Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio sul caso Garlasco ha espresso preoccupazione sul fatto che, qualunque sia l’esito, la vicenda finirà male.
Se l’imputato è innocente, ha subito una punizione ingiusta; se colpevole, il processo stesso sarà stato un calvario costoso e doloroso.
Il ministro ha anche criticato il principio di condannare un individuo dopo ripetute assoluzioni, sostenendo che nuove prove dovrebbero portare a un nuovo processo anziché essere inserite in quello precedente.
“O il detenuto è innocente, e allora ha sofferto una pena atroce ingiustamente. O è colpevole e allora è l’attuale indagato a dover affrontare senza colpe un cimento doloroso, costoso in termini di immagine, di spese e di sofferenze. Nel merito non devo, non posso e non voglio entrare”, ha dichiarato il ministro al Corriere della Sera.
Dopo un proscioglimento è irragionevole una condanna
Nordio parla di un “principio generale” per argomentare le sue affermazioni. “Dopo un proscioglimento è irragionevole una condanna. Soprattutto se le assoluzioni sono due. Come puoi condannare ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’, se due giudici hanno già dubitato?”, spiega. Qualora invece vengano trovati nuovi indizi “in generale se vengono acquisite nuove prove a carico dell’imputato, prima che la sentenza passi in giudicato, si deve rifare il processo ex novo. Non inserirle nel fascicolo già formato, come avviene in appello”.