Un nuovo sviluppo nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, sta riportando l’attenzione su Andrea Sempio, l’amico di gioventù del fratello della vittima già finito al centro della pista investigativa anni fa.
La genetista incaricata dal giudice per le indagini preliminari di Pavia ha infatti comunicato alle parti un primo esito dell’incidente probatorio che, secondo quanto emerge, indicherebbe una piena concordanza tra l’aplotipo Y rinvenuto su due unghie della vittima e la linea maschile dell’indagato.
La nota, inviata via posta elettronica ai consulenti e alla Procura, anticipa i contenuti della relazione completa che verrà depositata a inizio dicembre e discussa formalmente nell’udienza fissata per il 18.
La traccia del 2007 e la nuova lettura scientifica
Il frammento genetico al centro della valutazione è lo stesso isolato subito dopo l’omicidio, quando gli esami condotti sui reperti non offrirono certezze e la componente Y rilevata fu considerata non utilizzabile a causa della sua scarsa consistenza.
La nuova analisi, però, svolta con procedure aggiornate e in condizioni di laboratorio più omogenee, avrebbe permesso di ottenere un profilo parziale ma interpretabile, in cui la linea paterna di riferimento appare compatibile con quella dell’indagato.
L’aplotipo Y, pur non potendo individuare una persona singola, restringe comunque la compatibilità ai soli soggetti maschi appartenenti allo stesso ceppo familiare. Per gli investigatori, questa riduzione del campo mantiene un valore rilevante, anche se l’elemento dovrà essere contestualizzato in un quadro probatorio più ampio.
Lo scarto rispetto alle perizie precedenti
Il risultato della genetista incaricata dal gip contrasta in modo netto con la valutazione elaborata in una precedente fase processuale, nella quale la stessa traccia venne ritenuta priva di valore probatorio.
All’epoca, il materiale era stato definito “non consolidato” e quindi inaffidabile; quella conclusione contribuì alla richiesta di archiviazione per Sempio nel 2017.
Gli attuali accertamenti sostengono invece che le condizioni dei campioni analizzati allora non fossero uniformi e che, attraverso procedure più stabili e volumi più coerenti, emergerebbe un insieme di marcatori sufficienti a determinare la compatibilità con la linea maschile dell’indagato.
La perita ha comunque specificato che il profilo rimane incompleto, ma ciò non ha impedito di stabilire la “piena concordanza” con il cromosoma Y della famiglia Sempio.
Il quesito centrale: trasferimento accidentale o contatto diretto?
Il passaggio più sensibile del dibattito sarà chiarire come quella porzione di materiale genetico sia finita sotto le unghie della vittima.
Gli scenari oggi in discussione sono due:
-
Contatto diretto nei momenti del delitto, che implicherebbe un coinvolgimento fisico dell’indagato nell’aggressione.
-
Trasferimento indiretto da un oggetto o da superfici contaminate, compatibile con la frequentazione dell’abitazione da parte dell’indagato in un periodo precedente, senza alcuna relazione con l’omicidio.
Sarà in udienza che la difesa, l’accusa e i consulenti chiariranno quali elementi potrebbero sostenere l’una o l’altra ipotesi, mentre la Procura dovrà valutare quale peso attribuire a un indizio genetico non individualizzante.
Il prossimo passaggio nell’incidente probatorio
La perizia completa sarà depositata nei primi giorni di dicembre e costituirà la base della discussione del 18.
Solo allora il giudice potrà decidere se gli esiti delle nuove analisi aprano spiragli per ulteriori atti d’indagine o se debbano essere inseriti nel quadro probatorio già esistente.
Scopri di più da GazzettadiMilano.it
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.



















































