L’ultima parte dell’anno è perfetta per riscoprire il fascino dell’arte e a Milano non mancano gli appuntamenti interessanti in programma tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Abbiamo selezionato 3 mostre che stanno facendo parlare di sé, attraversando epoche e linguaggi diversi, ma unite da una comune tensione verso la sperimentazione.
Eppure, nelle esposizioni che andiamo a raccontare non c’è soltanto un riferimento all’arte nella sua forma più classica: trova spazio anche l’intelligenza artificiale, che mostra come l’arte sia un linguaggio in continua trasformazione, capace di riflettere nel profondo i cambiamenti tecnologici e sociali. Qualcosa che ritroviamo anche nei format dell’intrattenimento digitale, dove il connubio tra ironia e creatività porta con sé forme nuove: basti pensare a giochi come slot galline, che riprendono in chiave leggera e contemporanea quello stesso spirito ludico e visionario che da sempre anima il mondo dell’arte.
Manuela Bedeschi e le sue Illuminate riflessioni
Fino al 4 gennaio 2026, nella cornice del Museo Bagatti Valsecchi sarà possibile visitare la mostra “Manuela Bedeschi. Illuminate riflessioni”, per la cura di Matteo Galbiati. Al centro dell’esperienza c’è l’uso sapiente del neon, che si trasforma in un vero e proprio linguaggio espressivo, intimo e capace di unire vigore poetico ed emozionale.
Le opere dell’artista vicentina dialogano con sapienza insieme agli spazi della location, prettamente domestici essendo la casa dove abitava la famiglia Bagatti Valsecchi, enfatizzandone questa dimensione così caratteristica. Il risultato è un’esposizione che merita di essere visitata perché moderna e curata nei dettagli: crea un ponte tra passato e presente, invitando lo spettatore a fermarsi e rivolgere lo sguardo dentro di sé.
Nella Spagna dei Grandi, con la G maiuscola
La seconda esposizione di cui vi raccontiamo qualcosa di più è “I tre grandi di Spagna” ed è in programma presso la Fabbrica del Vapore fino al 25 gennaio prossimo. Non è la prima volta che ne parliamo, ma merita una menzione ulteriore, vista la magnificenza degli artisti di cui si propongono le opere: Dalì, Picasso e Mirò.
Tre pittori diversi, ognuno con un’identità ben definita, chiacchierati anche per la vita privata. Tre anime eterogenee di quel Paese affascinante e ricco di calore che è la Spagna. E che non a caso gli italiani sentono vicina, forse per l’eccentricità e l’audacia dei suoi abitanti, mai arbitraria: è piuttosto foriera di scoperta, proprio come i lavori di questa esposizione.
Una bellezza artificiale, nelle opere di Andrea Crespi
Fino al 25 gennaio 2026, sempre presso la Fabbrica del Vapore, che si conferma così uno degli spazi più interessanti e all’avanguardia di Milano, sarà possibile visitare anche un’altra mostra di cui vale la pena parlare e riparlare, visto che è la seconda volta che le dedichiamo spazio.
Ci riferiamo alla prima esposizione ufficiale di Andrea Crespi nella metropoli, curata da Alisia Viola e Sandie Zanini. Il titolo è “Artificial Beauty”. Al centro, un linguaggio espressivo che magari lascerà perplessi, complice una modernità che, tuttavia, si rivela punto di partenza verso un modo nuovo di approcciarsi alla bellezza, dove digitale – e artificiale – fanno da contrapposizione a una fisicità parimenti percepibile.
Un viaggio rivolto a un’arte (in parte) ancora da capire, forse, ma che certamente avrà un seguito in ulteriori ispirazioni ed esplorazioni.
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