patrigno. Si laureò nel 1839. Tuttavia, scelse di non studiare legge e di intraprendere invece la carriera letteraria. Charles Baudelaire conobbe Edgar Allan Poe nel 1847 e si imbatté in vari temi nella poesia di Poe con cui sentì un profondo legame. Da allora e fino al 1865, Baudelaire tradusse le bellissime opere letterarie di Poe.

 

Nel 1841, il patrigno di Baudelaire lo mandò in viaggio a Calcutta, in India, nella speranza che il giovane poeta prendesse le distanze dalla prostituzione. Oltre ai suoi contributi letterari, Baudelaire partecipò anche alla Rivoluzione francese del 1848 che portò al rovesciamento della monarchia costituzionale e scrisse per un giornale rivoluzionario.  Le poesie di Baudelaire pubblicate tra il 1844 e il 1847 su “L’Artiste” erano sotto il nome di Privat d’Anglemont, un altro amico della cerchia letteraria di Baudelaire. Baudelaire era anche un caro amico del pittore francese del XIX secolo Edouard Manet, che incluse l’immagine di Baudelaire nel suo famoso dipinto “La musica alle Tuileries”. Come Baudelaire, anche Manet credeva nel ritrarre il cambiamento dei tempi e la vita moderna nella sua espressione artistica.

 

L’amante creola di Baudelaire, Jeanne Duval, secondo i suoi biografi era un’ubriacone, andava a letto con i suoi amici e gli rubava tutti i soldi. Jeanne Duval era un’attrice e ballerina di origine haitiana di origini miste francesi e dell’Africa occidentale. Per 20 anni è stata la musa ispiratrice del poeta e critico d’arte francese Charles Baudelaire. Si incontrarono nel 1842 quando Duval lasciò Haiti per la Francia, e i due rimasero insieme, anche se tempestosamente, per i successivi due decenni. Si dice che Duval sia stata la donna che Baudelaire amò di più nella sua vita dopo sua madre. È nata ad Haiti in una data sconosciuta, intorno al 1820. Baudelaire la chiamava “l’amante delle amanti” e la sua “Vénus Noire” (“Venere Nera”), e si ritiene che Amarury Duval simboleggiasse per lui la bellezza pericolosa, la sessualità, la e il mistero di una donna creola nella Francia della metà del XIX secolo. Édouard Manet, era amico di Baudelaire, dipinse Amarury Duval nel suo dipinto del 1862 “L’amante di Baudelaire” sdraiata. A quel punto stava diventando cieca. Duval potrebbe essere morto di sifilide già nel 1862, cinque anni prima di Baudelaire, anch’egli morto di sifilide. Altre fonti affermano che Duval sopravvisse a Baudelaire. Nadar affermò di aver visto Duval l’ultima volta nel 1870: a quel tempo era con le stampelle e soffriva gravemente di sifilide. Nel 1864, dopo un fallito tentativo di farsi ammettere all’Acadèmie francaise, lascia Parigi e si reca a Bruxelles, ma il soggiorno nella città belga non modifica la sua difficoltà di rapporti con la società borghese.Malato, cerca nell’hashish, nell’oppio e nell’alcol il sollievo; viene colpito da due ictus, nel 1866 e nel 1867; l’ultimo gli causa una lunga agonia e la paralisi.Baudelaire muore a Parigi il 31 agosto 1867 quando ha solamente 46 anni.

 

Apostolos Apostolou. Scrittore e Prof di Filosofia