di Isabella D’Ambrogio
Domenica 23 febbraio, nei comuni di Monza e Brianza è’ iniziato l’assalto ai supermercati.
I cittadini allarmati, muniti di carte di credito, in massa si sono recati a riempire i loro carrelli e dispense in vista di una possibile quarantena volontaria o forzata, a causa del Coronavirus.
Come comunicato dal presidente della Regione Attilio Fontana in Lombardia per ora sono 89 le persone infettate.
Ed è proprio la Lombardia che presenta il numero maggiore di contagi, motivo per cui sono state prese misure di prevenzione rilevanti: le scuole, le università, gli uffici pubblici e numerosi tribunali rimarranno chiusi almeno per sette giorni, con una possibile proroga a quattordici.
L’Arcivescovo di Milano ha disposto la sospensione delle Messe in seguito all’ordinanza del presidente della Regione Lombardia, di concerto con il ministro della Salute, a partire dall’orario vespertino di domenica 23 febbraio fino a data da definirsi.
Lunedì 24 febbraio, verranno fornite ulteriori indicazioni.
E a seguito del crescente diffondersi del Coronavirus i lombardi, in stato di allerta, non solo escono di casa, ma si affollano nei supermercati per fare scorte alimentari, aumentando i rischi di situazioni di contagio.
Nei più grandi supermercati della zona è stata fatta razzia di alimenti a lunga conservazione come pasta, latte, biscotti, cibo in scatola e sottovuoto.
I carrelli della gente esondano di cibo.
Alcol, Amuchina e prodotti disinfettanti sono esauriti e per ora introvabili. Le code alle casse chilometriche.
La tensione nell’aria è palpabile, ci si sta preparando a qualcosa che la Cina conosce già, ma che la Lombardia è la prima regione in Europa a provare.