Integrazione, conosciamo Edna Lopes, Console Onorario di Capo Verde.

Prosegue l’iniziativa di inclusività lanciata da Gazzetta di Milano.

Dall’Ecuador a Capo Verde, Edna Lopes è il Console Onorario di Capo Verde a Milano e rappresentate dello Stato di Capo Verde nella regioneLombardia.

A fare da collante con lo stato di Capo Verde, Maria Santovito – alias Mary San – consulente della comunicazione internazionale.

1. Sig.ra Lopes, ci parli delle responsabilità che il suo ruolo di Console ricopre. Che tipologia di servizi ed aiuti offre il Consolato Capoverdiano nei confronti dei cittadini?

«In linea generale, un console onorario si occupa di fornire servizi consolari e/o assistenza ai cittadini dello Stato rappresentato, sostenere gli sforzi della comunità locale dello stesso (e questo include anche i cittadini italiani che si trasferiscono a vivere a Capo Verde); assistere allo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali con il Paese o la regione interessata. Facciamo tutto ciò che serve burocraticamente a risolvere i problemi di vita quotidiana dei nostri cittadini qui residenti (da una procura per acquistare o vendere una proprietà alle trascrizioni di atti di nascita e matrimonio) ma anche il pensionato italiano che si trasferisce e deve tradurre i documenti necessari al cambio residenza, o l’imprenditore che decide di investire nel nostro paese e ha bisogno legalizzare dei documenti o nominare con procura un
rappresentante in loco».

2. Lei ricopre questo ruolo da molti anni, qual è stato o qual è il compito più difficile da dirigere?
«Per un Console Onorario di un piccolo stato insulare come Capo Verde, tale carica professionale non comporta uno stipendio. E’ ovvio che non essendo un paese ricco che si può permettere di stipendiare tutto il corpo consolare, coinvolge persone come me che hanno a cuore il paese, nel mio caso ancora di più perché ci sono nata. Il mio lavoro e quello degli altri colleghi, è svolto dunque in modo totalmente volontario e gratuito. Quindi in generale la vera sfida è quella di fare tutto il lavoro di rappresentanza e di sviluppo delle relazioni economiche o di investimento verso il nostro paese, senza avere un budget. Devo dividere il mio tempo tra lavoro, gli impegni con e per la comunità e fare la mamma. Tuttavia è tale l’amore che ho, che lo farei comunque. Facciamo l’impossibile per portare dei risultati a casa, donando il nostro tempo e conoscenze, capacità, network e sì anche il cuore. In particolare per me, si aggiunge il fatto che una parte della comunità mi percepisce, ed è la mia personale percezione, troppo giovane o forse troppo disponibile e quindi quando non sei più il Console, ma sei Edna, questo non sempre facilita le cose poiché ti ritrovi persone a cui non piace trovare il tuo telefono personale spento alle 23 di un sabato sera. Come dice la collega Binazzi (Console a Firenze), «facciamo l’impossibile, per i miracoli ci stiamo ancora attrezzando». Posso sicuramente contare sul supporto ed i consigli degli altri Consoli Onorari di Capo Verde in Italia, in particolare dell’Avv. Giuseppe Ricciulli, Console a Napoli che mi ha formata, e continua ad insegnare tutto su questo lavoro».

3. Il suo Consolato ha aderito da poco alla rubrica di inclusività, cultura, turismo ed economia in collaborazione con  Gazzetta di Milano. Per lei che significato ha il concetto di inclusività?
«Inclusività è sentirsi a casa anche lontani da casa, è avere un proprio spazio, una propria voce, una propria dimensione comunitaria, dei diritti riconosciuti che ti permettono di partecipare attivamente e contribuire alla costruzione della società che ti ha accolto. Ovviamente questo presuppone una disponibilità ed un’apertura al dialogo da entrambe le parti. Ed è questo ciò che mi piace della rubrica e che ne ha giovato la decisione di aderire.

