Urbanistica, finalmente Schlein: al fianco di Sala

Il Pd “è al fianco di Giuseppe Sala” e “continua a sostenere il lavoro che l’amministrazione farà nei prossimi due anni”, ha affermato la segretaria dem, Elly Schlein, blindando così il nome del primo cittadino.

“Le parole della segretaria Schlein arrivano con ben tre giorni di ritardo rispetto all’avvio dell’inchiesta che ha portato alla richiesta di arresto dell’assessore Tancredi e all’indagine sul sindaco Sala. Un silenzio assordante che dimostra chiaramente come il Partito Democratico, che sostiene la maggioranza di centrosinistra a Milano, sia in forte difficoltà a sostenere l’operato di questa giunta e di quanto siano divisi.”
Così Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Milano, replica alle dichiarazioni della segretaria nazionale del Pd Elly Schlein.
“Sala – prosegue Verri – non deve vedere nel centrodestra il suo avversario: il vero nemico politico di questa giunta è dentro casa sua, in una maggioranza profondamente spaccata, con i Verdi che ne chiedono apertamente le dimissioni e un Partito Democratico che non sostiene più la linea dell’amministrazione e che fatica persino a difenderne il sindaco. Altro che sostegno convinto: le parole di Schlein suonano più come un atto dovuto che come una vera presa di posizione politica.”
“Milano merita molto di più di una maggioranza divisa, che non ha più una direzione né una visione comune. Noi continueremo a fare la nostra parte per denunciare questa paralisi e per riportare la città a essere governata in modo serio e concreto.”
Intanto il sindaco Sala lunedì 21 luglio è atteso nell’aula del Consiglio comunale.  Anche se le dimissioni adesso non sembrerebbero una possibilità, Sala ci avrebbe pensato e si è confrontato su questo con la sua squadra di assessori. Non è la prima volta che il primo cittadino di Milano affronta un’inchiesta. Nel 2019 Sala è stato condannato a 6 mesi di reclusione, trasformati in una multa, con l’accusa di falso ideologico e materiale, per la vicenda della retrodatazione di un documento risalente a maggio 2012, riguardante la gara d’appalto della piastra di Expo, di cui era stato commissario unico e amministratore delegato. Le altre accuse ai danni di Sala, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, erano invece decadute mesi prima. E, mentre il centrodestra va in pressing su Sala per chiederne le dimissioni, la premier Giorgia Meloni si è mostrata più cauta e su una linea garantista: “Non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l’automatismo delle dimissioni. È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario, di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati”.