La recente proposta di legge al Parlamento della Regione Lombardia – pensata per “alcune tipologie di cani” – solleva dubbi rilevanti sul piano etico, tecnico e culturale.
“Il provvedimento non valorizza la formazione, né per le persone né per i cani; ammette strumenti coercitivi come il collare a strozzo, già in via di messa al bando in tutta Europa; introduce una distinzione arbitraria tra cani di razza e meticci, esentando i primi dagli obblighi, come se l’iscrizione al Libro genealogico potesse garantire, di per sé, il buon comportamento degli animali e il senso di responsabilità di chi li acquisisce. Inoltre, prevede un test di obbedienza (non una vera valutazione comportamentale) e non chiarisce gli scenari reali: si parla di obblighi e sanzioni, ma non di ciò che può realmente accadere a un cane che non supera il test, se non fosse per una generica previsione di sequestro – senza indicare alternative – che rischia di tradursi in una vita in canile.
Ogni norma che riguarda la relazione con gli animali d’affezione dovrebbe metterla al centro e non limitarsi a gestirla come un problema di ordine pubblico. I cani possono vivere serenamente nel contesto urbano, se accompagnati da persone formate e supportate da norme adeguate. Una legge davvero efficace dovrebbe partire da qui. Etichettare alcuni cani come ‘difficili’ solo quando non hanno il pedigree, introdurre strumenti coercitivi e prevedere il sequestro degli animali senza alternative rischia di essere controproducente e di non porre le basi per la prevenzione dei problemi – dichiara Paola Fossati, Garante per la tutela degli animali del Comune di Milano, commentando la proposta di legge al Parlamento della Regione Lombardia.
Gustavo Gandini, l’altro Garante per la tutela degli animali del Comune di Milano, aggiunge che “l’approccio necessario di fronte all’attuale situazione dovrebbe essere quello adottato da anni in molti Paesi europei e cioè il divieto di riproduzione/possesso di alcune razze di cani che sono state costruite dall’uomo per esaltarne la reattività, l’aggressività, la forza di attacco e la potenza del morso. Cani che solo persone altamente professioniste possono controllare, non certo ‘normali’ cittadini che hanno fatto un semplice corso di formazione”.