Per Milano, Monza e Pavia, secondo i dati di ARPA Lombardia, ieri è stato il secondo giorno con polveri sopra i limiti. Alla centralina di Milano Marche ieri è stato il 38mo giorno di superamento delle soglie di smog da inizio anno, e si è toccata una concentrazione di PM10 pari a 82 microg/mc; a Monza Machiavelli ci si è attestati a 69 e a Pavia a 66, tutti valori ben al di sopra della soglia di legge pari a 50 microgrammi/mc. Nel corso della giornata di smog le luci rosse del cruscotto del sistema di monitoraggio di ARPA si sono accese anche per Lodi (66 microgrammi), Bergamo (57), Brescia (53), Como e Varese (entrambe a 51 microgrammi/mc). Ad essere colpiti anche molti centri minori, tra la fascia Pedemontana e la media pianura, come a Meda (MB, 77 microgrammi), Magenta (MI, 70), Crema (CR, 68), Cassano d’Adda (MI, 65) e Codogno (LO, 63).
A giudicare dalla distribuzione territoriale dei superamenti, sovrapponibile alla mappa delle città e delle grandi direttive stradali, e dovendo escludere il riscaldamento domestico che in questi giorni tiepidi è ancora spento, l’indiziato principale di questo primo episodio di grave inquinamento atmosferico è senza dubbio il traffico veicolare. Nei prossimi giorni la situazione appare destinata a peggiorare e se, come previsto, la prossima settimana dovessero scendere le temperature ed accentuarsi i fenomeni di inversione termica, allora avremo presto modo di confrontarci anche con le altre grandi fonti emissive, riscaldamenti di case e uffici, emissioni di allevamenti e spandimenti di liquami.
Intanto, i trasporti. Il rinvio a data da destinarsi del blocco dei diesel euro5, i più inquinanti tra i veicoli in circolazione, non aiuta certo ad attivare azioni efficaci in situazioni di emergenza smog quale quella appena iniziata. Impossibile non rilevare la timidezza fuori dalla storia con cui le città italiane, lombarde in modo speciale, affrontano misure di pedonalizzazione e sostegno alla mobilità attiva, per non parlare del contagocce con cui si affrontano gli investimenti nel trasporto collettivo. Impossibile non rilevare, per contro, la generosità e il supporto istituzionale con cui invece si riforniscono i cantieri per le nuove autostrade lombarde, a partire da Pedemontana, Vigevano-Malpensa, Dalmine-Treviglio e Cremona-Mantova: è chiaro che, in un quadro di crescente scarsità, non si sta puntando sulle soluzioni, ma sulla crescita del problema.
La mancata tutela dell’ambiente, e i costi ad essa correlati, non mancano di presentare puntualmente il conto, anche quando il rischi ambientali e climatici provocati dalle attività umane spariscono dall’agenda dei media,” commenta Federico del Prete, responsabile mobilità di Legambiente Lombardia. Il bouquet prevede, a seconda delle stagioni, instabilità idrogeologica, l’aumento generale delle temperature, o come in questo caso, l’effetto di una motorizzazione da tempo fuori controllo nella regione, a fronte di assegni in bianco che continuiamo a staccare alla Corte di Giustizia Europea per il mancato rispetto degli impegni presi sulle emissioni inquinanti. Il futuro, confermano i dati ARPA, è nella priorità al trasporto collettivo e alla mobilità attiva per le persone, e la totale riconversione elettrica per il trasporto merci, sia nelle città sia nei territori.” |