Il Coraggio della Diplomazia: “The Diplomat”

di Claudio Calcinati

Lo scorso 24 ottobre sono stato invitato dal Console Indiano, che ringrazio, a vedere un bellissimo film, al cinema City Life Anteo, dove si è svolto un evento organizzato dal consolato.

La serata è iniziata con il discorso del console e la presentazione del film, a cui ha avuto seguito la proiezione.

Il cinema indiano ancora una volta, dimostra la sua maestria nel fondere dramma personale e tensioni geopolitiche.

Uscito a marzo di quest’anno nelle sale, il thriller di Shivam Nair, “The Diplomat”, è un’opera che, pur muovendosi in un contesto delicato come le relazioni India-Pakistan, riesce a evitare il nazionalismo urlato, concentrandosi invece sul coraggio silenzioso e l’ingegno della diplomazia.

Il film, interpretato da un convincente John Abraham nel ruolo del Vice Alto Commissario J.P. Singh, è ispirato a una storia vera: quella di Uzma Ahmed (interpretata da Sadia Khateeb), una cittadina indiana che nel 2017 si ritrovò intrappolata in Pakistan, costretta a un matrimonio e vittima di abusi. La sua disperata richiesta di aiuto all’ambasciata indiana a Islamabad dà il via a una missione di salvataggio tesa e complessa.

La forza di “The Diplomat” risiede proprio nella sua capacità di mantenere alta la tensione senza ricorrere a eccessive scene d’azione. Nair sceglie un approccio più maturo e realistico, focalizzandosi sulle intricate procedure legali e diplomatiche necessarie per riportare a casa una connazionale, evidenziando il lavoro meticoloso e spesso oscuro svolto dai funzionari governativi. La narrazione è serrata, specialmente nella seconda metà, dove la determinazione di Singh si scontra con l’ostruzionismo e l’ostilità di chi vuole impedire il rimpatrio di Uzma.

John Abraham offre una delle sue migliori performance, incarnando un diplomatico sobrio, risoluto e profondamente umano, che si assume la responsabilità di una vita. Non è l’eroe che risolve tutto con i muscoli, ma con la testa e l’empatia.

Al suo fianco, Sadia Khateeb è eccezionale nel trasmettere il trauma e la paura di Uzma, rendendo palpabile il suo calvario. Un plauso va anche a Revathy, che in un breve ma incisivo ruolo, riporta in vita la figura dell’allora Ministro degli Affari Esteri indiano, Sushma Swaraj, la cui leadership fu cruciale nella vicenda reale.

Sebbene qualche critico abbia notato alcune sbavature nella prima parte o l’aggiunta di sottotrame non del tutto sviluppate (come il passato traumatico di Singh), nel complesso il film è un orologio ben oliato di dramma politico. È un’opera che onora la storia vera che racconta, mettendo in luce l’eccezionale lavoro del personale diplomatico indiano in circostanze avverse.

In un’epoca in cui spesso l’intrattenimento predilige il clamore, “The Diplomat” è un promemoria potente che il vero coraggio può trovarsi anche nella paziente, tenace e intelligente tessitura della diplomazia. Un film consigliato a chi cerca un thriller politico intenso, ben recitato e con un forte ancoraggio alla realtà.

Anche il tema della violenza sulle donne è ben presente nel film, e l’aiuto che il diplomatico svolge per salvare la donna, fa capire quanto sia sentito anche in India il tema della parita di genere e la tutela della donna, mentre in Pakistan, non si puó dire la stessa cosa purtroppo!

Ringrazio la Gazzetta di Milano e il suo direttore, per avermi dato l’opportunitá di scrivere questo articolo su temi molto importanti!

Ringrazio il Console per l’invito e per aver partecipato a questo evento molto significativo!
Vi consiglio di andarlo a vedere.


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