L’informazione può essere pericolosa. Campagna informativa per giornalismo responsabile.

Partirà domani dalle ore 9:00, presso l’edicola di C.so San Gottardo 21 a Milano, l’iniziativa di lancio della campagna “L’informazione può essere pericolosa. Al giornalismo della paura, preferiamo quello delle soluzioni” organizzata dall’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo e TBWA\Italia (agenzia di comunicazione), ideatrice del progetto. L’edicola sarà interamente allestita con armi finte, invece dei tradizionali prodotti editoriali, proprio per simboleggiare la potenza e la forza dei media, soprattutto in questa epoca di fake news e di utilizzo massivo dei social network per reperire informazioni, che con la pandemia ha generato ansia e paura facendo emergere tutti i tratti di vulnerabilità del sistema delle notizie.

 

La descrizione e il racconto in modalità sensazionalistica, allarmistica con titoli a volte “strillati” possono infatti creare uno stato di giudizio alterato e potenzialmente pericoloso. Ecco perché la scelta delle armi quale simbolo della campagna.

 

L’obiettivo dell’iniziativa è proprio quello di sensibilizzare l’intera filiera dell’informazione, in cui la fiducia è oggi ai minimi storici (fonte: Edelman Trust Barometer 2021), riportando al centro i valori e la missione dei media, quali garanti di una informazione vera, corretta e approfondita.

 

Un’informazione che ha visto negli ultimi due decenni favorire una narrazione rivolta più alla pancia delle persone, che alla razionalità e al pensiero critico con notizie che, cavalcando la paura, hanno indotto negli utenti un senso di insicurezza, apatia, ansia e preoccupazione e disaffezione nei confronti dei media.

 

Presso l’edicola verranno distribuiti volantini informativi e verrà lanciata una petizione indirizzata al nuovo presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, alla neopresidente della RAI Marinella Soldi, al nuovo a.d. RAI Carlo Fuortes, al presidente della FIEG, la Federazione Italiana Editori Giornali, Andrea Riffeser Monti, e a tutti gli editori e direttori delle emittenti radio-televisive e di testate giornalistiche. La petizione ha l’obiettivo di chiedere di adottare un nuovo approccio nel comunicare le notizie, ovvero in modo meno drammatico, più equilibrato, più rappresentativo della realtà. In altre parole, più costruttivo.

 

“Molte grandi testate giornalistiche oltre confine – dichiara Silvio Malvolti, presidente dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo – incluse diverse tv di Stato nord-europee, hanno compreso ormai da diversi anni l’importanza di adottare un approccio più oggettivo, allargando lo sguardo oltre i problemi, raccontando anche le soluzioni cambiando radicalmente la narrazione delle notizie. In altre parole, hanno scelto un giornalismo più costruttivo, più rispettoso nei confronti dei loro utenti, riconquistando la fiducia e l’audience persa in decenni di cattiva informazione”. (Fonte: Engaging News Project, Annette  Strauss Institute  for  Civic  Life,  University  of Texas).

 

“Come comunicatori, sentiamo e abbiamo il dovere di contribuire alle cause importanti della nostra società: è una delle grandi possibilità del nostro lavoro e noi di TBWA siamo in prima linea con tutte le nostre energie, ogni volta che c’è l’occasione di farlo – dichiara Mirco Pagano Chief Creative Officer TBWA\Italia – Per questo abbiamo fatto nostra la causa dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, affinché nessuno si ritrovi vittima di ansia e paura, causate spesso da una cattiva informazione. Conosciamo bene il potere delle parole e crediamo che dare visibilità a un problema così importante, ma così latente, possa contribuire a migliorare la visione del mondo in cui viviamo e in cui vogliamo continuare a sperare”.

 

Di fronte a titoli strillati in continuazione su crisi, corruzione, violenza e scandali, molte persone decidono addirittura di non informarsi più (fonte: Digital News Report, Reuters Institute for the Study of Journalism, Oxford University). Questo non è solo un male per il settore dell’editoria e del giornalismo, ma nuoce alla democrazia e alla società intera distruggendo l’energia, la fiducia, e persino la salute delle persone, rendendo più difficile per chiunque immaginare un mondo migliore.

 

Secondo diversi studi, indagini e sondaggi di prestigiose università e istituti di ricerca, raccolte e analizzate dall’Associazione, l’impatto sociale che possono avere le notizie è enorme così come la responsabilità dei mass-media, che sono appunto i “mediatori”, ma anche gli “amplificatori” delle parole, dei toni, dei messaggi che arrivano alle persone.

 

La responsabilità dei mass-media nell’esercizio della loro funzione, ovvero quella di informare i cittadini in modo quanto più possibile oggettivo e aderente alla realtà e nel rispetto dei doveri e delle carte deontologiche della professione giornalistica, è quantomai cruciale per una società correttamente informata, sana, attiva, e democratica.