4. Dal punto di vista economico, quali sono i vantaggi fiscali di investimento a Capo Verde a cui, secondo lei, un imprenditore italiano non dovrebbe rinunciare?
«Capo Verde offre una serie di vantaggi per i non residenti – che si tratti di stranieri o di cittadini capoverdiani che vivono all’estero (Diaspora) – e che vedono nel Paese opportunità di investimento.
L’investimento non deve essere obbligatoriamente di grosse cifre. Abbiamo ad esempio il REMPE (Regime Speciale delle Micro e Piccole Imprese) che presuppone una tassa speciale unica del 4% del volume di affari, per un fatturato fino ai 90.000€, circa.
Secondo il Bilancio dello Stato (2017), i settori prioritari di investimento sono: le Tecnologie di informazione ovvero l’economia digitale, Energie Rinnovabili, Pesca, Trasporti Marittimi, Partenariati Pubblico-Privati e Turismo. Anche se sono numerosi gli incentivi per i restanti settori.
Agli investimenti effettuati ai sensi dell’attuale “Legge dell’Investimento” possono essere concessi incentivi di natura generale o specifica, alcuni automatici altri contrattuali, a certe condizioni o temporanei, sotto forma di esenzioni, riduzioni di aliquota, riduzioni del reddito imponibile o di credito d’imposta per investimenti, secondo quanto previsto dal “Codice delle
agevolazioni fiscali”. I benefici sono tanti, ma non tutti possono accedere a tutto, dipende dal settore di investimento e bisogna soprattutto ottenere prima il “certificato dell’investitore”».
Alcuni esempi:

– – – – – –
Esenzione IUR sul 50% del credito d’imposta per gli investimenti nel settore del turismo e nell’industria. 30% negli altri settori.
Esenzione dall’ Imposta Unica sul Patrimonio (IUP); Esenzione dalle imposte di bollo;
Esenzione dai dazi doganali in alcuni casi specifici; Benefici fiscali contrattuali;
Vantaggi Fiscali legati all’internazionalizzazione;
Altri benefici fiscali previsti dal Decreto-legge n 2/2011 del 21 febbraio;
Benefici fiscali di risparmio e del settore finanziario;

Esenzione IUR con riferimento ai redditi dei fondi di risparmio previdenziale (FPR);

5. Capo Verde è un paese prettamente turistico. Che successo riscontrerebbe secondo lei, una reciproca incentivazione turistica tra i due paesi?
«Esiste un già una rapporto di vendita, se pensiamo che prima della pandemia solo da Malpensa partivano circa 60000 passeggeri l’anno per Capo Verde. Tuttavia in questo momento i rapporti che ci sono a livello commerciale e a livello turistico esistente, è frutto degli sforzi privati dei tour operator che trattano la destinazione. Ma siccome questi sforzi commerciali sono stati focalizzati finora soppratutto su un’isola, quella di Sal che è la più
turistica, se ci fosse un progetto istituzionale, un accordo commerciale che lavori lo sviluppo turistico, del paese come un tutt’uno, si creerebbe la possibilità di sviluppare anche un turismo più residenziale e sostenibile, di esperienze che non mancano di certo in tutto l’arcipelago. C’è però un’apertura da parte delle istituzioni capoverdiane al dialogo istituzionale
con l’Italia in tale senso».

6. Quale sarebbe la strategia giusta, secondo lei, per rafforzare il legame tra i due paesi?
«Ovviamente, a mio parere, non ci sono le risorse per muoversi autonomamente: per partecipare alle fiere del turismo come il BiT, ad esempio, è complicato. Un paese con meno di 500 mila abitanti e che ha a che fare con più di 20 mercati turistici fa fatica ad investire in una fiera in ogni mercato, soprattutto in questo momento particolare di crisi. Quindi una
possibile soluzione potrebbe essere la creazione di un progetto congiunto, magari con il contributo dall’Italia, per coinvolgere le imprese giovani che si occupano di produzione e gestione di contenuti multimediali, formarli e prepararli al saper comunicare adeguatamente con il mercato ed il pubblico italiano».

