Consumo di suolo: la sintesi di Legambiente Lombardia sui dati ISPRA

“La morsa del consumo di suolo ai danni del territorio lombardo non mostra segni di allentamento,” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Certo è che la legge regionale che avrebbe dovuto fermarlo, a undici anni dalla sua approvazione, continua a fornire risultati deludenti, mentre l’insediamento di logistiche e data center non riesce a tradursi in opportunità per rivitalizzare le aree dismesse, preferendo piuttosto e fin troppo spesso la via più semplice, ovvero cementificare le aree agricole. È necessario un salto di qualità nel governo del territorio, che attivi le filiere del recupero e della bonifica dei sedimi industriali abbandonati.”

Nel 2024 la Lombardia è stata la seconda regione italiana, dopo l’Emilia-Romagna, per suolo consumato nell’anno: ben 834,1 ettari di suolo perso. Si tratta, purtroppo, di un dato coerente con la crescita registrata in tutta Italia e che si allinea ad un trend in peggioramento che certo non ci avvicina all’obiettivo ‘Consumo di Suolo Zero’ richiesto dalla strategia europea sul suolo.

Le province lombarde su cui si addensa il consumo di suolo sono sempre quelle della direttrice ‘logistica’: Brescia – Bergamo – Milano. Queste ultime, da sole sommano il 52% del suolo consumato in regione nel 2024. Rilevante anche la quota di consumo di suolo che riguarda le due province interessate dai principali assi Nord-Sud di trasporto merci stradale: Mantova (Autobrennero) e Pavia (Milano-Genova). Molto meglio a Lodi, Lecco e Como, mentre Sondrio paga il suo pegno ai cantieri delle opere connesse alle Olimpiadi Milano Cortina 2026.

 

I tre comuni che hanno consumato più suolo nel 2024 sono Lonato del Garda (BS), Bergamo e Noviglio (MI), piccolo comune agricolo del Sud Milano in cui è in costruzione un grande data center.

Seguono le città di Milano e Mantova, con Livigno (SO), località interessata dai cantieri per i giochi olimpici invernali. Il fenomeno del consumo di suolo conferma la sua tendenza a polarizzarsi: in soli venti comuni (che rappresentano l’1,3% dei comuni lombardi) si concentra il 28% di tutto il consumo di suolo regionale.

La posizione di Milano, fatte le dovute proporzioni, è all’ottavo posto nel confronto con gli altri capoluoghi di regione. Prima di lei, quanto a consumo di suolo, ci sono Venezia (65,2 Ha), Roma (56,7 Ha), Bologna (29,2 Ha), Bari (21,1 Ha), Trento (19,7 Ha), Palermo (13,9 Ha), Napoli (13,6 Ha)


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