La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori si aggiudica il bando “Roche per la ricerca clinica – A supporto delle figure di Data Manager e Infermieri di Ricerca” con un progetto in oncologia, candidato dalla dottoressa Cristina Ferraris e selezionato e valutato da Fondazione Gimbe, in qualità di ente esterno garante di indipendenza e terzietà.
Nel mondo della ricerca sono sempre di più le figure professionali specializzate che prendono parte all’attivazione e alla conduzione di una sperimentazione clinica. A ruoli consolidati se ne affiancano di nuovi, che sono essenziali non solo per garantire la qualità dei dati raccolti ma soprattutto per il coordinamento dello studio, delle procedure e di tutto il personale coinvolto nella sperimentazione.
La formazione dedicata a queste figure professionali – come infermieri, medici, tecnici sanitari, biologi e farmacisti – deve essere mirata alla loro specializzazione, al fine di ampliare e consolidare le loro competenze e renderli capaci di gestire al meglio la sempre più crescente complessità degli studi clinici, portando così non solo ad un miglioramento della qualità della ricerca stessa ma anche della sicurezza dei pazienti che vi partecipano. È in questo contesto che Roche promuove il bando “Roche per la ricerca clinica”, che dalla sua nascita ha stanziato oltre 1 milione e mezzo di euro per 53 borse di studio destinate a data manager e infermieri di ricerca.
Con un investimento complessivo di 210 mila euro per il finanziamento di 7 borse di studio, destinate ad altrettante figure di data manager e infermieri di ricerca che hanno svolto per 12 mesi attività di ricerca clinica non sponsorizzata presso l’ente vincitore del progetto, il bando ha destinato 30mila euro al progetto S.E.C.C.O. – Sinergy Efficiency Control in Clinical Oncology – che valuta la fattibilità di uno studio prospettico randomizzato osteopatia-dieta-qualità di vita e modulazione dello stato infiammatorio nelle pazienti con diagnosi di carcinoma mammario allo stadio iniziale in trattamento ormonale antiestrogenico.
Lo studio è disegnato come percorso clinico-assistenziale personalizzato per il miglioramento della qualità di vita delle pazienti con tumore mammario in corso di ormonoterapia post chirurgica (sindrome menopausale, aumento ponderale, dolori articolari), mediante l’applicazione sistematica di diversi tipi di intervento di supporto (dieta, attività fisica, trattamenti osteopatici) con l’obbiettivo di elaborare un modello terapeutico –assistenziale migliorativo nella pratica clinica sia per i professionisti sia per le pazienti.
“Abbiamo proposto questo progetto, svolto con l’infermiera di ricerca Martina Stroscia, osservando il frequente incremento ponderale e di comparsa di comorbidità metaboliche-cardiovascolari e osteoarticolari correlate in corso di trattamento oncologico ormonale con una conseguente riduzione della compliance al trattamento oncologico – ha dichiarato a quasi un anno dal conferimento del Grant Cristina Ferraris, Dirigente Medico – S.C. Chirurgia Senologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori e Responsabile scientifico del progetto – Ad oggi sono state arruolate nello studio 250 pazienti su 600 previste, con una iniziale evidenza di riduzione degli effetti collaterali e di conseguenza una apparente migliore aderenza al trattamento oncologico in atto associata ad un apprezzamento di questa modalità di presa in carico globale delle pazienti”.
La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori è un centro di riferimento nazionale ed internazionale per la cura delle patologie oncologiche rare e comuni, sia nell’adulto sia nel paziente pediatrico, e rappresenta un’eccellenza nella ricerca epidemiologica, preclinica, clinica e traslazionale. In Istituto si conduce una ricerca traslazionale che segue i due percorsi «From bench to bedside» e ritorno, unendo i dati della pratica clinica con le evidenze riscontrate in laboratorio. Dalla valutazione sistematica dell’effetto delle cure al di fuori dei trial clinici (real world evidence), si ricavano informazioni da riportare in clinica e in laboratorio. Al paziente vengono offerti percorsi di screening, diagnosi differenziale, terapia farmacologica e non (anche radioterapica chirurgica) e programmi di sorveglianza, personalizzati e mirati al profilo e al rischio individualizzato. Si interviene in modo personalizzato sul tumore e sul microambiente, interfacciando il tumore e il suo ospite.
“Da quasi 130 anni, le attività di Ricerca e Sviluppo rappresentano una leva strategica di Roche che si è tradotta, nel tempo, in soluzioni concrete capaci di cambiare il naturale corso di patologie gravi per le quali non esisteva una cura. La nostra missione è fare oggi ciò di cui i pazienti avranno bisogno domani – ha commentato Anna Maria Porrini, Direttore Medico Roche Italia – ed è proprio in queste parole che risiede l’essenza del nostro impegno quotidiano, concretizzato da un lato con gli investimenti in innovazione, sia essa terapeutica, tecnologica o di servizi, e dall’altro attraverso una collaborazione con tutta la rete di interlocutori dell’ecosistema salute. Bandi come questo ci permettono di affrontare in sinergia le sfide dei nostri tempi e favorire la sostenibilità del sistema di cui vogliamo essere partner. L’obiettivo è continuare a dare sostanza alla nostra responsabilità verso i pazienti e garantire loro la migliore qualità di vita possibile, anche attraverso la formazione di figure professionali impegnate nella ricerca la cui specializzazione può fare la differenza”.
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