 

Edna Lopes é Cônsul Honorária de Cabo Verde em Milão e representante do Estado de Cabo Verde na Região da Lombardia.

  1. Sra. Lopes, conte-nos sobre as responsabilidades do seu papel como Cônsul. Que tipo de serviços e ajuda o Consulado Cabo-verdiano oferece aos cidadãos?

“De forma geral, um cônsul honorário é responsável pela prestação de serviços consulares e/ou assistência aos cidadãos do Estado representado, apoiando os esforços da comunidade local do mesmo estado (e isso também inclui cidadãos italianos que se mudam para viver em Cabo Verde); promovendo o desenvolvimento de relações econômicas e comerciais com o país ou região em questão. Fazemos tudo o que é necessário burocraticamente para resolver os problemas da vida diária dos nossos cidadãos aqui residentes (desde uma procuração para comprar ou vender uma propriedade até às transcrições de registros de nascimento e casamento), mas também o reformado italiano que se muda para lá e deve traduzir os documentos necessários para a sua autorização de residência, ou o empresário que decide investir no nosso país e precisa legalizar documentos ou nomear um procurador que o represente localmente”.

 

  1. Está no cargo há alguns anos, qual foi ou é a tarefa mais difícil de dirigir?

“Para um Cônsul Honorário de um pequeno estado insular como Cabo Verde, esse cargo profissional não implica um salário. É óbvio que não sendo um país rico que pode pagar todo o corpo consular, envolve pessoas que como eu, se preocupam com o país, e no meu caso ainda mais porque nasci lá. O meu trabalho, e o dos outros colegas, é, portanto, realizado de forma totalmente voluntária e gratuita. Assim, em geral, o verdadeiro desafio é fazer todo o trabalho de representação e de promoção e desenvolvimento das relações econômicas ou de investimentos no nosso país, sem ter um orçamento para isso. Eu tenho que dividir meu tempo entre trabalho, compromissos com e para a comunidade e ser mãe. No entanto, é tão grande o amor que tenho por Cabo Verde, que eu faria isso de qualquer forma. Fazemos o impossível para trazermos resultados para casa, doando nosso tempo e conhecimento, capacidades, contatos pessoais e sim também o coração. Para mim em particular, acrescenta-se o facto de que uma parte da comunidade me vê, e é a minha pessoal percepção, muito jovem ou talvez muito disponível e, portanto, quando deixas de ser a Sr.a Cônsul, e és simplesmente a Edna, isso nem sempre torna as coisas mais fáceis, pois há pessoas que não gostam de encontrar o teu telemóvel pessoal desligado às 23h dum sábado à noite. Conforme a colega Serena Binazzi (Cônsul em Florença) costuma dizer brincando, “nós fazemos o impossível, para os milagres ainda nos estamos a equipar”. E posso com toda a certeza contar com o apoio e o conselho dos outros Cônsules Honorários de Cabo Verde na Itália, em particular do Advogado Giuseppe Ricciulli, Cônsul em Nápoles que por primeiro acreditou em mim, me formou e continua a me ensinar tudo o que sei sobre esse encargo”.

  1. O seu consulado aderiu recentemente à rubrica de inclusão, cultura, turismo e economia em colaboração com La Gazzetta di Milano. O que o conceito de inclusão significa para si?

«Inclusão significa sentir-se em casa mesmo longe de casa, significa ter seu próprio espaço, sua própria voz, sua própria dimensão comunitária, e certos direitos reconhecidos que te permitem participar ativamente e contribuir em positivo para a construção da sociedade que o acolheu. Obviamente, isso pressupõe uma disposição e abertura ao diálogo de ambas as partes. E é disso que eu gosto na coluna e que beneficiou a minha decisão de aderir à mesma.

