È indagato per accesso abusivo a sistemi informatici, diffamazione aggravata dall’uso del mezzo informatico e violazione della normativa sulla privacy un 23enne residente nell’hinterland milanese che, secondo le indagini, avrebbe prelevato immagini dai profili social di conoscenti e amiche e le avrebbe caricate su un sito a contenuto pornografico senza il loro consenso.
L’attività investigativa, condotta dai carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese, ha portato a una perquisizione domiciliare durante la quale sono stati sequestrati il telefono e il computer del giovane, ora sotto inchiesta dalla Procura di Milano. Le vittime accertate sono 25, ritratte in fotografie spesso tratte da momenti di vita quotidiana o di vacanza e pubblicate sul portale con l’indicazione di nome e cognome.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, molte delle immagini sono state prelevate da profili social pubblici o privati — in alcuni casi i sospetti si sono concentrati su account con amici o follower in comune — e la diffusione sul sito ha consentito la rapida individuazione dell’autore da parte delle ragazze coinvolte, che hanno segnalato il fatto alle forze dell’ordine.
Particolarmente grave, agli atti dell’inchiesta, la presenza di almeno una fotografia che ritrae una ragazza quando era ancora minorenne: elemento che potrebbe aggravare il quadro delle ipotesi di reato e che gli inquirenti stanno valutando nell’ambito degli accertamenti.
Le norme contestate all’indagato prevedono sanzioni per l’accesso non autorizzato a sistemi informatici, la diffamazione mediante strumenti telematici e la violazione della privacy attraverso il trattamento illecito di dati e immagini personali. L’attività dei carabinieri prosegue per chiarire le modalità con cui sono state acquisite le foto e per identificare ogni possibile responsabilità connessa alla diffusione delle immagini.
Al momento non risultano dichiarazioni ufficiali del giovane o di un legale di parte; le vittime, assistite dai loro legali, hanno chiesto che si faccia piena luce sul caso e che siano adottate misure per la rimozione immediata delle immagini dai portali che le ospitano. Le indagini restano aperte.
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