Domenica 28 settembre alle ore 21 I Solisti Veneti, diretti dal Maestro Giuliano Carella, chiudono a Villa Necchi Campiglio la rassegna “I Solisti Veneti per il FAI” con il concerto “Omaggio a Luca Attanasio”, dedicato alla memoria dell’Ambasciatore italiano ucciso nella Repubblica Democratica del Congo nel 2021. L’appuntamento, che unisce musica e coscienza civile, si inserisce nel calendario del Festival dell’edizione 2025 che vede per il sesto anno consecutivo I Solisti Veneti impegnati in vari Beni del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, tra cui Villa Necchi Campiglio, dimora tra le più rappresentative della Milano degli anni Trenta, raffinata sintesi tra tradizione e modernità e custode di prestigiose collezioni d’arte.
Nel 130° anniversario della nascita di Paul Hindemith (1895–1963), vengono proposti i Cinque pezzi per orchestra d’archi, op. 44/4 e la dolorosa Trauermusik per viola e archi, quest’ultima affidata alla sensibilità di Mario Paladin, Prima viola dell’orchestra.
I Cinque pezzi per orchestra d’archi op. 44/4 di Hindemith, composti nel 1927, appartengono a quel periodo in cui il compositore tedesco coniugava chiarezza formale e scrittura contrappuntistica vigorosa destinata all’organico d’archi. L’opera rappresenta un “concertino” di carattere brillante e virtuosistico che mette in luce la compattezza dell’orchestra, alternando episodi incisivi a momenti di cantabilità intima: una pagina ideale per valorizzare l’eccellenza de I Solisti Veneti. La Trauermusik, invece, fu composta improvvisamente il 21 gennaio 1936 come musica funebre per commemorare la morte del re Giorgio V; scritta per viola solista e archi, si caratterizza per un linguaggio austero e meditativo, che richiede al solista una liricità profonda, con una linea che si muove in tessitura sospesa e dolorosa. L’interpretazione affidata a Mario Paladin promette un momento di grande intensità espressiva e di introspezione.
Con questa scelta I Solisti Veneti, diretti da Giuliano Carella, intendono omaggiare anche quest’anno l’altissima figura dell’Ambasciatore Luca Attanasio, che ha dedicato la sua vita a sostenere popolazioni colpite da povertà e conflitti, con particolare attenzione ai bambini. Il giovane diplomatico, nato a Saronno nel 1977, è stato trucidato il 22 febbraio 2021, assieme al carabiniere scelto Vittorio Iacovacci, durante una missione ONU nella Repubblica Democratica del Congo. Al concerto saranno presenti i genitori e i parenti dell’Ambasciatore.
La serata prosegue con la straordinaria Chamber Symphony in do minore, Op. 110a di Dmitrij Šostakovič nella versione per orchestra d’archi di Rudolf Barshai (trascrizione del Quartetto n. 8, Op. 110). L’esecuzione assume in questa edizione un valore particolare: il 2025 segna infatti il 50° anniversario della morte di Dmitrij Šostakovič (1975–2025) e l’80° Anniversario della Liberazione di Auschwitz-Birkenau (1945–2025). L’opera è qui eseguita nella trascrizione di Barshai, approvata dallo stesso Šostakovič, che amplia la tessitura e intensifica la profondità timbrica, trasformando il quartetto in una “chamber symphony” che conserva l’intensità tragica e la densità di citazioni interne all’opera. Composta in soli tre giorni nel luglio 1960 a Dresda, è una delle opere più autobiografiche del compositore; la dedica “alle vittime del fascismo e della guerra” – seguita dall’asserzione “provo eterno dolore per coloro che furono uccisi da Hitler, ma non sono meno turbato nei confronti di chi morì su comando di Stalin” – e l’uso pervasivo del motivo DSCH (Re, Mi bemolle, Do, Si), la firma musicale del compositore, ne fanno un requiem personale e collettivo insieme. Proporre al pubblico queste intense pagine di letteratura musicale non è casuale: stiamo attraversando un difficile momento storico, assistiamo inermi a scenari di guerra tragici e spietati. Ascoltare questa musica nella serata dedicata a Luca Attanasio aggiunge al concerto un imprescindibile piano di lettura civile. Si tratta infatti di una grande pagina di lutto e memoria, capace di parlare alle coscienze; questa partitura assume un chiaro valore di testimonianza: “troppi sono morti e sono stati sepolti in posti ignoti a chiunque, persino ai loro parenti. Dove mettere le lapidi? Solo la musica può farlo per loro”.
Proprio nel 2025 I Solisti Veneti hanno portato questa pagina, vibrante e toccante, assieme al suo messaggio di pace, su palchi di importantissime rassegne internazionali come il Festival di Lubiana, il Festival delle Nazioni di Città di Castello, l’Emilia Romagna Festival e il Veneto Festival. L’accostamento di Hindemith e Šostakovič crea così un percorso drammatico e commemorativo: dalle pagine di viva maestria contrappuntistica di Hindemith alla protesta dolorosa di Šostakovič, un itinerario che mette la musica al servizio della memoria civile, in omaggio al console Attanasio, figura che ha dedicato la propria vita al soccorso e alla tutela dei più vulnerabili. L’evento ribadisce anche la missione di I Solisti Veneti: coniugare rigore e radici con una visione aperta alla contemporaneità, mostrando come la musica possa essere insieme bellezza, memoria. E coscienza.
Si chiude così il Festival “I Solisti Veneti per il FAI” con un messaggio forte: la musica può e deve essere memoria attiva e denuncia. La musica deve testimoniare, accendere coscienze, raccontare ciò che la cronaca non riesce più a dire.
I Solisti Veneti
Storica orchestra di Padova fondata nel 1959 da Claudio Scimone con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della musica classica, divulgare nel mondo l’immenso patrimonio culturale veneto e italiano, offrire esperienze culturali d’eccellenza accessibili a tutti. Ascesa rapidamente ai vertici della fama internazionale, con più di 6.000 concerti in 90 diversi Paesi da oltre sessant’anni continua oggi a destare l’incondizionato entusiasmo del pubblico esplorando nuovi progetti e modalità di fruizione sotto la guida di Giuliano Carella, dal 2018 Direttore artistico e musicale e successore di Scimone.
INFO E PRENOTAZIONI
Info: www.solistiveneti.it
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