Due poemetti di Shakespeare al Teatro degli Angeli da mercoledì 1

Dall’1 al 5 ottobre andrà in scena al Teatro degli Angeli lo spettacolo di Valter Malosti “Shakespeare / Poemetti”: a partire dai due poemetti di Shakespeare, “Venere e Adone” e “Lo stupro di Lucrezia”, Malosti ha ideato, in collaborazione con GUP Alcaro, versioni di queste opere in forma di concerto e senza più scena, se non quella, ricchissima e potentissima, creata da voce e suono.

“Venere e Adone” e “Lo stupro di Lucrezia” sono due poemetti narrativi, composti da Shakespeare fra il 1593 e il 1594, quando i teatri londinesi erano chiusi a causa della peste.

Dei due Poemetti Valter Malosti ha elaborato una nuova e policroma traduzione, pubblicata recentemente da Einaudi (2022) nella prestigiosa collezione di poesia, e a partire dai due spettacoli, pluripremiati, da lui diretti nel 2007 e nel 2012, e caratterizzati dall’alta densità musicale, ha ideato, in collaborazione con GUP Alcaro, altrettante versioni in forma di concerto e senza più scena, se non quella, ricchissima e potentissima, creata da voce e suono.

 

Londra, anno 1593. La peste sta devastando la città, i teatri sono chiusi. William Shakespeare, scrive un piccolo capolavoro in versi, Venere e Adone”, che sfugge a qualsiasi definizione, comico eppure tragico, leggero e profondo, un inno all’eros più carnale e ossessivo e un ammonimento contro la Lussuria. La dea che insegue Adone e lo desidera ardentemente, mentre lui le si rifiuta, rovescia i canoni tipici della poesia d’amore, in cui è l’amante a seguire la donna. Venere è una dea/macchina, dea ex machina ma anche sex machine, macchina barocca che tritura suoni e sputa parole. Una macchina di baci, una macchina schizofrenica di travestimento, una macchina di morte per l’oggetto del suo amore: Adone. Il poemetto è dunque anche un vertiginoso punto di partenza per una ricerca sulle variazioni, le declinazioni e le contraddizioni del tema “amore”.

 

L’anno seguente, nel 1594, Shakespeare riprende un episodio dell’antica storia romana: lo stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio, il figlio del re. Già narrato tra gli altri da Tito Livio, Ovidio e Chaucer, in Shakespeare questo episodio di violenza viene raccontato, in modo sconvolgente, sorretto da una lingua tesa, turgida, propulsiva e quasi percussiva. La voce di lei, che si dispiega in un lungo e altissimo flusso di coscienza, ci trasporta all’interno di uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna. Ma a impressionare e a inquietare ulteriormente il lettore è l’acutissima indagine nella psiche del carnefice. 

 

I due poemetti sembrano formare una specie di dittico simmetricamente contrappuntato, in cui la seconda tavola rovescia la prima: dallo sfondo giorgionesco (e ariostesco) del primo con conigli cani, cavalli e cinghiali si passa ad un tragico notturno, immerso in una livida oscurità caravaggesca squarciata dalla luce di una torcia. “Venere e Adone” e “Lo stupro di Lucrezia”, oltre ad essere due capolavori assoluti, sono gli unici e certi originali di quell’autore dai contorni tuttora fascinosamente incerti che risponde al nome di Shakespeare.

 

Crediti:
un progetto di e con Valter Malosti

progetto sonoro e live electronics GUP Alcaro 

regia, traduzione, adattamento teatrale e ricerca musicale Valter Malosti

produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

in collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro di Dioniso

 

Biglietti:
18,00 € / INTERO
13,00 € / UNDER30, OVER65
8,00 € / UNIVERSITÀ, SCUOLE DI TEATRO, DESIDERA CARD (acquistabile solo in cassa)

Orario:
Mercoledì 1 ottobre 2025, ore 20.30
Giovedì 2 ottobre 2025, ore 20.30
Venerdì 3 ottobre 2025, ore 20.30
Sabato 4 ottobre 2025, ore 20.30
Domenica 5 ottobre 2025, ore 16.00


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