  1. 4. Do ponto de vista econômico, quais são as vantagens fiscais de investir em Cabo Verde que, na sua opinião, um empresário italiano não deveria perder?

“Cabo Verde oferece uma série de benefícios para não residentes – sejam eles estrangeiros ou cidadãos cabo-verdianos que vivem no exterior (Diáspora) – e que veem uma oportunidade de investimento no país.
O investimento nem precisa ser grande. Temos o REMPE (Regime Especial das Micro e Pequenas Empresas) que prevê por exemplo, de entre outros benefícios, um tributo especial unificado de 4% sobre o volume de negócios, para empresas com um volume de negócios de até 10 mil contos.

E de acordo com o Orçamento de Estado (2017), as áreas prioritárias de investimento são: Tecnologias da informação e Comunicação, ou seja, Economia Digital, Energias Renováveis, Pesca, Transporte Marítimo, Parcerias Público-Privadas e Turismo. Embora sejam muitos os incentivos para os setores restantes.
Aos investimentos realizados ao abrigo da atual “Lei do investimento” podem ser concedidos incentivos de natureza geral ou específica, alguns automáticos, outros contratuais, sob certas condições ou temporários, sob a forma de isenções, de reduções de taxas, de reduções de rendimentos tributáveis ou crédito fiscal por investimento, conforme previsto no “Código de benefícios fiscais”. Os benefícios são muitos, mas nem todos podem ter acesso a tudo, depende do setor de investimento e deve-se primeiro obter o “certificado de investidor”.

Alguns exemplos:

  • Isenção IUR em 50% do crédito fiscal para investimentos em turismo e indústria. 30% nos outros setores
  • Isenção do IUP; Isenção do imposto de selo;
  • Isenção de direitos aduaneiros em certos casos específicos; Benefícios fiscais contratuais;
  • Vantagens fiscais relacionadas à internacionalização;
  • Outros benefícios fiscais previstos pelo Decreto – Lei n. o 2/2011, de 21 de fevereiro;
  • Benefícios fiscais relacionados a fundos de poupança e ao setor financeiro;
  • Isenção de IUR referente aos rendimentos dos fundos de poupança da segurança social (FPR);
  1. 5. Cabo Verde é um país principalmente turístico. Que sucesso teria, na sua opinião, um incentivo turístico mútuo entre os dois países?

“Existe já uma relação de vendas, se pensarmos que antes da pandemia somente de Malpensa embarcavam cerca de 60000 passageiros por ano para Cabo Verde. No entanto, neste momento as relações que existem a nível comercial e a nível do turismo existente, é o resultado dos esforços privados dos operadores turísticos que tratam o destino. Mas como esses esforços comerciais foram focados até agora sobretudo numa ilha, a de Sal, que é a mais turística, se houvesse um projeto institucional, um acordo comercial que trabalhe a vertente do desenvolvimento turístico do país como um todo, criar-se-ia a possibilidade de desenvolver um turismo mais residencial e sustentável, e um turismo de experiências que certamente não faltam em todo o arquipélago. No entanto, há uma abertura por parte das instituições Cabo-Verdianas ao diálogo institucional com a Itália neste sentido”.

  1. Qual seria a estratégia certa, na sua opinião, para fortalecer a ligação entre os dois países?

“Obviamente, na minha opinião, não há recursos suficientes para nos movermos de forma independente: participar de Feiras Internacionais de Turismo como a BiT, por exemplo, é complicado. Porque um país com pouco menos de 500 mil habitantes e que tem que lidar com mais de 20 mercados turísticos diferentes, tem dificuldades para investir numa feira para cada mercado, especialmente neste momento particular de crise. Assim, creio que uma possível solução poderia ser a criação de um projeto conjunto, talvez com o financiamento da Itália, que envolva empresas de jovens que lidam já com a produção e a gestão de conteúdo multimídia, para treiná-los e prepará-los para saberem como se comunicar e falar adequadamente com o mercado e com o público italiano”.