Fondi pensione in crescita a Milano: tra tenore di vita, salute e incertezza economica

Il 50% circa dei milanesi esegue versamenti periodici al proprio piano pensionistico integrativo mentre il 60% circa decide proattivamente su come i propri risparmi destinati alla previdenza debbano essere investiti. Come primo scopo di accantonamento al fondo i milanesi indicano il mantenimento dell’attuale tenore di vita (40%) seguito dall’esigenza di affrontare eventuali spese sanitarie future (35%) e dalla realizzazione di un ‘tesoretto’ per faro fronte ad eventuali emergenze (20%). Solo il 25% degli interessati cataloga il risparmio previdenziale come superiore necessità, pur riconoscendo in buona parte di fare poco: oltre la metà ammette infatti di non accantonare adeguate risorse per la futura pensione. Da un punto di vista del rischio l’inflazione viene identificata come l’ostacolo maggiore; quasi la metà dei milanesi  crede che l’aumento del costo della vita intacca il potere d’acquisto dei risparmi accantonati. Fanno seguito le spese inaspettate, la crisi geopolitica ed economica e la volatilità dei mercati finanziari. Il 20% non riesce a risparmiare sufficientemente. Il 25% teme che quanto accantonato possa finire velocemente ma la paura più diffusa è quella di incorrere in problemi di salute, di eventi imprevisti o di dipendere un giorno dai familiari. Il timore di non accantonare abbastanza per la pensione sta inducendo i milanesi a prendere in mano il proprio futuro previdenziale. A fine 2024 gli aderenti ai fondi pensione rappresentavano il 40% circa della forza lavoro, in crescita del 4% rispetto al 2023 a conferma della sempre maggiore attenzione verso questa forma di risparmio. I fondi negoziali, colonna portante del sistema crescono del 5,4% e rappresentano lo strumento principale di ingresso alla previdenza complementare. E’ sicuramente in atto un cambio di passo anche se resta ancora molto da fare e nuovi stimoli arriveranno dal fronte dell’invecchiamento della popolazione. Infatti l’OMS prevede che entro il 2050 gli ultraottantenni triplicheranno il che vuol dire che diventa basilare programmare non solo come investire in vista della pensione ma anche durante la pensione stessa per garantire risorse sufficienti per tutta la vita. Sarà cura degli operatori finanziari qualificati offrire strategie idonee ad adattarsi a contesti normativi in continua crescita. Sicuramente la pianificazione previdenziale è complicata anche perchè gli scenari macro restano instabili, da qui la necessità per gli operatori qualificati di proporre soluzioni ai propri clienti per aiutarli a costruire una pensione finanziariamente sicura.

Francesco Megna

Responsabile Commerciale in Banca


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