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San Siro, Marotta: stadio obiettivo prioritario. Ma ci sono ancora ostacoli

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Prima della sfida di Champions tra Inter e Slavia Praga il presidente nerazzurro Giuseppe Marotta ha dichiarato sul tema stadio: “Decisione molto tribolata, ma siamo soddisfatti di quello che è stato deciso. Lo dico da presidente dell’Inter e cittadino di Milano. Inizia ora un percorso difficile, ma che porterà sicuramente a grandi soddisfazioni. Avere uno stadio per Milan e Inter rappresentava l’obiettivo prioritario”.

Il Comitato Sì Meazza però non demorde ed annuncia ricorso al Tar contro la delibera del Comune di Milano.

“Questa è stata l’ennesima manifestazione di arroganza, prepotenza e autoritarismo del sindaco. Per 6 anni ha condotto la vicenda come fosse una cosa privata tra lui, Scaroni, Marotta, Antonello e i fondi americani. E l’ha conclusa con due giornate di Consiglio Comunale, stroncando dibattito ed emendamenti e senza discutere nelle commissioni consiliari. Praticamente 6 anni son volati in due giorni”, esordisce Luigi Corbani, guida del Comitato Sì Meazza, in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com.

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Come vi opponete al voto del Comune di Milano?
“È evidente che ai fondi non interessa niente dello stadio, almeno non finché non producono redditi e risorse da distribuire con gli azionisti. Quello che interessa Inter e Milan, ormai dal 2019, è l’operazione immobiliare. I diritti volumetrici sono stati calcolati violando le norme urbanistiche, che prevedono aree in cui non insistano servizi pubblici, come invece è a San Siro. Dai 280mila metri quadrati ne andavano dedotti quasi di un terzo, portando l’area corretta a 192mila. Serviva una piano generale per il territorio e si sono violate anche le regole sull’antiriciclaggio: il Comune non si sa a chi vende, si parla di una parte acquirente che affitterà a Inter e Milan”.

In che senso?
“I documenti presentati dai fondi non sono verificabili, già questo avrebbe dovuto spingere i pubblici amministratori a inoltrare all’ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia. E invece è tutto messo per iscritto, anche le non verificabilità. Le condizioni economiche sono vergognose, alla metà del valore reale che esisterebbe: vendi a 73 milioni di euro una serie di beni che ne varrebbero oltre 200. E poi ancora, ci sono clausole incredibili come i 22 milioni di costo di bonifica scalati dai 197 del valore per il quale il Comune non ha fatto alcuna verifica. I costi sono stati definiti dalle squadre, che hanno fatto carotaggi abusivi nell’area di San Siro. E poi deducono anche 12 milioni per un tunnel che esiste e funziona benissimo, che sarà demolito senza bisogno. Si rifà il Tunnel Patroclo perché porti direttamente ai parcheggi sotterranei dello stadio, ma lo si addebita al Comune di Milano. In nessuna parte del mondo sarebbe avvenuta una cosa del genere, però c’è Sala che teorizza come la politica non debba dettare le regole e che ai privati va dato ciò che chiedono. Si svende un bene pubblico. Dietro questa delibera poi ci sono convenzioni urbanistiche, licenze edilizie, di tutto e di più, ma ci volevano procedimenti amministrativi separati. Le condizioni poi avvantaggiano i privati”.

Si spieghi.
“Se entro il 28 febbraio 2027 la Soprintendenza apre la tutela storico-relazionale di San Siro o si apre un’indagine, loro possono risolvere il contratto e riceverebbero 20 milioni dal Comune di Milano oltre che lo stadio gratis per due anni. E potrei andare avanti: hanno anche lo scudo penale per la risoluzione. Questa è stata la notte più buia nella storia amministrativa di Milano, con un’operazione politica demenziale: si è rotta la maggioranza di centro-sinistra, si è spaccato il PD e si è ricorsi all’appoggio della Moratti, ricostituendo l’asse che c’era quando lei guidava il Consiglio. Questo è stato un omaggio a Scaroni e Marotta, gente che vive di favori dello Stato italiano. Le leggi fatte per agevolare il sistema calcio sono innumerevoli e il risultato è una Lega Serie A indebitata fino a quasi 5 miliardi di euro. Si dicono bugie a tutto spiano. Il contratto di San Siro delega alle società le opere di manutenzione ordinaria ormai dal 2000, ma anche di quella straordinaria. Se lo stadio è obsoleto, la responsabilità è di Milan e Inter! E del Comune di Milano che ha evitato di controllare le opere”.


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